OHT, nuvolario: Teatro Argentina, Roma, Romaeuropa festival domenica 20 ottobre

 


Con la loro mutevolezza e inafferrabilità hanno influenzato pittura, fotografia, poesia, letteratura, meteorologia e strategia militare; vapore acqueo condensato intorno a particelle come lo ioduro d’argento – usato per le prime fotografie, nel cloud-seeding o nel programma di ricerca atomica Manhattan – le nuvole sono la fonte di ispirazione per nuvolario, nuovo progetto di OHT [Office for a Human Theatre] che, dopo il debutto alla sedicesima edizione del Festival Aperto di Reggio Emilia, domenica 20 ottobre, viene presentato a Roma al Teatro Argentina, all'interno del palinsesto di Romaeuropa festival. 

 

Concepito come una nuvola, dunque incline al mutamentonuvolario a ogni rappresentazione apparirà diverso, cambiando formato e linguaggi, contenuti e composizione delle sue parti.

 

Per la sua prima rappresentazione, il regista e curatore Filippo Andreatta ha scelto una versione musicale, capace di “trasformare in nuvole” Music for 18 Musicians [Mf18M], capolavoro del compositore minimal statunitense Steve Reich, eseguito per l’occasione dall’ensemble Sentieri selvaggi, punto di riferimento per l’esecuzione della musica minimalista in Italia.

 

Music for 18 Musicians inizia con una serie di pulsazioni che si moltiplicano diventando un vortice sonoro mozzafiato che utilizza l’aria e la respirazione per modularsi e riverberare. Il respiro delle voci femminili diventa misura del ritmo, creando una vertigine sonora, una poliritmia di inspirazioni ed espirazioni, un continuo movimento d’aria. Declinata nelle sue diverse mutazioni, dalle nuvole al respiro, l’aria, è un agente trasformativo che nello spettacolo manifesta tutta la sua invisibilità e visibilità.

Materializzando l’aria del palcoscenico, nuvolario rivela la natura fisica delle nuvole attraverso una tecnologia che reagisce alla temperatura, all’umidità, ai movimenti e alle parole; lo spettacolo diventa la riproduzione artificiale di un elemento naturale ma anche la trasmissione della sua evanescenza e fragilità.

 

Creando una tassonomia delle forme dell’aria, tra cirri, nuvole, respiri, fiati e nubi, nuvolario è una ricerca sul potere effimero e trasformativo del teatro che ci invita a guardare all’insù, omaggiando la potenza visiva delle nuvole nella più semplice delle azioni teatrali: vedere quello che non c’è, un teatro d’aria.

 

La nuova opera di OHT è una performance fatta di variazioni, sovrapposizioni e leggeri sfasamenti. Portando in scena la dinamica ritmica di Reich, restituisce al teatro l’aria, all’orchestra il suo spazio, al pubblico il ritmo, il battito del cuore. Le nuvole sono il raro momento in cui l’atmosfera si materializza e, in nuvolario, diventano lo stratagemma per riportare il teatro alla sua originaria evanescenza.

Foto di Giacomo Bianco


NUVOLARIO di OHT Office for a Human Theatre

Versione musicale

musica di Steve Reich / Music for 18 Musicians eseguita da ensemble Sentieri selvaggi (voci Elisa Bonazzi, Sara Jane, Ghiotti, Gaia Mattiuzzi, Giulia Zaniboni; violino Piercarlo Sacco; violoncello Aya Shimura; clarinetto e clarinetto basso Mirco Ghirardini, Giovanni Pignedoli; percussioni Leonardo Bertolino, Carlo Boccadoro, Nicola D'Auria, Andrea Dulbecco, Ettore Marcolini, Edoardo Maviglia, Matteo Savio; pianoforti Gabriele Carcano, Bruna Di Virgilio, Valentina Messa, Andrea Rebaudengo, Leonardo Zunica)

regia, scena e scrittura Filippo Andreatta collaborazione drammaturgica Veronica Franchi video CGI Francesco D’Abbraccio (Lorem) assistente alla regia Sara Thaiz Bozano direttore di scena Cosimo Ferrigolo

luci Filippo Andreatta, Bianca Peruzzi

sviluppo e comunicazione Anna Benazzoli fotografie Giacomo Bianco

creative producer Chiara Boitani amministrazione Lucrezia Stenico

sviluppo internazionale Job Rietvelt

animale guida yún (云)

produzione Office for a Human Theatre [OHT]
co-produzione Fondazione I Teatri / Festival Aperto Reggio Emilia, Romaeuropa festival, Sagra Musicale Malatestiana

residenza artistica Centrale Fies, teatro alla Cartiera Rovereto

con il contributo di MiC, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Caritro di Trento e Rovereto

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