La visita che abbiamo fatto al Duomo di Monza è stata composta di momenti pieni di sorpresa e stupore.
© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà. |
Altro momento di grande
emozione è stato all’apertura della cassaforte dove è custodita la corona
ferrea. Un coup de théâtre con effetto wow: aperto lo sportello, estratta in
avanti una teca in vetro trasparente, ecco mostrarsi il diadema d’oro, smalti,
gemme, amatiste, zeffiri e vetri colorati, che emanava un bagliore scintillante.
Re Umberto I fece
realizzare un altare proprio al centro della cappella, per conservare
degnamente la corona ferrea e contemporaneamente venne collocata nella parete
di fondo dello spazio architettonico il sarcofago della regina.
© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi. |
La corona ferrea, datata
recentemente tra IV e V secolo circa, è stata usata nella consacrazione dei re
d'Italia. Ma secondo tradizione, sarebbe una importantissima reliquia poiché fabbricata
con uno dei chiodi della crocifissione di Gesù.
È composta da sei
piastre in oro incernierate tra loro e la forma circolare è fissata, nella
parte interna, da una barra spessa, argentata che sarebbe il chiodo sacro.
Non si è certi che
rappresenti una vera reliquia degna di venerazione, vi sono varie perplessità
sulle origini, sull’uso che se ne è fatto nel tempo, sulla fondatezza di una
probabile alterazione, ma la corona ferrea è stata protagonista della storia in
vari episodi cruciali per alcuni sovrani, uno fra tutti citiamo Napoleone
Bonaparte che da solo si incoronò nel Duomo di Milano e ponendosi la corona sul
capo proferì la fatidica frase «Dio me l'ha data, guai a chi la tocca».
© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi. |
Richiusa la cassaforte,
stretto il velluto, serrato il cancello, dalla cappella l’interesse si è
spostato verso l’intera chiesa dedicata a San Giovanni, Santo Patrono di Monza,
e abbiamo potuto ammirarla nella sua magnificenza, tra l’odore dell’incenso, il
tremolio delle candele e la luce caleidoscopica filtrata dal grande rosone
posto in facciata.
© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi. |
Successivamente,
passando per un delizioso chiostro interno, ci siamo recati nella parte museale
con il tesoro del Duomo.
© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà. |
Un patrimonio che va
dal XIV secolo ai tempi nostri, fatto di pezzi unici ed inestimabili, frutto di
donazioni, committenze, devozione e talento artistico. E’ così possibile ammirare ampolle di vetro
con tappi in cera ed etichette in papiro, medaglioni votivi, gli splendidi arazzi con le vicende di San Giovanni Battista,
come la decapitazione, dittici in avorio, paliotti d’altare, legature di
evangeliario, croci-reliquiario, la
corona votiva di Teodolinda, il reliquiario del dente di San Giovanni Battista,
la tazza di “zaffiro”, la meravigliosa Chioccia
con i pulcini ed ancora corporali di
lino d’Egitto, mitre con manifattura palermitana, tessuti preziosi e metalli
come loro e l’argento, ostensori, pissidi, calici e suppellettili liturgiche, il sigillo
della fabbrica del Duomo in argento inciso, gruppi scultorei, dipinti, decorazioni,
busti, un rosone ed opere contemporanee come la Crocifissione del 1953 circa di
Lucio Fontana.
© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi. |
La visita si è così conclusa lasciandoci più
ricchi di emozioni e conoscenza.
Foto copertina: Veduta generale dell’interno della Cappella di Teodolinda, Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi.