Proscenio, Paola Veneto a Fattitaliani: La mia vocazione è prevalentemente quella di scrivere e immaginare. L'intervista

Fattitaliani



In prima nazionale al Teatro Antico di Segesta il 29 e 30 agosto (poi a Giardini Naxos e a Catania il 2 e 3 settembre) tra genio e disperazione, va in scena l’universo visivo e interiore di van Gogh debutta in Sicilia con “La discesa infinita”, performance teatrale scritta e diretta da Paola Veneto, ospite della nostra rubrica "Proscenio". L'intervista di Fattitaliani.
In che cosa "“La discesa infinita" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?

Come autrice mi occupo prevalentemente di poesia, cinema e letteratura, il teatro è stato un folgorante “incidente di percorso” nel momento in cui mi sono imbattuta in due libri di Giordano Bruno Guerri che a mio parere pulsavano verso il palcoscenico.

Questo testo inizialmente era pensato come un reading, come una sorta di quadro in movimento, con scansioni temporali dettate più da un sentimento caleidoscopico che dalla cronologia storica dei fatti, così come lo sono i miei spettacoli di poesia e musica. 

Basato su un libro ma ampliato con testi di grandi come Sartre e Artaud così come da interventi di personaggi dei quali in realtà ignoriamo la vera voce, perché non hanno mai parlato (vedi Sien, la donna amata e poi abbandonata da Vincent), questo lavoro prende adesso nuova forma, conosce spazi nuovi, attraverso una vera e propria rappresentazione teatrale.

Per me è una sorta di esperimento poetico/letterario che si trasfigura sul palcoscenico.

Con questa esperienza quindi imparo ogni giorno, anche grazie alla grande professionalità degli attori, del musicista e della scenografa con cui lavoro.

Quale linea di continuità, invece, porta avanti (se c'è)?

In realtà siamo davanti a qualcosa di completamente nuovo rispetto all’opera originale, come dicevo prima. Per me l’arte e la vita di Van Gogh parlano e si muovono quasi da sole, bastano pochi sguardi (mai abbastanza sui quadri dell’artista) e buone orecchie per ascoltare le sue stesse parole, così intense da non necessitare grandi spiegazioni accessorie. Farne uno spettacolo è quindi una grande responsabilità. Quello che però con il teatro abbiamo cercato di comunicare, è proprio quell’umanità così violenta, la fisicità dirompente del pittore e dell’uomo, tangibile, quasi disturbante a tratti, sicuramente simbolica e rappresentativa come poche del dramma del genio. 

Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...

A scuola ho sempre scritto e partecipato a spettacoli, sia come autrice che come interprete. Sono stata sempre molto attiva anche scrivendo articoli per giornali che io stessa “inventavo”, sin da giovanissima. Avendo frequentato il liceo classico con grande amore ho poi naturalmente incontrato i capolavori del teatro greco negli anni della formazione. “Medea” mi ha folgorata e così ancora oggi. Come autore televisivo ho poi lavorato agli speciali teatro di Rai Sat con la bravissima Roberta Carlotto e mi sono appassionata anche al teatro contemporaneo.


Quando si scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?

Assolutamente sì. Guardi Antonio Gargiulo (ride, ndr).

È successo anche che un incontro casuale abbia messo in moto l'ispirazione e la scrittura?

Sì, esperienza che sto vivendo proprio adesso, per un libro però, che spero vedrà presto la luce. La scrittura è e rimane la mia più grande passione, dopo la lettura, naturalmente. 

Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?

Esperienza ancora da fare, essendo io abbastanza novizia nel settore. Ho invece partecipato come sceneggiatrice a dei documentari biografici. Avventura molto interessante ma complicata da un punto di vista dell’effettiva interazione delle idee. Per fortuna però i registi erano sempre molto bravi.

Con il lavoro su Van Gogh io sono tutt’uno (così come per “Più Luce!”, spettacolo di poesia e musica del festival Tener-a-mente di Viola Costa, nell’anfiteatro del Vittoriale), la sceneggiatura montata com’è e con le splendide musiche del maestro Giacomo del Colle Lauri Volpi, costituiscono la mia “direzione”. Questa nuova veste dello spettacolo è un lavoro in divenire, un’esperienza nuova per me, molto interessante e piena di stimoli. La mia vocazione è prevalentemente quella di scrivere e immaginare. Con “La discesa infinita” queste parole e immagini prendono forma viva e si offrono al tocco del pubblico, cosa che mi emoziona ogni volta. 

Mettere in scena un proprio testo può presentare dei limiti?

A volte per me quello che si scrive non si dovrebbe  “vedere”, ma solo sentire, ad occhi chiusi. Bisogna quindi imparare l’arte del “compromesso estetico” e non è sempre semplice.

D'accordo con la seguente affermazione: "Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto" di Italo Calvino?

Non userei il verbo  nascondere, direi più custodire, con la porta socchiusa. 

Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...

Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco (Victor Hugo).

L'ultimo spettacolo visto a teatro? 

“Trascendí e sali” di Alessandro Bergonzoni. Come sempre, fulminante. Tenere la scena da solo, senza orpelli e senza altro appoggio che una dirompente espressività e intelligenza, per più di due ore come fa lui, regalandoti un cervello piacevolmente in fiamme, é strepitoso. L’uso geniale che fa della lingua italiana è poi una lezione non solo di teatro. E ce n’è sempre più bisogno.

Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo? 

Tanti, troppi. In questo momento penso a Mastroianni, noto soprattutto come attore cinematografico ma che ha più volte sottolineato come sia stato proprio il teatro a dargli le basi per la sua formazione di artista. (Vedi libro “Marcello Mastroianni attore di teatro” a cura di Roberto Chiesi). Inoltre credo che me ne sarei innamorata perdutamente (sorride, ndr). Lui diceva: "Attore è un anagramma di teatro: per uno che fa il mio mestiere, potrebbe essere una piccola, commovente consapevolezza".

Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?

Non riesco a sceglierne uno. Certamente il teatro classico greco per me ha pochi rivali. Fra i contemporanei Strindberg con “Un sogno” si avvicina molto alla mia sensibilità, mi sciocca e mi affascina. E mi fa anche paura. La dimensione dell’assurdo, l’alternanza imprevedibile di sonno e veglia nella narrazione, sono tracce che da sempre sento molto mie. I salti temporali e spaziali in cui viene sviscerata la natura umana portano a una radice capovolta, non sempre facile da metabolizzare ma non per questo meno urgente da vedere (oltre lo sguardo).

La migliore critica che vorrebbe ricevere?

Mi sono emozionato/a. 

La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?

Non vedevo l’ora finisse!

Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?

La voglia di leggere, di approfondire. 

C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé l'essenza e il significato de "La discesa infinita"? 

Per me tutte le scene in cui VINCENT comunica con lucida disperazione quanto il suo urgente desiderio di regalare al mondo il suo messaggio sulla vita e sull’arte, anche a costo della sua stessa vita, sono un monito più che mai prezioso, soprattutto per le nuove generazioni. 

“Noi artisti paghiamo un prezzo incredibilmente alto di salute, di giovinezza, di libertà, delle quali non dobbiamo godere nulla, proprio come il ronzino che tira una carrozza di gente che godrà, loro sì, la primavera”. (VINCENT van Gogh).



INFO BIGLIETTI ONLINE

29-30 AGO Segesta (TP), ore 19.30 | Teatro Antico, Parco Archeologico di Segesta

www.coopculture.it/it/eventi/evento/segesta-teatro-festival/

http://www.vivaticket.com/it/tour/teatro-di-segesta-festival-2022/778

02 SET Giardini Naxos (ME), ore 20.30 | Teatro della Nike, Parco Archeologico Naxos Taormina

https://aditusculture.com/mostre

03 SET Catania, ore 20.30 (Palazzo della Cultura, Comune di Catania)

https://www.ctbox.it/C24/4767/Content.aspx/Eventi/Teatro/Vincent_Van_Gogh_03_09_2022 

Fattitaliani

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