Teodolinda, la Corona ferrea e il tesoro del Duomo di Monza tra storia, mistero e curiosità

 


La visita che abbiamo fatto al Duomo di Monza è stata composta di momenti pieni di sorpresa e stupore.

Ci siamo recati sul fianco dell’edificio sacro, lato campanile, dove si trova l’accesso al museo e un secondario ingresso alla chiesa. Il primo momento è stato accompagnato dal racconto coinvolgente e dettagliato di una guida che ci ha permesso di entrare all’interno della cappella absidale dedicata a San Vincenzo, posta nella parte nord del transetto, a sinistra dell’altare maggiore. Come in uno scrigno seminascosto da un pesante drappeggio di velluto rosso, l’ambiente è racchiuso da pareti impreziosite dal ciclo pittorico di 45 scene, affrescate su 5 fascioni orizzontali che trattano in maniera magistrale la vita della regina longobarda Teodolinda, fondatrice della basilica monzese. L’opera, escluso la volta, è stata realizzata dalla bottega degli Zavattari, in un periodo più o meno lungo ma un’iscrizione segna come anno decisivo dei lavori il 1444, a fine età viscontea. La lettura della sequenza di pitture murali va fatta da una estremità, dall’alto verso il basso, in maniera circolare. Come una favola d’altri tempi ci si immerge nelle vicende della bella Teodolinda che si sposa, viene incoronata regina, rimane vedova, si sceglie un nuovo marito e si risposa, fa costruire il duomo dove le viene indicato da una colomba bianca, poi sopravviene la morte per entrambi i coniugi reali. La narrazione si fa ricca anche grazie a decorazioni a rilievo d’oro e altri metalli, e ci mostra perlopiù scene di matrimoni o di preparazione alle nozze, con banchetti e confetti. Questo fa supporre che ci sia una doppia lettura “simbolica”, ovvero le gesta della regina longobarda hanno una analogia con Bianca Maria Visconti ed un collegamento con il passaggio di potere tra i Visconti e gli Sforza.

              Corona Ferrea, oro, gemme, smalti e un anello metallico, V-IX secolo, Cappella di Teodolinda, Duomo di Monza.

© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà.

Altro momento di grande emozione è stato all’apertura della cassaforte dove è custodita la corona ferrea. Un coup de théâtre con effetto wow: aperto lo sportello, estratta in avanti una teca in vetro trasparente, ecco mostrarsi il diadema d’oro, smalti, gemme, amatiste, zeffiri e vetri colorati, che emanava un bagliore scintillante.

Re Umberto I fece realizzare un altare proprio al centro della cappella, per conservare degnamente la corona ferrea e contemporaneamente venne collocata nella parete di fondo dello spazio architettonico il sarcofago della regina.

                                                 Veduta dell’interno del Duomo di Monza, verso l’altar maggiore.

© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi.


La corona ferrea, datata recentemente tra IV e V secolo circa, è stata usata nella consacrazione dei re d'Italia. Ma secondo tradizione, sarebbe una importantissima reliquia poiché fabbricata con uno dei chiodi della crocifissione di Gesù.

È composta da sei piastre in oro incernierate tra loro e la forma circolare è fissata, nella parte interna, da una barra spessa, argentata che sarebbe il chiodo sacro.

Non si è certi che rappresenti una vera reliquia degna di venerazione, vi sono varie perplessità sulle origini, sull’uso che se ne è fatto nel tempo, sulla fondatezza di una probabile alterazione, ma la corona ferrea è stata protagonista della storia in vari episodi cruciali per alcuni sovrani, uno fra tutti citiamo Napoleone Bonaparte che da solo si incoronò nel Duomo di Milano e ponendosi la corona sul capo proferì la fatidica frase «Dio me l'ha data, guai a chi la tocca».

A.M. da Bozzolo (?), su cartone attribuito a G. Arcimboldi, Festa di Erode e decapitazione di San Giovanni Battista, arazzo, lana e seta, 1550 ca.; Museo e Tesoro del Duomo di Monza.

© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi.


Richiusa la cassaforte, stretto il velluto, serrato il cancello, dalla cappella l’interesse si è spostato verso l’intera chiesa dedicata a San Giovanni, Santo Patrono di Monza, e abbiamo potuto ammirarla nella sua magnificenza, tra l’odore dell’incenso, il tremolio delle candele e la luce caleidoscopica filtrata dal grande rosone posto in facciata. 

Statua di S. Giovanni Battista, rame sbalzato e dorato su anima di legno, altezza 2,30 m, inizi del XV secolo; proveniente dalla facciata del Duomo; Museo e Tesoro del Duomo di Monza.

© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi.


Successivamente, passando per un delizioso chiostro interno, ci siamo recati nella parte museale con il tesoro del Duomo.

Chioccia con sette pulcini, lamina d’argento su anima di legno, gemme e vetri, basamento di rame dorato, IV-VII secolo, Museo e Tesoro del Duomo di Monza.

© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà.


Un patrimonio che va dal XIV secolo ai tempi nostri, fatto di pezzi unici ed inestimabili, frutto di donazioni, committenze, devozione e talento artistico.  E’ così possibile ammirare ampolle di vetro con tappi in cera ed etichette in papiro, medaglioni votivi, gli splendidi  arazzi con le vicende di San Giovanni Battista, come la decapitazione, dittici in avorio, paliotti d’altare, legature di evangeliario, croci-reliquiario, la corona votiva di Teodolinda, il reliquiario del dente di San Giovanni Battista, la tazza di “zaffiro”,  la meravigliosa Chioccia con i pulcini ed ancora  corporali di lino d’Egitto, mitre con manifattura palermitana, tessuti preziosi e metalli come loro e l’argento,  ostensori, pissidi,  calici e suppellettili liturgiche, il sigillo della fabbrica del Duomo in argento inciso, gruppi scultorei, dipinti, decorazioni, busti, un rosone ed opere contemporanee come la Crocifissione del 1953 circa di Lucio Fontana.

                                              L. Beltrami, altare della Cappella di Teodolinda, Duomo di Monza.

© Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi.


La visita si è così conclusa lasciandoci più ricchi di emozioni e conoscenza.


Foto copertina: Veduta generale dell’interno della Cappella di Teodolinda, Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi.

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