Un ritratto al vetriolo della disastrosa situazione in cui versa il mondo del lavoro ai giorni nostri, in un vortice di precarietà, frenesia e brutale competitività.
Parla di contemporaneo e lo fa con il linguaggio di uno degli artisti più promettenti e interessanti della nuova scena teatrale la nuova prestigiosa produzione firmata SCARTI - nata in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa (dove sarà in scena a febbraio) e con CSS Teatro Stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano con il sostegno di La Corte Ospitale.
Bidibibodibiboo è testo finalista alla 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro, dell’autore e attore milanese Francesco Alberici - già Premio Ubu under35 - in scena con Daniele Turconi, Salvatore Aronica, Maria Aaris e Andrea Narsi.
Lo spettacolo è
prodotto da SCARTI Centro di Produzione
Teatrale d’Innovazione in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, CSS Teatro stabile di
innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano
e creato nell’ambito dell’École des Maîtres 2020/21.
Scritto,
diretto e interpretato da Francesco Alberici, la scena di Bidibibodibiboo - a firma dello scenografo spezzino Alessandro Ratti - trae ispirazione
dall’immaginario dell’artista visivo Maurizio Cattelan, riproducendo un
classico interno di una cucina anni ‘50 - illuminata dal light designer Daniele Passeri - dietro un lavello con
sopra un accumulo di stoviglie sporche, un bicchiere, una sedia vuota per
raccontare lo sgretolamento del sogno di una vita senza più nessun incantesimo.
Dipendente
a tempo indeterminato di un’importante multinazionale, Pietro è
inspiegabilmente preso di mira da un superiore e inizia a vivere un incubo. Il
fratello Daniele, drammaturgo teatrale, sceglie di raccontarne pubblicamente la
vicenda, trasformandola nel soggetto di uno spettacolo, mettendo in discussione
ogni certezza e distinzione tra realtà e finzione, in un intreccio potente e
rigoroso che intende scardinare l’idea stessa di autenticità in un continuo
scambio di ruoli e di identità, creando confusione tra persona e personaggio,
alla ricerca forse di un riscatto, seppur immaginario e solo in “un mondo di
fantasia”, alterando e manipolando ricordi e trasformando eventi, riflettendo
su scelte e responsabilità, esasperando le situazioni, tutte senza via di
uscita, tra rabbia e rassegnazione, fino a non comprendere più, come in un
incantesimo, a chi appartiene realmente la storia che si sta raccontando. E
forse non poi così importante visto che, in fondo, ci riguarda tutti.
Con
dissacrante ironia e al tempo stesso grande tenerezza, da sempre cifra
stilistica dell’autore e attore Francesco Alberici, Bidibibodibiboo racconta le scelte e le rinunce, i sogni e le
grandi paure di una generazione alle prese con un mondo del lavoro
drammaticamente spietato.
La
giuria della 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro, segnalando il
testo tra i finalisti, ha sottolineato come «con un’efficace e misurata
composizione, l’autore, tramite uno scambio di mail e un impianto tra
l’autofiction e il metateatrale, racconta con asciutta verosimiglianza ed
efficacia, la caduta agli inferi aziendali del dipendente di una grande
azienda: attacchi, vergogna, licenziamento, omissione, liberazione».
Note allo spettacolo -
di Francesco Alberici
Il titolo è
ispirato all'opera quasi omonima di Maurizio Cattelan, nella quale uno
scoiattolino è riverso su un tavolo, in un interno casalingo anni ’50 e si è
appena sparato un colpo alla testa. Lo squallore di questo interno – col tavolo
e le sedie moderne, in frassino chiaro e formica gialla, le stoviglie sporche
buttate nel lavandino e la muffa sulla caldaia – rende alla perfezione
l’atmosfera che immaginavo mentre scrivevo.
Il testo
racconta di due fratelli.
Uno è
dipendente in una grande e nota multinazionale e, preso all'improvviso di mira
da un superiore, inizia a vivere un incubo che terminerà col suo licenziamento.
L’altro, che
fa l'autore teatrale, decide di raccontare pubblicamente la vicenda del
fratello, portandola in scena.
Se da un
lato volevo raccontare la vergogna e la frustrazione del fratello che ha
problemi sul lavoro, dall’altro ci tenevo a ragionare sulla delicata operazione
che porta a trasformare un vissuto reale in arte.
Sono tanti i
temi di questo spettacolo: il modello delirante di cultura aziendale che si sta
imponendo a livello globale, in cui i lavoratori sono spinti a raggiungere
standard che le stesse aziende definiscono con orgoglio “irragionevolmente
alti” e ai dipendenti viene spiegato che quando “si arriva al limite”, a causa
dei ritmi di lavoro implacabili, non resta altra soluzione che “superare quel
limite”; i percorsi di vita che portano i due fratelli a compiere scelte
differenti, scelte in cui la volontà ha
un ruolo più marginale di quanto non si creda.
La precarietà riguarda ormai sia chi la sceglie deliberatamente, come me, sia chi cerca di costruirsi una vita più stabile. Nessuno è indenne. I nuovi colossi globali del mondo capitalista non stanno ridisegnando soltanto le dinamiche del lavoro, ma anche delle nostre vite. Termini e concetti aziendali hanno invaso il nostro linguaggio – performance, competizione, miglioramento di sé, ottimizzazione – e ridefinito la nostra idea del tempo: ormai il tempo libero non è altro che tempo perso.
FRANCESCO ALBERICI
Francesco Alberici
(Milano, 1988) è attore, autore e regista di teatro. Nel 2021 vince il Premio
UBU come miglior attore/performer under 35 ed è tra i cinque finalisti della
56° edizione del Premio Riccione col suo testo Bidibibodibiboo, tradotto in quattro lingue. Dopo aver lavorato per
alcuni anni nella compagnia milanese Quelli di Grock, fonda assieme a Claudia
Marsicano, Daniele Turconi e Salvatore Aronica la propria compagnia
Frigoproduzioni, con cui realizza Socialmente
(2014) e Tropicana (2017), di
entrambi gli spettacoli è autore, co-regista e interprete. Dal 2016 lavora
regolarmente con Deflorian/Tagliarini, come interprete e collaboratore alla
drammaturgia – per loro nel 2020 è unico interprete dello spettacolo Chi ha ucciso mio padre, testo di
Edouard Louis. Nel 2019 assieme a Silvia Gussoni traduce Realismo Globale, raccolta di scritti di Milo Rau edita da
CuePress. Nel 2020 debutta al Romaeuropa Festival con Diario di un dolore di cui è autore, regista e interprete assieme
ad Astrid Casali. Nel 2021 firma assieme a Enrico Baraldi la drammaturgia di Non Tre Sorelle, vincitore del Premio
Nazionale della critica ANCT. Tra le ultime collaborazioni quella con Babilonia
Teatri, insigniti nel 2016 del Leone d’Argento, nello spettacolo Pietre Nere, e con Liv Ferracchiati in Hedda Gabler. Come una pistola carica.
BIDIBIBODIBIBOO
regia e drammaturgia Francesco Alberici
con Francesco Alberici, Maria Ariis, Salvatore Aronica, Andrea Narsi, Daniele Turconi
aiuto regia Ermelinda Nasuto
scene Alessandro Ratti
luci Daniele Passeri
tecnica Fabio Clemente, Eva Bruno
produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione
in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano
con il sostegno di La Corte Ospitale
comunicazione Francesca Lombardi
ufficiostampa Maddalena Peluso
si ringraziano Alessandra Ventrella e Davide Sinigaglia
testo creato nell’ambito dell’École des Maîtres 2020/21, diretta da Davide Carnevali
finalista alla 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro
Francesco Alberici Premio UBU miglior attore/performer under35 2020-21
SALA UMBERTO
15 – 20 ottobre 2024
SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50, 00187 Roma - prenotazioni@salaumberto.com
Biglietti da 25€ a
18€
Da martedì a giovedì ore 20.30 – Venerdì e
sabato ore 21 -
Domenica ore 17
Durata 1 ora e 45 min senza intervallo