Milano celebra Enrico Baj nel centenario dalla sua nascita con una mostra personale a Palazzo Reale



di Antonino Muscaglione - Mezzo secolo di arte, tra pittura, scultura e pittura che diventa scultorea, grazie all'impiego di materiali da riuso, nell'arte di Enrico Baj in mostra al Palazzo Reale di Milano dall'8 ottobre 2024, al 9 febbraio 2025.

Un panorama completo dell'opera del maestro milanese in mostra in una delle sale più iconiche: la sala delle Cariatidi. In occasione del centenario dalla nascita Palazzo Reale omaggia un artista poliedrico che con la sua arte, con le sue metamorfosi ha saputo interpretare appieno il suo tempo. Si parte dal movimento dell'arte nucleare nato attorno al bar Jamaica, un caffè letterario fondato nel 1911 luogo di ritrovo di diversi artisti della cultura milanese, dallo stesso Baj al rivoluzionario Lucio Fontana. Sono gli anni della sperimentazione, «gli artisti “nucleari” sono uomini moderni» – ci racconta la guida dell'associazione Ad Artem – «operano a cavallo tra il figurativo e l'arte astratta, si stanno scoprendo nuovi mondi, sono molto incuriositi dagli studi per la scoperta del DNA.» Ed è qui che possiamo collocare le prime opere esposte in mostra datate 1951. Si passa subito ai primi esperimenti che Baj fa lavorando su alcune tele di poco valore artistico, quei paesaggi che possiamo trovare nei quadri a casa della nonna che Baj recupera nei mercatini dell'usato, in queste tele, lasciando intravedere il fondo, c'è l'inserimento degli ultracorpi materici, figure enigmatiche e mostruose inserite all'interno di paesaggi apparentemente tranquilli. Da queste prime opere esplicitamente pittoriche si passa allo studio più personale di Enrico Baj col primo studio dei generali, un complesso lavoro eseguito a olio e collage su stoffa, “Parata a sei” è il titolo dell'opera, un lavoro in cui Baj gioca con carte da parati e stoffe per definire figure di inquietanti generali, interessante il connubio che fa l'artista fra la rappresentazione della quotidianità attraverso pittoresche carte da parati e la sovrapposizione di questi generali che silenziosamente invadono la società che quasi in maniera inconsapevole si fa dominare da scelte subdole di chi sta al potere. Le figure di questi generali sono buffe, quasi simpatiche all'occhio dell'osservatore, l'uso del panno le rende quasi morbide al tatto, questo è per Baj il gioco subdolo di chi vuol manipolare le masse: ipnotizzare le masse senza che queste se ne accorgano. Superata questa sezione si passa a “I funerali dell'anarchico Pinelli”, opera posta di traverso, al centro della sala delle Cariatidi. 


Qui la massima espressione di Baj e la vicinanza con l'opera di Pablo Picasso: “Guernica”, la lampada, le figure esplicitamente cubiste, un'immensa opera tridimensionale che è stata acquisita nella collezione permanente del vicino museo del '900 di Milano. Tutta l'opera di Enrico Baj fatta personaggi come Ultracorpi, Generali, Dame, Mobili e Specchi animano una una giostra di creature frutto dell'universo surrealista e insieme fantascientifico di un autore che ha fatto dell'ironia e del grottesco un grimaldello per scardinare il conformismo borghese e schierarsi contro ogni forma di potere costituito. Dopo una sezione dedicata alle sculture fatte coi lego metallici, si torna alla pittura, lavori bidimensionali in cui è sempre più evidente l'inserimento di elementi estranei alla figura rappresentata, pomelli di attaccapanni al posto di due seni, un campanello al posto del viso di una dama, un sempre più presente uso di materiali di passamaneria: nastri, cordini, pom pom che invadono sempre più l'opera del maestro milanese. 


Fino ad arrivare alle ultime dame monocromatiche, bianche scultoree e minimaliste, composte quasi esclusivamente di elementi di passamaneria dei primi anni 2000. Nella mostra curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj ci sono quasi 50 opere che rappresentano in sintesi tutta l'opera del maestro milanese, che coi suoi lavori quasi giocosi ci danno l'opportunità di riflettere su tanti temi attuali attraverso lo sguardo di un artista anarchico e scanzonato.

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