Siculiana Film Festival 2024, Fattitaliani intervista il direttore artistico Beppe Manno

 


Assunta di Luana Rondinelli, Manco Morto di Emma Cecala, Parru pi tia di Giuseppe Carleo, Le stanza del sogno di Clelia Parisi, Paolo e i Suoi Angeli di Giulia Galanti: ecco i titoli dei cortometraggi che domani sera, domenica 18 agosto, si contenderanno il Premio Città degli Sposi al Siculiana Film Festival che si terrà a partire dalle ore 21 nel Giardino del Santuario. A votarli un'apposita giuria: Fattitaliani ha intervistato Beppe Manno, direttore artistico della rassegna.

Come nasce Siculiana Film Festival ?  

Sono il direttore artistico di una rassegna cinematografica itinerante in Sicilia operativa oramai da dodici anni. Porto le cose dei Festival di Cinema che trovo più interessanti. Il Sindaco Zambito mi ha convolto in questo progetto proponendomi di portare alcune di queste perle a Siculiana, farle giudicare da una giuria 

Come ha scoperto e scelto i corti in gara quest'anno ? 
Facendo parte di diverse giurie, guardo tanti lavori e io avverto subito quando un dato cortometraggio potrebbe essere interessante e tenere incollato lo spettatore alla sedia. Quando uno spettatore guarda spesso l'orologio significa che si sta annoiando, quindi un film deve stravolgere la sua aspettativa e farlo interessare a quello che sta guardando.

I temi sono diversi. Che cosa La convince a inserire un titolo in competizione ? Il periodo di svolgimento del Festival influisce in qualche modo ? 

No, il periodo non influisce: lo si organizza d'estate per la maggiore presenza di turisti. I temi sono differenti: possono affrontare un problema di salute e di benessere, possono riguardare le periferie urbane, problemi domestici, la violenza alle donne, parlare di cultura e legalità... Trattandosi di piccoli cortometraggi, arrivano direttamente allo spettatore: dentro c'è una sceneggiatura, una storia, una troupe al lavoro come per un film, solo che il progetto è più piccolo e di conseguenza ha un budget più ridotto.


Lei si occupa di cinema da molto tempo. Lo sviluppo dei canali social in che cosa/maniera ne ha modificato produzione e fruizione ? 

Lo sviluppo dei canali social è interessante, anche se il cinema non gode di un periodo felice: a causa della televisione e di internet, la gente lo guarda meno. Ma mi affido sempre a quelle opere che possono portare qualche novità, a quelle opere radicali che parlano anche di marginalità. Mi riferisco a film che devono raccontare una storia che ti entra dentro e ti può anche cambiare il modo con cui guardare la vita. Penso che questi cortometraggi che ho scelto hanno da raccontare qualcosa.

Qual è stato il film che L'ha fatta innamorare completamente del cinema ? 

Sono tantissimi. Per esempio, "Water" di Deepa Mehta, ma anche i lavori di Sergio Leone, del Neorealismo, di De Sica, Comencini, Monicelli. Sono particolarmente affascinato dal cinema d'essai, d'autore, che racconta quelle storie che a primo acchito possono sembrare noiose, ma che in realtà hanno dentro grande saggezza, grande prova di maestria, come i lavori di Alice Rohrwacher "Lazzaro Felice", "Le meraviglie" "Corpo Celeste"..., tutte opere che possono partire da una piccola realtà e rivestire cose interessanti. Io dico spesso che bisogna cominciare a pensare che cosa guardare e cosa no: nelle piattaforme Netflix e Prime Video francamente non riesco a recuperare un film della vasta gamma proposta. Su Mubi, invece, ci sono titoli che sono passati a Berlino, Locarno, Venezia e dunque hanno qualcosa in più da regalare allo spettatore.

Ha mai preso parte attivamente a un film (produzione, regia, sceneggiatura, recitazione...)? 

Ho preso pare come ispettore di produzione e per dare voce a un momento musicale, ma attivamente no, non faccio montaggio, non lavoro in regia, ma conosco bene tutte le componenti per la creazione di un film e quando capita mi rendo utile piacevolmente.

Secondo la sua esperienza, che cosa fa di un film un prodotto artistico a tutto tondo ?

L'arte in sé nasce povera ed è l'artista a crearla quando dipinge un bel quadro, quando scrive un'opera teatrale, quando compone un motivo (pensiamo a Ennio Morricone), quando realizza una scultura. Lo spettatore non può rimanere indifferente a ciò che guarda altrimenti significa che qualcosa non ha funzionato. Tutto fa arte: la fa la fotografia, il montaggio, il cast artistico, la fanno i bravi registi che sono i capi delle ciurme che devono organizzare l'intera troupe. Giovanni Zambito.

Fattitaliani

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