di Caterina Civallero
Gloria Jean Watkins, insegnante universitaria,
femminista, scrittrice statunitense che scrive sotto lo pseudonimo di Bell
Hooks, ha dato a un’intera generazione di lettrici e lettori gli strumenti per
guardare il mondo con occhi nuovi. Nel suo libro “All about Love” afferma che il
futuro è ancestrale.
A Nuran Evren Sit,
la scrittrice che ha sceneggiato Another self, la famosissima serie turca di
cui ho già parlato in un paio di articoli, è stato chiesto: «Cosa ne pensi?».
Questa è la sua risposta: «Il
futuro è adesso. Ciò che facciamo ora
crea il futuro. Credo che siamo legati al nostro passato, ma non siamo bloccati
in esso. Siamo nutriti dalle nostre radici tanto quanto nutriamo il nostro sé
futuro. Siamo il passato dei nostri figli. Quella consapevolezza è tutto ciò di
cui abbiamo bisogno per costruire il nostro futuro. Il destino è un concetto
con cui possiamo interagire».
Sulla base delle sue parole è facile comprendere
il punto di vista da cui origina lo stile che ha sottolineato le due apprezzate
serie televisive.
Tutte le risposte
di Nuran Evren Sit, scritte in corsivo e contenute in questo articolo, si
trovano nell’intervista
rilasciata al sito portoghese Affectum.
NURAN E LA SUA
ESPERIENZA PERSONALE CON LE COSTELLAZIONI FAMILIARI
«Ho partecipato a “un’espansione della
sessione sull’origine familiare” sette anni fa con Sabri Salıs.
È stata un’esperienza molto forte e profonda. Da allora, quando ho capito come
è cambiata la mia vita, e non solo la mia ma anche quella dei miei amici e
delle persone che hanno partecipato, ho continuato a sperimentare. Sabri
Salıs e Gulcin
Onel mi hanno offerto pieno sostegno se
avessi scritto una serie sull’argomento. E quattro anni dopo quella
conversazione, mi sentivo pronta a parlarne al grande pubblico.
Ho letto quasi tutto ciò che ho potuto
trovare sull’argomento. Prima di convincere i produttori, gli attori e la rete,
dovevo essere davvero sicura di quello che raccontavo. Quando ti rendi conto
che scrivere fiction televisive è un modo enorme per comunicare con persone in
tutto il mondo, devi davvero stare attento a ciò che dici nella narrazione. Mi
sono domandata: “Se avessi la possibilità di raccontare al mondo una storia,
quale sarebbe? Cosa significherebbe? Cosa ispirerebbe il pubblico?” Penso che
la lettera di mio nonno abbia avuto molto a che fare con il mio concetto di
scrittura».
LA MISSIONE DI NURAN
Un paio di anni prima di scrivere Another
self, Nuran trovò una lettera di suo nonno. La ricevette quando
aveva sei anni, e fra quelle pagine le rivelava che il nome Evren era
strettamente connesso con il suo carattere e il suo futuro. Le spiegava che
poteva immaginarla mentre raccontava storie al mondo intero attraverso un libro
o un film. Se mai avesse avuto la possibilità di realizzare quella visione,
avrebbe onorato il proprio nome e la sua memoria. Another self nasce dalla
missiva di un nonno amorevole che spinge coraggiosamente la sua nipote
prediletta verso un futuro radioso.
«Penso che chi siamo dipenda dal modo in
cui utilizziamo il nostro passato per costruire il nostro futuro»
afferma; «”Live to tell” è ciò che faccio inconsciamente. Sembra che,
quando scrivo, i personaggi, gli eventi, i dialoghi, provengano da luoghi in
cui sono già stata prima. Quando medito e mi concentro sul mestiere con
l’intenzione di lasciare che la mia scrittura sia ciò di cui il collettivo ha
più bisogno, con le parole che devono essere dette ad alta voce e che ispirino
le persone, le parole vengono facilmente. Mi sento come se stessi canalizzando
ciò che è già lì per tutti. Cerco di non rimanere bloccata nei giudizi, nel
prendere posizione o nel cercare di dare lezioni al pubblico quando scrivo».
TURCHIA: UN PONTE FRA
ASIA ED EUROPA
Nuran Evren proviene da una terra che ha dato i
natali a grandi poeti, filosofi, scrittori e personaggi rivoluzionari come
Rumi, Şems, Hacı Bektaş, Mustafa Kemal Atatürk: tutti loro hanno portato nuovi
modi di pensare e di vivere alla gente; sceneggiare Another
self ha richiesto un grande lavoro di traduzione culturale. Le
dinamiche familiari e il patrimonio culturale della Turchia sono molto diversi
e unici; pertanto, il lavoro di decodifica volto a mostrare le esperienze
acquisite nel campo delle costellazioni familiari alla cultura dell’Anatolia e
al pubblico turco prima, e a quello europeo in seguito, ha richiesto l’ausilio
di due consulenti del settore. Qui trovi full cast e crew.
Sabri Salıs e Gulcin Onel, che hanno ricevuto la
loro formazione in Germania dagli studenti di Bert Hellinger e dallo stesso
Hellinger, hanno aiutato Nuran Everen a strutturare uno straordinario ritratto
delle trappole psichiche delle dinamiche familiari che così spesso ci
condizionano e ci legano alle storie vissute dai nostri antenati; in tal modo
l’intero processo di scrittura è stato per lei come una vera e propria terapia.
Il focus di tutta la serie consiste nel
comprendere e accettare il nostro passato per poter cambiare paradigma in modo
consapevole, in quanto il futuro è adesso e ciò che facciamo ora
crea il futuro. Siamo legati al nostro passato, e siamo nutriti dalle nostre
radici tanto quanto nutriamo il nostro sé futuro. Siamo il passato dei nostri
figli. Questa consapevolezza è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per
costruire il nostro avvenire; il destino è un concetto con cui possiamo
interagire sempre.
https://www.youtube.com/watch?v=_emJB4tmTQk
COME FUNZIONA UNA
COSTELLAZIONE FAMILIARE?
Il metodo usato in Another
self per la conduzione della Costellazione familiare
sistemica è basato piuttosto fedelmente sul lavoro dello
psicologo e scrittore tedesco Bert Hellinger, nato nel 1925 a Leimen/Baden.
Hellinger fu per 16 anni sacerdote, insegnante e missionario in Sudafrica tra
gli Zulù. Parroco laureato in teologia, psicologia, e appassionato allo studio
di storia, filosofia e antropologia, stimolato dal contatto con la cultura
locale, si concentrò sul paragone fra la struttura della messa cattolica e i
rituali tribali.
L’analisi della questione gli permise di
osservare che, nella ricerca del sacro, il risultato è lo stesso.
Una volta rientrato in Europa approfondì gli
studi di psicologia junghiana maturando, negli anni a seguire, una propria “Terapia
Sistemica della Famiglia”, oggi famosa in tutto il mondo.
Erroneamente viene definito il padre delle costellazioni
familiari, che a tutto diritto rispondono alla paternità di C.
Gustav Jung.
Ne parla anche Alessandro Zecchinato nel suo
libro Archetipo Africa - Il culto degli Antenati nella Psicogenealogia. Qui
puoi leggere l’estratto.
Senza dilungarmi nella spiegazione dettagliata di
come si sviluppa una sessione, che nelle 16 puntate della serie TV è ben
delineata, sottolineo l’importanza di riconoscere e onorare i ruoli dei nostri
avi, dei consanguinei e dei nostri partner, per poter comprendere la nostra
realtà soggettiva, maturando al contempo una visione oggettiva.
Attraverso la percezione emotiva la costellazione
mostra la giusta posizione, e quindi il ruolo, che spetta a ogni membro di una
famiglia.
La trasposizione costellativa permette di vedere
e percepire il disegno che articola le dinamiche della nostra vita e ci
permette di prendere parte all’atto risolutivo che ci permetterà di trovare
serenità, conforto e realizzazione.
SEMBRA UNA MAGIA MA NON
LO È
Ricordo un’esperienza avvenuta molti anni fa: ero
seduta come allieva a una sessione di Costellazioni familiari e cercavo di
cogliere le ragioni che avevano spinto le persone presenti a iscriversi al
corso di formazione. Istintivamente osservavo il linguaggio del loro corpo e
con l’immaginazione disegnavo nella mia mente quali potessero essere le
problematiche che le avevano portate lì. Conoscevo quel metodo da alcuni anni.
Avevo già partecipato ad altre costellazioni poco convincenti, ero stata ai
Camp di Hellinger, in Germania e in Italia, avevo sperimentato le costellazioni
di numerosi professionisti, ma per certo sapevo che quel giorno sarebbe stato
per tutti indimenticabile: il giorno zero da cui sarebbe partita una dolce
ricostruzione per tornare alle origini.
Percepivo l’importanza di aver scelto un docente
qualificato, i suoi metodi erano equilibrati, meno impositivi di quelli
tedeschi. La sua preparazione era in linea con i miei pensieri e il materiale
in dotazione dimostrava un grande lavoro di ricerca volto a onorare tutti gli
psicologi che, da circa cento anni, avevano lavorato per portare alla luce il
tema delle costellazioni familiari.
Dai miei studi avevo evinto più volte che una
sessione costellativa è capace di disegnare le basi per costruire quel ponte
emotivo capace di ricondurci a casa: intendendo per casa quel luogo protettivo
da cui un giorno, senza forse nemmeno accorgercene, ci siamo allontanati, da
cui ci siamo persi e al quale non sappiamo più fare ritorno.
Come naviganti senza bussola persi nel mare e
nelle sue immense distese, ognuno di noi prima o poi sente quel
richiamo, quella voce che chiede di essere ri-collegata con la
matrice del Tutto.
Nella vita, in un dato momento, qualcosa
che si muove dentro ti indica che è l’unico punto di partenza che
ti permetterà di tracciare nuove rotte, nuove avventure. Il nord: bisogna
tornare lì per andare dove si vuole. Così mi sento di descrivere il senso di
una costellazione.
“Siamo tutti naufraghi vivi in un mare
d’amore” sono le parole di una bellissima canzone ascoltata
recentemente e desidero utilizzarle per invitare tutta a iniziare questo
viaggio verso casa.
LA STORIA DI NURAN
EVREN SIT
Scopriamo qualche curiosità sulla sua vita e
sulle ragioni che l’hanno spinta a portare le Costellazioni familiari sullo
schermo.
Evren, che in turco significa “L’Universo”, è
nata e cresciuta ad Ankara, la capitale della Turchia, in una famiglia umile.
Quando aveva otto anni è diventata un’attrice e da adolescente si è dedicata ad
acquisire le esperienze necessarie per diventare una regista.
A 18 anni ha vissuto in Brasile presso la
famiglia Neves per un anno, come studente in scambio. Vivere lì è stato un
punto di svolta nella sua vita e anche grazie al rapporto con la sorella
Amanda Neves, che se n’è andata nel 2020 a causa di un cancro, ha costruito i
personaggi che conosciamo con i nomi di Sevgi, Ada e Leyla. Lei stessa
afferma: «Non avrei potuto creare questa serie se nel mio cammino non li
avessi incontrati… mi hanno insegnato molto su come vivere questa vita in modo
gioioso e solidale. Voglio ringraziarli moltissimo per avermi accettato come
parte della loro famiglia».
Dopo essere tornata in Turchia con una mentalità
completamente diversa, ha studiato cinema e televisione alla Mimar Sinan Fine
Arts University di Istanbul, dove ha avuto insegnanti e mentori incredibili che
erano i maestri del cinema turco. Ha realizzato cortometraggi scritti e diretti
grazie al suo talento e lavorato nel cinema come assistente alla regia e nel
reparto casting.
Ma non poteva definirsi pienamente soddisfatta:
aveva bisogno di raccontare storie. È stato così che ha iniziato a lavorare
come sceneggiatrice scrivendo film e programmi TV, ormai da 18 anni circa: è
anche autrice di The Gift. Qui la sua filmografia completa.
Il contributo cinematografico di Nuran Evren ci
ha offerto la possibilità di conoscere un metodo capace di mostrare i nostri
blocchi emotivi e la ragione per cui ne siamo portatori. Comprendere che il
nostro presente origina dalle azioni compiute dai nostri avi suggerisce la
necessità di soffermarci a riflettere sull’importanza che la storia di una
famiglia riflette sulla sua discendenza. Non importa se il destino che siamo
chiamati a vivere sia più o meno faticoso: non esistono vite leggere
prive di fastidi! Qualunque sia la nostra missione di vita comprenderne il
significato è il vero scopo dell’esistenza!
Concludo questo articolo con il brano della
colonna sonora di Another self.
Chi ha amato in particolare i personaggi di Ada,
Leyla, Sevgi, Zaman, ha sicuramente compreso che per cambiare il nostro futuro
dobbiamo voltarci e onorare il nostro passato, qualunque esso sia. Auguro a
tutti i miei lettori di realizzare ogni loro sogno.
Caterina Civallero
https://www.youtube.com/watch?v=EqCzZjpf5rs
LA TRADUZIONE DEL THEME
SONG OF ANOTHERSELF
Özgür Buldum, Selin
2022
E se il passato non fosse ancora storia,
È per questo che il mio futuro mi sfugge,
La beatitudine, la gioia e la vittoria,
Sono nascosti in un altro sé nel profondo
di me.
Sei venuto per sorridere, sei venuto per
piangere,
Sei venuto per fallire e poi crescere in
alto.
Sei venuto per cadere, sei venuto per
amare,
Sei arrivato a ricordare che siamo nati
per volare.
I MIEI PRECEDENTI
ARTICOLI SULLA SERIE ANOTHER SELF
ANOTHER
SELF: Psicogenealogia e Costellazioni Familiari | di Caterina Civallero
Another
Self: La serie TV che parla di Psicogenealogia| di Caterina Civallero
CATERINA CIVALLERO saggista e scrittrice
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