Philarmonie Luxembourg, Kavakos, Yo-Yo Ma e Emanuel Ax inaugurano la nuova stagione. La recensione




Ieri sera, nella magnifica cornice della Philharmonie Luxembourg, il trio composto da Leonidas Kavakos, Yo-Yo Ma e Emanuel Ax (foto di Sebastien Grebille) ha dato vita a un'esibizione magistrale, con una naturalezza disarmante e senza il minimo sforzo apparente, dimostrando una padronanza tecnica e musicale impeccabile.

Il Piano Trio No. 2 in Do maggiore di Brahms, composto da quattro movimenti, è stato eseguito con una precisione tale che ogni passaggio sembrava fluire in modo naturale, senza alcun segno di sforzo. L'Allegro iniziale, con le sue complesse interazioni tematiche, è stato affrontato con una perfetta intonazione e un bilanciamento sonoro in cui ciascun strumento ha trovato il proprio spazio senza mai prevalere sugli altri.

Nel secondo movimento, l’Andante con moto, il trio ha messo in evidenza la struttura a variazioni tipica di Brahms, facendo emergere una straordinaria gamma dinamica. Qui, si è notata particolarmente la capacità di Yo-Yo Ma di modulare il suono del suo violoncello, creando una varietà di sfumature timbriche che hanno reso ogni variazione unica. Il gioco tra il canto del violoncello e le risposte del violino di Kavakos, in perfetta sincronia con il pianoforte di Ax, ha creato un equilibrio raro tra precisione e espressione emotiva.

Passando al Trio "Archiduca" di Beethoven, l'esecuzione dell'Andante cantabile è stata forse uno dei momenti più intensi della serata, con Ax che ha saputo costruire un lirismo quasi orchestrale dal pianoforte. Il tema principale è stato eseguito con una delicatezza tale da evocare un canto religioso, ma senza mai perdere la tensione emotiva. In particolare, la capacità del trio di far emergere il contrasto tra le sezioni liriche e quelle più energiche dell'Allegro moderato – Presto finale ha permesso di far percepire tutta la ricchezza ritmica e armonica di Beethoven.

In sintesi, la straordinaria abilità tecnica di questi tre musicisti, abbinata a una visione interpretativa profondamente radicata, ha reso la serata un tributo eccezionale alla grande tradizione del trio con pianoforte, facendo sembrare ogni complessità una pura espressione musicale priva di sforzo. La Philharmonie, come sempre in ogni concerto, incanta e stupisce per il livello di eccellenza.

En Français

Hier soir, dans le cadre magnifique de la Philharmonie Luxembourg, le trio composé de Leonidas Kavakos, Yo-Yo Ma et Emanuel Ax a offert une performance magistrale, avec une aisance désarmante et sans le moindre effort apparent, démontrant une maîtrise technique et musicale irréprochable. Le Piano Trio n°2 en ut majeur de Brahms, composé de quatre mouvements, a été interprété avec une telle précision que chaque passage semblait couler naturellement, sans aucun signe d'effort. L'Allegro initial, avec ses interactions thématiques complexes, a été abordé avec une intonation parfaite et un équilibre sonore dans lequel chaque instrument trouvait sa place sans jamais dominer les autres.

Dans le second mouvement, l'Andante con moto, le trio a mis en lumière la structure en variations typique de Brahms, faisant ressortir une gamme dynamique extraordinaire. Ici, on a particulièrement remarqué la capacité de Yo-Yo Ma à moduler le son de son violoncelle, créant une variété de nuances sonores qui ont rendu chaque variation unique. Le dialogue entre le chant du violoncelle et les réponses du violon de Kavakos, en parfaite synchronisation avec le piano d'Ax, a créé un rare équilibre entre précision et expression émotionnelle.

En passant au Trio "Archiduc" de Beethoven, l'exécution de l'Andante cantabile a sans doute été l'un des moments les plus intenses de la soirée, avec Ax qui a su créer un lyrisme presque orchestral au piano. Le thème principal a été interprété avec une délicatesse telle qu'il évoquait un chant religieux, sans jamais perdre la tension émotionnelle. En particulier, la capacité du trio à faire ressortir le contraste entre les sections lyriques et celles plus énergiques de l'Allegro moderato – Presto final a permis de percevoir toute la richesse rythmique et harmonique de Beethoven.

En résumé, l'extraordinaire habileté technique de ces trois musiciens, combinée à une vision interprétative profondément ancrée, a fait de cette soirée un hommage exceptionnel à la grande tradition du trio avec piano, rendant chaque complexité une pure expression musicale sans effort. La Philharmonie, comme toujours lors de chaque concert, charme et émerveille par son niveau d'excellence. 

In English

Last night, in the magnificent setting of the Philharmonie Luxembourg, the trio consisting of Leonidas Kavakos, Yo-Yo Ma, and Emanuel Ax delivered a masterful performance, with a disarming ease and without the slightest apparent effort, showcasing impeccable technical and musical mastery. The Piano Trio No. 2 in C major by Brahms, composed of four movements, was performed with such precision that each passage seemed to flow naturally, without any sign of effort. The opening Allegro, with its complex thematic interactions, was handled with perfect intonation and a sound balance where each instrument found its place without ever overpowering the others.

In the second movement, the Andante con moto, the trio highlighted the variation structure typical of Brahms, bringing out an extraordinary dynamic range. Here, Yo-Yo Ma’s ability to modulate the sound of his cello was particularly noticeable, creating a variety of tonal nuances that made each variation unique. The interplay between the cello's melody and the responses of Kavakos' violin, in perfect synchrony with Ax’s piano, created a rare balance between precision and emotional expression.

Moving to Beethoven's "Archduke" Trio, the performance of the Andante cantabile was perhaps one of the most intense moments of the evening, with Ax crafting an almost orchestral lyricism from the piano. The main theme was played with such delicacy that it evoked a religious chant, without ever losing emotional tension. Particularly, the trio’s ability to highlight the contrast between the lyrical sections and the more energetic parts of the final Allegro moderato – Presto allowed the audience to fully appreciate Beethoven’s rhythmic and harmonic richness.

In summary, the extraordinary technical skill of these three musicians, combined with a deeply rooted interpretive vision, made the evening a remarkable tribute to the great tradition of the piano trio, making every complexity seem like a pure and effortless musical expression. The Philharmonie, as always in every concert, captivates and amazes with its level of excellence.

Fattitaliani

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