Stagione Sinfonica: 27, 29, 30 maggio Riccardo Chailly dirige la Filarmonica della Scala in musiche di Schönberg, Webern e Berg

 


I concerti diretti da Riccardo Chailly lunedì 27, mercoledì 29 e giovedì 30 maggio per la Stagione Sinfonica, con la partecipazione di Marlis Petersen, giungono a coronamento di un mese di eccezionale impegno del Direttore musicale e dei complessi scaligeri, su un amplissimo ventaglio di autori.

Dopo il Puccini della Rondine si sono susseguiti la Nona di Beethoven nel bicentenario della prima esecuzione, Čajkovskij e Prokof’ev con Aleksandr Malofeev e la Filarmonica alla Scala e in tournée, e il trionfo del Requiem verdiano in San Marco nel centocinquantenario. In queste serate Chailly, che si conferma tra i Maestri dal repertorio più vasto, propone con la Filarmonica tre capolavori della cosiddetta Seconda scuola di Vienna, che raccolse l’eredità di Wagner, Strauss e del tardo romanticismo europeo trasformandola in un nuovo linguaggio musicale. Le tre serate, la terza delle quali sarà trasmetta in diretta su LaScalaTv, anticipano e preparano il principale appuntamento concertistico dell’autunno: i Gurre-Lieder di Schönberg che Riccardo Chailly dirigerà il 13, 16 e 17 settembre.

Questa delicata fase di passaggio è testimoniata da una delle prime opere di Arnold Schönberg venticinquenne, Verklärte Nacht (Notte trasfigurata), ispirata da una poesia di Richard Dehmel sulla confessione di una donna innamorata “Io porto un figlio non tuo” cui un uomo innamorato risponde “guarda come è chiaro e lucente l'universo! [...] Esso trasfigurerà il bambino estraneo, ma tu lo partorirai a me”. Composta per sestetto d’archi nel 1899 e trascritta per orchestra d’archi nel 1917 (e di nuovo rivista nel 1943) la pagina appartiene ancora a pieno titolo a una temperie tardoromantica simbolista, ma le sue arditezze armoniche non mancarono di creare scompiglio tra i primi ascoltatori.   

Venticinque anni aveva anche Anton Webern quando scrisse la Passacaglia op.1, che segna la fine dell’apprendistato con Schönberg restando sulla soglia tra il tardo romanticismo e i nuovi linguaggi.  “La Passacaglia - scrive Paolo Petazzi - segna un momento di sintesi conclusiva delle esperienze giovanili e un congedo dal mondo del tardo romanticismo. La scelta della severa forma barocca è un omaggio a Brahms (che con una passacaglia aveva concluso la sua Quarta Sinfonia), ma si avvertono, nella straordinaria ricchezza coloristica e nella appassionata intensità dell’Op. 1, varie suggestioni del clima musicale di fine secolo”.

Alban Berg lavorò alla partitura della sua prima opera Wozzeck, tratta dall’omonimo dramma del 1836/37 di Georg Büchner, tra il 1917 e il 1921, ma non trovò nessun teatro disposto a metterla in cartellone. Hermann Scherchen gli suggerì di trarne una suite da concerto che potesse farla conoscere, e la diresse lui stesso a Francoforte nel 1924. L’espediente ebbe successo: dopo aver ascoltato la suite Erich Kleiber propose l’opera a Berlino, che la mise in scena nel 1925 tra le contestazioni. Proprio Kleiber diresse per la prima volta i Tre frammenti alla Scala nel 1948 con Suzanne Danco; Mitropoulos diresse invece la prima scaligera dell’opera (in italiano, con Tito Gobbi che aveva cantato nella prima italiana a Roma nel 1942 con Tullio Serafin) nel 1952. La serata resta nella memoria perché le contestazioni imposero di interrompere la rappresentazione e il direttore uscì al proscenio chiedendo al pubblico di attendere la fine dell’atto per contestare.

I Frammenti includono la Marcia militare e la Berceuse dal primo atto, la lettura della Bibbia da parte di Marie che apre il terzo atto e le due scene conclusive.

Fattitaliani

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