Francesco Cavestri: «Il jazz è un genere che va oltre i generi». L'intervista di Fattitaliani



All'interno della manifestazione JazzMi il concerto che segna l'incontro artistico tra il pianista Francesco Cavestri e il rapper e cantautore Willie Peyote.

A Milano arriva JazzMi, una rassegna che trasforma la città capoluogo lombardo, dal 17 ottobre al 13 novembre, in capitale del jazz contemporaneo, un genere che in questa occasione si muove fra tradizione e innovazione. Ed è in quest'ottica che Francesco Cavestri, musicista apprezzato in tutto il mondo, torna il 31 ottobre a suonare a Milano nel Teatro della Triennale, luogo già sacro perché sede del museo del Design, iconiche le fontane di Giorgio De Chirico presenti nel giardino posteriore dello storico edificio. Cavestri coglie l'occasione per portare in scena uno spettacolo che è un incontro artistico col rapper Willie Peyote. Sento Francesco per farmi raccontare come sta preparando l'evento che avrà luogo il 31 ottobre.

Ciao Francesco, come stai? Com'è nata l'idea di mettere in piedi questo spettacolo?

Ciao Antonino, a me è sempre piaciuto l'innesto fra la musica Jazz e il repertorio hip hop, due mondi apparentemente lontani, ma che si somigliano soprattutto per la libertà compositiva. L'incontro con Willie è quasi naturale viste le mie attitudini, lo spettacolo è un dialogo tra il mio pianoforte e le rime ironiche e graffianti di Willie.

Quindi ci saranno anche brani del vostro repertorio?

Questa è l'occasione per presentare alcuni brani originali contenuti nei miei album 'Early 17' e 'IKI – bellezza ispiratrice', c'è anche spazio per i successi di Willie, inoltre, ed è questa la novità di cui vado fiero, in questa sede presentiamo in anteprima assoluta un brano inedito che abbiamo realizzato insieme.


Com'è nato l'incontro con Willie Peyote?

Il nostro incontro è stato del tutto naturale, ci siamo incontrati ad una manifestazione musicale, è subito scattata un'alchimia. Sono dell'avviso che il jazz è il genere più contemporaneo in assoluto. Inoltre Jazz e Hip hop sono, come dire, due generi fratelli. In qualche modo, Questi due emisferi musicali in apparenza potrebbero sembrare distanti e quasi inconciliabili, in realtà condividono tantissimi punti di contatto, sia dal puntο di vista storico sociale che musicale. Non a caso, è lo stesso Snoop Dogg, una delle figure più autorevoli dell’hip hop a livello mondiale, ad attribuire l’invenzione dell’hip hop a Herbie Hancock, uno dei pianisti più influenti della storia del jazz. L'hip hop nasce dal campionamento di un suono, una linea di batteria, una linea di basso, entrambi, ed è questa forse la cosa che più unisce i due generi, c'è l'aspetto dell'improvvisazione. Il jazz inoltre è di per sé un genere, consentimi il termine, che va oltre i generi, la naturalezza tipica del jazz segue a uno studio attento, un approfondimento, una consapevolezza che permette di spingersi fuori dai confini, esplorare, la stessa cosa in qualche modo la fa l'hip hop. Per questo sono ancora più felice di quest'incontro artistico con Willie.

Antonino Muscaglione

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Fattitaliani

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