Il 42% delle famiglie italiane esprime preoccupazione per il tempo trascorso online dai membri della famiglia, con un crescente interesse per il "digital detox".
Una percentuale anche più alta (44%) pensa spesso all'impatto negativo che l'essere online ha sul loro benessere generale. È quanto emerge dall’ultima edizione dell’EY Decoding the Digital Home Study, analisi condotta su un campione di 1000 famiglie in Italia e 20.000 a livello globale, che approfondisce le tendenze significative nel comportamento dei consumatori riguardo alla connettività, alla digitalizzazione e alla smart home.Giuseppe Donatelli, Italy TMT Leader di
EY commenta: "La sovraesposizione digitale nella vita di tutti i
giorni è sempre più evidente, il 36% delle persone trascorre più tempo sui
social network che a interagire con amici e comunità, evidenziando un
cambiamento nelle dinamiche sociali che merita attenzione. Dalla nostra analisi
emerge anche una crescente consapevolezza dei rischi associati
all'iperconnessione, e i timori dei consumatori sulla quantità di tempo
trascorso online sono evidenti. Quattro famiglie su dieci sono preoccupate per
il tempo che i membri della famiglia passano online, infatti, oltre il 40% dei
consumatori italiani cerca di disintossicarsi digitalmente limitando il tempo
di utilizzo di smartphone o altri dispositivi connessi. Un segnale chiaro della
necessità di trovare un equilibrio tra vita digitale e reale, riconoscendo
l’importanza del proprio benessere psico-fisico”.
Connettività ancora instabile
e preferenza per la rete mobile
Le prestazioni della
rete e la trasparenza delle tariffe sono i principali fattori che influenzano
la scelta dei pacchetti a banda larga. Il 49% delle famiglie considera la
velocità di connessione garantita come il criterio più importante per la scelta,
seguito dalla chiarezza delle tariffe (47%). Tuttavia, un quarto delle famiglie
riscontra regolarmente una connessione internet di rete fissa inaffidabile,
con il 26% che registra spesso o molto spesso una connessione instabile, valore
in miglioramento di 3pp rispetto allo scorso anno e in linea con la media
globale. Anche la qualità del segnale dati mobile all'interno delle mura
domestiche presenta problematiche, con un terzo delle famiglie che
rileva problemi di connessione. Negli ultimi dodici mesi, il 16% delle famiglie italiane ha cambiato
fornitore internet, tuttavia, più di
uno su tre considera il cambio operatore come un processo difficile, che
segnala l'inerzia e la mancanza di tempo per procedere con il cambio. Un terzo delle famiglie
italiane (il 35%) sta valutando di sostituire la banda larga di rete fissa con
la connettività su rete mobile, con il risparmio sui prezzi come principale motivazione
(44%).
Piattaforme di streaming
e TV tradizionale: le scelte degli italiani
Per quanto riguarda le
piattaforme di streaming, il canone mensile e l'accesso a contenuti specifici
sono i principali driver di scelta, con il 64% delle famiglie che valuta il
costo come fattore determinante. I contenuti originali o esclusivi sono particolarmente
apprezzati in Italia (36% rispetto al 25% della media globale). Le piattaforme
di streaming sono citate soprattutto per la visione di film (45%) e serie
TV (33%), dove sono leader rispetto alle altre tipologie di piattaforme, mentre
per le news la TV tradizionale rimane al primo posto (56%). Tuttavia, la
metà degli streamer pensa di pagare troppo per contenuti che non vede e che i
fornitori di servizi potrebbero fare un lavoro migliore con i consigli sui
contenuti. Inoltre, molti consumatori si sentono sopraffatti dalla scelta e
dall’ampiezza dell’offerta, con il 53% delle famiglie che ritiene ci sia
troppa scelta di piattaforme di streaming. Il mercato dello streaming è molto
fluido, poiché il boom del
consumo di contenuti da parte delle famiglie legato alla pandemia di COVID-19
ha lasciato il posto ai vincoli di spesa dovuti all'inflazione, infatti, il 30% delle
famiglie italiane che ha cancellato o prevede di cancellare almeno un servizio
di abbonamento streaming, mentre il 31% si è abbonato nuovamente a servizi
precedentemente disdetti.
Smart Home: tra
sicurezza e privacy
Nonostante l'interesse
per la smart home, la penetrazione dei dispositivi rimane bassa. La smart TV
è il dispositivo più diffuso (69%), seguita da consolle di videogiochi
(23%) e dagli assistenti domestici digitali con comando vocale (23%). La
previsione di adozione più promettente nei prossimi cinque anni riguarda le
utility intelligenti, come la sicurezza, l'illuminazione e il riscaldamento. Persistono
ostacoli all'adozione, tra cui la scarsa percezione del valore, i problemi di
convenienza e sicurezza. Il 50% degli italiani è preoccupato per la
possibilità che gli hacker possano accedere agli elettrodomestici e device connessi
a internet. In generale la sicurezza dei dati è una preoccupazione
crescente per i consumatori italiani. Il 51% delle famiglie ritiene
impossibile mantenere al sicuro i propri dati personali online, e solo il
42% sente di avere il controllo sui propri dati. Tuttavia, il 32% dei giovani è
aperto allo scambio di dati in cambio di servizi personalizzati. L’intelligenza artificiale può impattare sulla
fiducia dei consumatori sui contenuti online, con i gruppi più anziani più
preoccupati. Il 56% delle famiglie è
preoccupato che l'intelligenza artificiale possa influire sull'affidabilità dei
contenuti, con una percentuale
ancora più alta (62%) che teme il ruolo che "eventuali malintenzionati"
potrebbero svolgere nello sfruttare l'IA per creare contenuti artefatti o pericolosi.
Oltre la metà delle famiglie (53%) ritiene inoltre che i governi e le autorità
dovrebbero fare di più per mitigare i potenziali rischi derivanti dall’uso
improprio dell'IA.
Risparmio ma con un
occhio di riguardo ai servizi premium
Le famiglie italiane
mostrano segnali di voler ridurre il livello dei servizi per risparmiare, con
il 29% disposto a passare a un abbonamento internet più economico e il 44% interessato
agli abbonamenti di streaming con interruzioni pubblicitarie. Tuttavia,
esiste anche un interesse crescente per i servizi premium, con il 41%
delle famiglie disposto a pagare di più per un’unica piattaforma che aggreghi
TV, video e contenuti, e il 37% disposto a pagare un extra per un piano mobile
illimitato. I consumatori percepiscono anche le piattaforme di streaming come
parte del panorama dei bundle, evidenziando l'importanza delle partnership tra
le società di telecomunicazioni e le piattaforme di streaming. In generale il 40% delle famiglie italiane concorda che la
crisi del costo della vita aumenti la necessità di avere servizi di
connettività e contenuti da un unico fornitore. I risparmi
sui costi, la comodità di ricevere un'unica bolletta e l'accesso a un unico
punto di contatto per il servizio clienti sono tutti vantaggi percepiti da
circa una famiglia italiana su sei.
Controllo della domanda digitale
tra contenuti pericolosi e sicurezza dei dati
Il sovraccarico digitale
è pronunciato, con il 42% dei consumatori italiani che cerca attivamente la disintossicazione
digitale, limitando il tempo di utilizzo del proprio smartphone o da altri
dispositivi abilitati a Internet. I consumatori sono sempre più preoccupati, più di un terzo
delle famiglie assiste (42%) e riceve direttamente contenuti pericolosi (38%)
online, con oltre il 60% delle famiglie preoccupato che i bambini possano
accedere a contenuti pericolosi e che le notizie trovate su internet
possano essere fake news (63%). La domanda di azioni per contrastare i
contenuti pericolosi è in crescita, con il 40% delle famiglie che ritiene
che i governi e le autorità possano fare di più per combattere i contenuti potenzialmente
dannosi. Alla domanda sulle
azioni che le piattaforme social possono intraprendere da sole, la rimozione di
contenuti dannosi (53%) e bloccare l’accesso agli utenti che diffondono tali
contenuti (43%) sono in cima alla classifica, seguito da introdurre una
verifica più rigorosa dell’identità e dell’età (39%). Inoltre, il 26% desidera
che le piattaforme social diano agli utenti un maggiore controllo su ciò che
visualizzano, un passo già riconosciuto nella legislazione emergente in alcuni
paesi.
Preferenze per i negozi
fisici nel percorso di acquisto
Quattro famiglie
italiane su dieci preferiscono ancora recarsi in un negozio di un
rivenditore specifico come primo step del processo di acquisto per prodotti o
servizi digitali. Il 12% delle famiglie italiane visita i siti di comparazione
dei prezzi, contro il 17% di media globale. Allo stesso tempo, la percentuale
di visitatori di negozi fisici monomarca o multimarca (47%) – principalmente
per ricevere consigli dagli assistenti in negozio – è superiore al numero di
coloro che si informano online (42%). In definitiva, la necessità di
interazione umana rimane importante quando si prendono decisioni di
acquisto e i fornitori di servizi dovrebbero evolvere le loro esperienze in
negozio per garantire che le strategie omnicanale rimangano solide. Tuttavia, l'avvento
dell'IA generativa (GenAI) sta avendo un impatto significativo tra i
fornitori di connettività. A livello globale, il potenziale dei chatbot di
ridurre il tempo necessario per risolvere i problemi di installazione e sulle
prestazioni è un vantaggio percepito dal 35% dei rispondenti, percentuale che
sale al 38% tra le famiglie italiane. Nonostante ciò, molti consumatori ritengono
che i chatbot non siano sufficienti per aggiungere valore, vorrebbero strumenti
più efficaci che combinino le informazioni ricevute dagli assistenti virtuali
con i consigli degli operatori.
Generare maggiore fiducia nelle nuove tecnologie che sono alla base degli
strumenti di supporto digitale è quindi fondamentale, con il 57% degli italiani
che sottolineano che i fornitori di servizi di connettività e contenuti dovrebbero
fornire spiegazioni migliori su come utilizzano l'intelligenza artificiale
nelle loro interazioni con i clienti.