Nubi Sparse: “Cose Buone” è un lavoro molto personale

L'EP “Cose Buone”, composto da cinque brani dalle sonorità indie, si presenta come un viaggio musicale all'interno dell'emotività della band. Le sfide quotidiane, i giudizi degli altri, il senso di insoddisfazione: queste sono solo alcune delle situazioni che hanno dovuto affrontare i componenti del gruppo. È proprio l'impatto emotivo di queste esperienze che li ha spinti a guardarsi dentro e ad affrontare le sensazioni negative che li soffocano durante la giornata.

Cominciamo parlando del vostro EP "Cose Buone". Potete raccontarci qualcosa riguardo ai temi e alle emozioni che avete voluto esplorare in questo lavoro?

Sicuramente “Cose Buone” è un lavoro molto personale, in cui raccontiamo le nostre esperienze e specialmente le nostre emozioni, dalle paure piú profonde alle gioie piú grandi.

Quando abbiamo iniziato a comporre i brani per l’EP avevamo bisogno di raccontare e trasmettere in maniera quanto più diretta possibile i nostri stati d’animo.

Uno dei vostri brani, "Buio di Luna", sembra affrontare il tema della fuga e della ricerca di luce, nonostante ci si senta osservati e giudicati. Qual è il significato dietro questo brano?

In questo EP affrontiamo piú volte il problema del giudizio degli altri, che per noi è una problematica moderna e che ci interessa particolarmente, in quanto è diventato veramente difficile “scappare” dal giudizio, per cui in qualche maniera bisogna imparare a conviverci.

Questa fuga estenuante dal giudizio degli altri e la luna che con la sua luce ci guida verso l’accettazione di noi stessi sono i protagonisti del testo che racchiude il significato del brano.

"Mai Paura" sembra celebrare il sentimento della paura come qualcosa di normale e persino necessario nelle situazioni difficili. Potreste approfondire questo concetto per noi?

Più che celebrare la paura, il brano racconta di quanto siamo spaventati da (e di) tante cose che ci fanno star male nella vita, ma sappiamo anche quanto questo sentimento sia fondamentale per andare avanti e trovare serenità.

In “Mai Paura” abbiamo provato ad affrontare questa dualità cercando un dialogo interno tra il nostro io più spaventato e quello più coraggioso.

Con questo brano vogliamo far trovare un equilibrio tra queste due parti, cercando di superare le nostre paure senza mai perderci tra le nuvole.

Speriamo porti un po’ di conforto a coloro che stanno vivendo un momento difficile, o comunque, creare uno spunto riflessivo per tutti quelli che anche una sola volta si sono ritrovati in una situazione “paurosa”.

"Esco" sembra esplorare il contrasto tra l'ansia quotidiana e la serenità trovata nella notte. Cosa volete che i vostri ascoltatori prendano da questo brano?

Noi diciamo sempre che ESCO parla di noi e rappresenta un duplice stato d'animo. Racconta di come affrontiamo le giornate, di come cerchiamo di sfuggire dalla monotonia e pesantezza della vita di tutti i giorni, una fuga dalla realtà quotidiana che trova nella sera un momento di serenità e di spensieratezza, sia in solitudine, sia in compagnia delle persone a cui vogliamo bene.

Per noi è un inno per tutti coloro che non riescono mai a trovare un momento in cui scrollarsi le ansie di dosso, e vorremmo proprio che Esco diventi l’inizio di quel momento.

"Para" sembra affrontare il tema dell'autoaffermazione e della lotta per essere veramente sé stessi. Potreste condividere con noi il messaggio principale di questo brano?

“Para” in realtà ha un messaggio molto semplice, ma importante: è un grido, che è stato trattenuto per troppo tempo, che afferma di non voler più sottostare alle regole non scritte di una società che va troppo veloce e impone aspettative alte che sembrano dover appartenere a tutti.

“Para” è quindi un invito a guardarsi dentro, a scrollarsi di dosso sogni e volontà che non sono nostri, per ritrovarsi, facendosi meno pare.

Come siete riusciti a tradurre le vostre esperienze personali e le vostre emozioni in testi e melodie così coinvolgenti? C'è stato un brano in particolare che è stato più difficile da scrivere?

L’EP è un lavoro molto personale, di conseguenza, tutto o quasi, è nato con molta naturalezza e con il giusto tempo.

Ci sono stati dei momenti di difficoltà, dove non riuscivamo a trovare un modo per esprimerci o a trovare il giusto sound. Sicuramente “Buio di luna” è un po’ l’esempio di tutto questo e anche il singolo che ha dato la scossa giusta per partire, anche se “Esco” ci ha dato del filo da torcere. Ci abbiamo messo circa un anno a capire che il riff di chitarra aveva qualcosa da dire, ma siamo felici di questo perché aveva bisogno di tempo per maturare.

Ora che "Cose Buone" è stato lanciato, avete in programma di portare questo EP sul palco attraverso dei concerti dal vivo? Se sì, potreste darci qualche anticipazione su cosa aspettarci da queste esibizioni?

Si, è arrivata la bella stagione e finalmente possiamo tornare con più continuità ad esibirci sul palco. Siamo super affiatati e gasati all’idea di poterlo portare Live sapendo che finalmente le persone hanno potuto ascoltarlo nella sua interezza.

Non possiamo darvi troppe anticipazioni perché altrimenti perdiamo l’effetto sorpresa, ma solo che vi aspettiamo sotto palco per cantare e saltare a ritmo dei nostri pezzi, e chi lo sa, magari anche qualche brano inedito!


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