Angela Caputo presenta il libro “Amanti in una clessidra”. L'intervista

Intervista di Andrea Giostra - Oggi incontriamo un’autrice che ha scritto un romanzo dal titolo molto particolare e originale, “Amarti in una clessidra”. La particolarità di questo suo scritto non è solo nel titolo ma anche nel genere: in 120 pagine troviamo amalgamati diversi generi letterari. Stiamo parlando dell'ultimo libro di Angela Caputo, insegnante, scrittrice, nostra collaboratrice, nata in Sicilia ma residente attualmente a Sacile (PN). Grande appassionata di cinema e libri, ha sviluppato da sempre una passione per la storia, che ha messo mostra in “Bianca vestita di nero”, ma anche per la lettura e la scrittura spaziando tra i generi. “Amarti in una clessidra”, edito da Atile Edizioni, è disponibile sia in formato Kindle che cartaceo. In circa 120 pagine riesce a spaziare in diversi generi: contemporary romance, time travel, fantasy, science fiction, distopic. Attualmente è nelle classifiche Amazon come bestseller nella categoria Viaggi nel tempo. La storia è incentrata sul personaggio di Dafne, una trentenne reduce da un amore concluso da qualche anno con Mario. Lui si è rifatto una vita, lei non riesce ad andare avanti e vive di ricordi e rimpianti, finché un giorno capisce di non essere più al centro del suo mondo o forse non lo è mai stata. Ad aiutarla in questa consapevolezza è il migliore amico Edo, col quale decide di frequentare un professore conosciuto in libreria che si fa chiamare l’Arcano. Costui è l’ideatore di una strana clessidra in grado di tornare indietro nel tempo. Il professore è convinto di riuscire a cambiare eventi che hanno stravolto la storia dell’umanità. La clessidra verrà usata anche per aiutare Dafne. Una delle citazioni più belle tratte dal romanzo è la seguente: “Possiamo avere cura del tempo non buttando via i nostri secondi, minuti, giorni, mesi e anni con situazioni che ledono la nostra anima”.


Allora, Angela, quando hai scoperto la passione per la scrittura e quali sono gli autori che ti hanno influenzato nel tuo percorso di autore?

Ho scoperto l’amore per la scrittura fin da piccola. Ricordo ancora che tenevo un quaderno segreto dove scrivevo dei miei racconti e poesie. Contestualmente non ho mai smesso di leggere libri di autori di diversi. Credo che la lettura oltre ad essere un hobby utile sia anche una fondamentale palestra per esercitarsi nella scrittura. Se devo citare autori, di sicuro quelli che mi hanno influenzato sono stati Stephen King, Clara Sanchez ma anche i classici della letteratura italiana e straniera.

In che modo riesci a conciliare le tue diverse passioni con il lavoro?

Ammetto di fare fatica dividendomi tra lavoro, casa e famiglia, però trovo il tempo di scrivere e leggere anche di notte. Quando ami fare queste attività, ci si dimentica anche di dormire!

Passiamo ad “Amarti in una Clessidra” che arriva dopo “Bianca vestita di nero”. Sei passato da un romanzo storico a un viaggio nel tempo. Torni sempre nel passato?

In un certo senso sì, ma sono due libri totalmente distinti che segnano due percorsi personali e di scrittura differenti. In “Bianca vestita di nero” sono entrata in un campo di concentramento, quello di Ferramonti di Tarsia in Calabria, dove ho fatto vivere un amore impossibile tra una ragazza fascista e un uomo ebreo. Quindi è stato un romanzo storico perché ho ricostruito la vita quotidiana del campo e degli internati, possiamo definirlo un omaggio alla memoria di uno dei periodi più tragici della storia del ‘900. In “Amarti in una clessidra” invece c’è un ritorno indietro nel tempo fantastico e anche distopico, il protagonista, l’Arcano, vuole cambiare eventi tragici del ‘900, in particolare cercherà di bloccare lo scoppio del reattore della Centrale Nucleare di Chernobyl in Ucraina. Per questo capitolo ho ripreso in mano le fonti storiche del periodo e quindi parliamo di ambientazione storica.

Perché hai deciso di scrivere “Amarti in una clessidra” e da dove è nata l’idea del titolo?

La storia è nata dal mio bisogno di continuare a scrivere di storia ma allontanarmi anche dal contesto del campo di concentramento. Avevo la necessità di leggerezza, fermo restando che continuerò a scrivere il sequel di “Bianca vestita di nero”. Il titolo mette insieme due generi: romance e fantasy. La clessidra è simbolo del tempo che scorre ma l’amore è in grado di bloccarlo con i ricordi e i sentimenti.

Che messaggio vorresti trasmettere? C’è un pubblico al quale ti rivolgi?

In “Amarti in una clessidra” vorrei trasmettere un messaggio riflessivo sul tempo che scorre e che tutti noi vorremmo in qualche modo fermare ma è solo un’utopia. Mi rivolgo a un pubblico vario, non c’è un target di riferimento.

Cosa rende speciale o unico il tuo libro e cosa lo contraddistingue rispetto agli altri simili o del genere?

Come dicevo prima, c’è una differenza nel genere. “Amarti in una clessidra” si fonda su un time travel ma parte dalla quotidianità e gioca tra passato e presente. Inoltre, è un romanzo sperimentale perché gioca con diversi generi letterari. Non è un romanzo lungo, adatto a chi cerca una storia riflessiva ma senza impegnarsi in tante pagine.

C’è qualcuno che vorresti ringraziare?

Vorrei ringraziare la Casa editrice Atile per la pubblicazione in tempi brevi e per avermi consentito di partecipare al Salone del Libro di Torino. Ringrazio anche la scrittrice Milena Bonvissuto che mi ha dato input importanti sul discorso del mescolamento dei generi, una particolarità tipica di pochi scrittori.

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

Può seguirmi su Facebook profilo principale Angela Caputo, sulla mia pagina Angel_Life_Writer dove sono presenti contenuti sviluppati da me e su Instagram Angel_Life_Writer.

 

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