In questo momento grottesco a dir poco della Storia d’Europa ufficialmente dominata e impersonata da servi e serve degli Stati Uniti e del Regno Unito, allorché è diventato quasi quotidiano parlare di guerre e di armamenti, mai di pace e di concordia concetti sconosciuti, bombe e carri armati e spese enormi come se fossero argomenti di civile amministrazione:
le prime pagine da sempre sono di certi personaggi e personagge, di certi ursuli e ursule, che al solo osservarne con un pizzico di attenzione i lineamenti, ci si avvede chiaramente essere prede di manifeste patologie: qualcuna ha avuto un genitore così fedele e ligio al proprio credo politico che come sovente avviene, ha tradotto nel nome dato al rampollo neonato quello di un personaggio o di un fatto o di una realtà del suo mondo ideale, la Russia, e perciò odio cieco da parte del rampollo; qualcuna, corrosa ancora e accecata da sentimenti di rivalsa e di odio a seguito della ecatombe e disfatta dei suoi ideali bellicosi di potenza e dominazione, per mano della famigerata Russia, e perciò odio cieco; qualche altro, un insignificante accolito convertito dell’ISIS o di Al Quaeda, di sicuro addottrinato di Biden e dei suoi soldi, un manifesto affetto da turbe mentali.E in tale momento umiliante all’insegna dell’odio
farneticante e criminale tra il tanto
altro di detti ursule e ursuli europei che si arrogano anche la facoltà incontestata di cancellare o ignorare
ogni emanazione anche storica artistica culturale della Russia quale una pestilenza o un morbo infetto,
assistiamo al fatto, questo sì terroristico, che si è cercato di tenere da
parte anche il nome di LENIN, del quale quest’anno ricorre il centenario della
morte. Tali donnette e donnetti che parlano esclusivamente di bombe e di armi e
di sanzioni e di perversioni, succubi e scendiletti coscienti di Biden & Co
a danno grande dell’Europa possono mai essere in grado di solamente intuire non
dico capire, la grandezza unica di LENIN, di questo titano che ha dato
letteralmente la vita nel perseguimento dell’ideale della fratellanza ed
uguaglianza, a favore soprattutto degli ultimi della società? è vero, anche a costo di sangue e di
rivoluzioni, a costo anche dell’annientamento totale del regime autocratico
secolare e della posizione di assoluto privilegio parassitario dell’aristocrazia
fondiaria, riuscendo a instaurare per la prima volta nella storia
della umanità un esempio fattivo e concreto di uguaglianza e di fraternità all’insegna della pace e del benessere comune
e delle pari opportunità: Tamerlano, Alessandro Magno, Napoleone Bonaparte, si
avvicinano a Lenin, non lo affiancano: nessuno ha lottato per il bene della
società, nessuno di questi o di altri ha
sparso anche sangue innocente per il benessere di tutti, soprattutto degli
ultimi! Solo sconvolgimenti territoriali, solo imperialismo e colonialismo,
LENIN invece anche lotte sanguinarie, è vero, ma per il conseguimento di
obbiettivi che la umanità, pur prefiggendoseli da sempre, non è mai riuscita a
conseguire o quantomeno assaporare: l’utopia immaginata e sognata da poeti e
filosofi nei secoli è stata realizzata dalla dottrina comunista! ecco la parola visceralmente deprecata e
riprovata, da Stati Uniti e Inghilterra, in concerto ora anche con i servi
europei, il comunismo, il socialismo.
In questi tempi bui la sola forza in grado di far
fronte anche agli USA sarebbe potuta essere l’Europa Unita, come nata e
individuata nei Trattati di Roma, oggi invece i suoi reggitori, perfino il
parlamento di Strasburgo, quasi tutti come drogati e offuscati, ligi solo
a Biden e NATO, al capitalismo più feroce
e allo sfruttamento e precariato sindacale sempre più oppressivi, la democrazia divenuta una
ridicola parvenza. Le raccomandazioni di Davide Sassoli sotto i banchi!
La fortuna di tali bombaroli e bombarole è che la
masse europee, specie gli studenti, ancora non hanno colto e compreso
pienamente quanto incombe su di loro, il pericolo mortale rappresentato da
questi personaggi. Il ricordo attento del pensiero profondo e articolato di
LENIN, del Demiurgo del Novecento come lo ha ricordato il quotidiano vaticano l’Avvenire (21.1.2024) nelle parole riconoscenti di una sua grande penna,
potrà certamente aprire le porte.
©Michele Santulli