di Marco Masciopinto - Edito da Mariù edizioni, il libro scritto da Roberto Michelangelo Giordi da cui è tratto lo spettacolo “L’infinito dei campi di grano”.
Giorgio è un ragazzo di provincia alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo. Come un Ulisse dei nostri tempi viaggia alla ricerca di un approdo che stenta a trovare in una società immemore della meraviglia e dell’incanto.
Dal borgo natio a Napoli, da Napoli a Parigi e poi a ritroso, fino al centro del proprio inconscio, Giorgio, attraverso le voci della propria interiorità, ci racconta la sua odissea. Il percorso alla ricerca della sua identità corrisponde forse al caos del mondo che ha ormai perduto la memoria dell’infinito dei campi di grano.
Questa la trama di uno spettacolo sensazionale con la regia di Giancarlo Moretti, tratto da un libro di Roberto Michelangelo Giordi con Michelangelo Nario. Canzoni e musiche di Roberto M. Giordi. Uno spettacolo che abbraccia il teatro popolare, della durata di 1h e 20 m. Lo spettacolo, si collega saldamente al libro “Aliene sembianze”, un testo che racchiude storie di migrazioni, follia, libertà e resistenza. Sono quattordici, infatti, le storie del libro dove “figure alienate” sono alla ricerca di universi paralleli dove affermare la propria ritrovata umanità. Una mente poliedrica quella che sta alla base del processo creativo. Roberto Michelangelo Giordi, infatti è oltre che scrittore, anche cantautore. La sua esperienza comprovata nel mondo della musica, lo rende il compitore perfetto per le musiche dello spettacolo. Passione che nel 2022 lo porta alla pubblicazione del suo quinto album, un disco che prende il nome proprio di Aliene Sembianze.
Molti i teatri che ospiteranno il grande spettacolo. Il tour avrà la data zero a Napoli, il 22 Marzo presso il Teatro Instabile. Seguiranno le date dell’: 11 Aprile a Roma, al teatro Trastevere. Il 12 Aprile a Milano presso il teatro Argomm. Il 18 Aprile a Pontassieve (Firenze) presso l’Associazione Dietro le quinte, e il 27 Aprile ad Aglianico (Biella) all’Auditorium comunale.
Uno spettacolo sensazionale, quindi, per la regia di Giancarlo Moretti, dove musica, umanità e riscatto morale attendono gli spettatori nei teatri di tutta Italia.
Ad oggi lei vive tra Napoli, Roma e Parigi. Qual è il ricordo più bello che ha di quest’ultima? Pensa che l’infinito dei campi di grano, più avanti possa raggiungere anche i teatri parigini?
Parigi è una città dove solitamente definisco i miei progetti. Il ricordo più bello di lei sono le passeggiate lungo i viali e le letture nei caffè. Sicuramente vi metteremo in scena questo spettacolo, forse in autunno.
Nel 2019 è finalista di Musicultura e al Premio Tenco. Ha mai pensato di abbandonare la scrittura per dedicarsi completamente alla musica? Come concilia le sue numerose passioni?
Non potrei mai abbandonare la musica che di fatto è il perno di tutto. La scrittura la utilizzo per raccontare delle sfumature di me; la musica, invece, per parlare della mia vera essenza.
A chi consiglierebbe la visione del suo spettacolo? E perché?
Ne consiglio la visione a tutti, soprattutto a coloro che vogliono avvicinarsi ad una visione più poetica del mondo.
In passato, si è occupato della tradizione letteraria napoletana e del rapporto tra musica e testo nella canzone antica e in quella d’autore. Cosa percepisce nella musica di un tempo che quella di oggi non possiede?
La musica popolare rischia sempre più di divenire un sottofondo sonoro alienante e sintetico. Ho ampiamente parlato della crisi estetica che vive la musica nel mio saggio scritto con Cresti, “Il bello, la musica e il potere”. Consiglio a tutti di leggerlo.
Qual è la storia che qualcun altro ha scritto e di cui le sarebbe piaciuto esserne l’autore? Perché?
Tantissime storie avrei voluto narrare. Invidio soprattutto la sapienza e la classe dei grandi scrittori. Ecco, forse mi sarebbe piaciuto scrivere “Don Chisciotte della Mancia” di Cervantes, o “Viaggio al termine della notte” di Céline.
Qual è la cosa che più sinceramente ama del suo spettacolo?
Il connubio tra recitazione e musica.
Lei è più per “Buona la prima” o è sempre alla ricerca della perfezione?
La perfezione, è lei che mi distrugge!
Il suo spettacolo teatrale è adatto ad un pubblico adolescente? Cosa potrebbero imparare?
È molto adatto anche agli adolescenti i quali potrebbero imparare che il viaggio è fondamentale soprattutto per ritrovarsi.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Studiare e dedicarmi a un progetto di letteratura e musica etno-colta.