La scrittura di Romito è raffinata e meticolosa, ogni parola è scelta con cura per svelare l’essenza di Eleonora Duse, la sua complessità e il suo fascino. La Duse emerge come una donna consapevole della propria grandezza, una figura quasi mitica, ma anche capace di vivere l’amore in modo totalizzante, al di fuori delle convenzioni sociali. Stefania Romito ci offre una descrizione sfaccettata della Duse, non solo come attrice, ma come donna che ha amato con una passione travolgente, capace di oscillare tra la fiaba e la realtà, tra l'intensità della passione e la timidezza del sentimento più puro.
L’amore tra Eleonora e Boito viene descritto con una delicatezza che rispecchia la profondità di un legame complesso, fatto di intellettualità, arte e desiderio. La loro relazione, carica di tensione e sentimento, è narrata con la stessa cura che Romito dedica alla caratterizzazione dei suoi personaggi: Eleonora, “La Divina”, consapevole del suo ruolo nel mondo, e Boito, il compositore e poeta, complice e confidente di un amore fuori dal tempo. Attraverso il loro legame, Romito esplora la vulnerabilità dell’amore, quel “sublime sentimento” che nasce dalla timidezza e si trasforma in una forza inarrestabile.
Il romanzo si distingue per la sua capacità di restituire la grandezza e la fragilità di due anime eccezionali, in bilico tra arte e vita. Grazie alla sua prosa evocativa, Stefania Romito ci regala non solo una biografia, ma un viaggio emozionante attraverso l’anima di Eleonora Duse e Arrigo Boito, svelando i lati più nascosti di un amore che ha segnato entrambi e che continua a vivere nelle pagine di questo affascinante racconto.