“Jencek canta Shakespeare” contiene 22 sonetti, più prologo ed epilogo per un totale di 24 composizioni musicali.
«Anno stupefacente questo che sta per compiersi, non solo perché mi ha regalato 80 anni, ma perché canto altri compleanni a me d’intorno: due anime grandi, la cui esistenza terrena si è incantevolmente intrecciata con la mia, espandendola in dimensioni altrimenti inaccessibili, come solo i maestri sanno indicare. Compie 80 anni il mio indimenticato Herbert Pagani, con cui ho vissuto un ... tutto tutto tutto il tutto... Compie 100 anni il mio amico fondamentale Arturo Schwarz. L’avevo conosciuto attraverso Herbert. Arturo curava i suoi cataloghi, le sue mostre. Mi regalò la dotta presentazione al mio lavoro shakespeariano, che anche qui ripropongo alla vostra lettura. Coltivo gratitudine, stima, affetto per questo grande uomo del ‘900, protagonista nella storia dell'arte, divulgando nel mondo, con sapienza infinita, i movimenti dadaista e surrealista. E poi poeta, scrittore, saggista, maestro d'arte e cultura per mio figlio Matteo. Herbert, Arturo, due geni che si sono “intuiti” nel profondo». Anna Jencek
Lo stile rinascimentale quasi rimanda al Petrarca, ma la sapienza di Shakespeare si colora di esoterismo e alchimia. Nell'essenza di quelle liriche d'amore per il Giovane biondo e luminoso, e per la Dama bruna e oscura, si legge una ricerca di verità e assoluto dai tratti neoplatonici, dentro una visione della vita contraddittoria fino al paradosso.
È un tripudio di poesia: un poeta immenso tradotto da due poeti grandi come Giuseppe Ungaretti e Sara Virgillito. Poeti che, pur nelle diverse scelte di stile (ermetico e simbolista il primo, struggente e emotiva la seconda), hanno saputo comunicare il "contenuto" attraverso un gioco linguistico nel quale il "significato" si veste di seduzione e potenza. Ungaretti mantiene lo schema metrico, ma non la misura del verso; Virgillito traduce in versi sciolti, ma la misura è endecasillaba. In entrambi, una naturale musicalità che ha guidato il comporre di Anna.
Una raccolta con cui Anna Jencek, artista poliedrica e creativa, ripercorre con una musicalità originale l’ampia gamma di riflessioni che Shakespeare riusciva ad affidare a parole e temi di ordine quotidiano. Lo stile polifonico-contrappuntista caratterizza le musiche che Anna Jencek ha immaginato per accompagnare la parola shakespeariana: alla melodia originale se ne aggiungono altre, talvolta più acute, altre gravi, scaturite da essa, come scissione della luce attraverso un prisma, in un susseguirsi di voci, strumenti e parola recitata, in un andamento ritmico serrato, sincretico, cosmico.
Etichetta: Moletto Music
Release album: 22 novembre 2024
BIO
Anna Jencek, artista poliedrica, svolge intensa attività nei settori della musica, del teatro, della danza.
Ha studiato pianoforte e canto, nonché chitarra classica al conservatorio, sotto la guida del M° Ruggero Chiesa, negli anni in cui Salvatore Quasimodo era docente di letteratura italiana.
Ha scritto musica per Herbert Pagani, con cui ha condiviso anni di lavoro e di vita, e altri artisti; per spettacoli teatrali e di danza, spot radiofonici e televisivi, ottenendo vari premi e un disco d'oro.
Cantautrice, attrice, tiene recital nei principali teatri milanesi, in Italia e all'estero.
Ha diretto stage professionali di canto in cui era docente di interpretazione, tecniche vocali e presenza scenica.
È stata vocal coach in talent televisivi. Ha inciso numerosi dischi con sue composizioni. È citata nel dizionario delle compositrici lombarde.
Voce di Radio e altre, affronta le prime esperienze di palcoscenico sotto la guida registica del M° Alessandro Brissoni. Ha collaborato con la scuola del Piccolo Teatro. È stata docente di recitazione, commediografa e regista in compagnie filodrammatiche. Ha partecipato come compositrice cantante e attrice nella "Compagnia del lago", diretta da Luigi Chiarelli.
Allieva di Ada Franellich nel percorso decennale di "Ginnastica, Ritmica, Danza secondo il metodo Hellerau - Laxenburg", ha studiato all'Istituto Yoga di Carlo Patrian.
Danzatrice e coreografa, ha insegnato danza creativa, nei corsi del Comune di Milano e presso la scuola di danza Mara Terzi. È insegnante di yoga.
Dal padre, mecenate di artisti, ha appreso il gusto della pittura. La scrittrice Lalla Romano, amica di famiglia, ha guidato i suoi primi passi nella conoscenza di poesia e letteratura, per cui fin da bambina ha ottenuto premi e borse di studio. È stata redattrice editoriale. Ha insegnato attività creative presso le scuole medie statali durante il primo settennato di sperimentazione didattica, avendo ottenuto abilitazione ministeriale. Ha tenuto laboratori di scrittura della memoria e di lingue.
Consulente di Assessorati alla Cultura, aveva fondato e diretto l'associazione di servizi culturali "L'albero dell'Arte", per l'ideazione e organizzazione di eventi nei campi dell'arte, dello spettacolo, della cultura, dell'educazione, con all'attivo centinaia di progetti realizzati per enti privati e, soprattutto, pubblici.
La sua discografia ha sempre cercato il connubio tra musica, letteratura e poesia. L’ultima sua pubblicazione è “Saffosonie. Cantando liriche di Saffo” per Moletto Edizioni Musicali.