Parole & Dintorni, Riccardo Vitanza: "Nel 2028 lascio il mondo della comunicazione musicale’’



di Marco Masciopinto - MILANO - Da molti anni al fianco dei più grandi nomi del mondo della musica, dai nuovi talenti emergenti fino ad artisti del calibro di Claudio Baglioni, Francesco De Gregori, Ligabue e Zucchero. Un percorso ormai quarantennale per Riccardo Vitanza, (Amministratore Unico e Direttore Generale dell’agenzia di comunicazione Parole & Dintorni srl), che tra qualche anno si concluderà, lasciando un’impronta indelebile in un settore in continua evoluzione.

Tutto ha inizio nel 1990, anno in cui Riccardo avvia la sua attività di freelance e si specializza come ufficio Stampa nell’ambito musicale, costituendo la ditta individuale Parole & Dintorni. Tra tour, dischi, manifestazioni musicali, nel 1997, l’agenzia diventa una srl e lo staff comincia ad ampliarsi. Il resto è storia.  Abbiamo avuto il piacere di incontrare Riccardo Vitanza presso il suo ufficio di Milano, per farci raccontare passato, presente e futuro del mondo della comunicazione.

Come ci si sente ad essere un po’ un'istituzione della comunicazione musicale in Italia?

Ti ringrazio per l’istituzione, anche se questo significa che ormai sono prossimo al pensionamento(ride,ndr). Ma fai bene perché effettivamente sono alla soglia della pensione, quella effettiva sarà a 67 anni, quindi realtà fra nove anni, perché ne ho 58. Però ho già preso la decisione.

Quale sarebbe?

Nel 2028 lascerò l'agenzia di comunicazione alla mia vice Marta Falcon. Appenderò i comunicati stampa al chiodo. Non ha più senso continuare. Ho, grazie a Dio, la fortuna comunque di stare bene economicamente, il giusto per poter continuare senza doversi permettere lussi, castelli, macchine di lusso. Figurati non ho manco la patente, quindi. Ho quello che mi basta per vivere bene.


E’ nato in una famiglia umile e di grandi lavoratori.

Sono figlio di un benzinaio e di una casalinga. I miei genitori sono morti che non solo non avevano soldi per mettere in campo l'acquisto di un appartamento, ma nemmeno dei mobili della stanza dove hanno dormito. Erano il letto, la credenza, l'armadio, comodino, tutti regali degli zii, parenti in casa. Siamo arrivati in Italia dall'Africa, quindi loro manco quello si sono permessi di acquistare.  Sono sempre stato da subito un professionista, anzi i primi anni ero in un'agenzia di pubblicità, ma sempre senza nessun padrone. Dopodiché sono stato libero professionista dal settembre 89, quando ho cominciato la mia attività come responsabile comunicazione, ufficio stampa e ho iniziato con il tour di Ziggy Marley. È stato il mio primo ufficio stampa. La tournée internazionale era conosciuto Tomorrow People. Quindi, come dice Jack Ma di Alibaba, a 60 anni saluta tutti e vai al mare. Ecco tre anni in ritardo, saluterò tutti e andrò al mare perché è giusto così, perché non ha senso.

Magari non sarà proprio un addio…

Chissà, magari rimarrò legato all'ambiente. Non so cosa farò, ma sicuramente basta con la comunicazione, cioè è anche giusto che lo lasci in eredità. Ho formato molti ragazzi. Vado pazzo per la mia attuale vice, Marta Falcon, mi capisce al volo, è in gamba e mi agevola su molte cose. Lei prenderà il mio posto e io ne sono felice.


Come vivi la competizione con gli altri uffici stampa?

La vivo in modo sano, cioè non sono uno che rosica o piuttosto che si incazza perché magari quelli fanno una cosa e noi non l'abbiamo fatta. Ognuno ha il suo e la torta ha degli spicchi che va bene per tutti. Al limite sono gli altri, senza che faccia nomi però, che vivono male la competizione con me, perché mi vedono arrivare dal basso e non essere né figlio d'arte né figlio di papà e avercela fatta, perché io ce l'ho fatta grazie ai sacrifici e all’impegno.

Che ricordi hai dei tuoi inizi?

Per quattro anni ho avuto un appartamento di 23 metri quadrati dove ero casa-ufficio con gli inizi e per sei mesi ho dormito sul divano quando lavoravo per una rivista. Per metà giornata lavoravo come ufficio stampa e per il resto come redattore di una rivista. Quest’anno, il 29 febbraio, mi hanno messo due stent, ma tre giorni prima, per due notti consecutive, ho dormito in ufficio perché dovevo stare tranquillo, fare il budget, fare tante cose amministrative. Quindi mi sono fatto veramente da solo, questa cosa qua a più di qualcuno irrita.


Sei soddisfatto del tuo percorso?

Sono felice rispetto a quello che è stato il percorso di vita di mio padre, mia madre, i miei fratelli che hanno sempre fatto gli operai. Cosa posso volere di più? La mia fortuna l'ho sempre condivisa, la condividerò sempre con fratelli, nipoti e collaboratori. Sono generoso e altruista. Da 37 anni a questa parte, da quando ho iniziato la mia attività nel mondo della comunicazione, mi sveglio pensando che in quel preciso momento ci sia un altro che sta per diventare un nuovo Vitanza. Quindi sento la pressione sulla nuca e cosa succede, che da buon africanista, che tu sia leone o gazzella, quando ti alzi comincia a correre. Corri sempre, non ti fermare mai, mai cullarsi sugli allori.

Quanto è importante avere uno staff che funzioni bene?

E’ fondamentale. Se dovessero dirmi di tutti questi anni della comunicazione che cosa ricordi tra conferenze, stampa, copertine, operazioni varie? No, ricordo tante cose di questo, ma ricordo soprattutto di aver formato e valorizzato tante persone che io prendo solitamente dall’università (da diversi anni è docente di ‘Strategie di comunicazione’ al Master in comunicazione musicale all’Università Cattolica di Milano). Cerco di trasferire ai giovani quanto ho visto e fatto, tutta la mia esperienza professionale e tutto quello che ho imparato e che ho vissuto da 37 anni in questo mondo.

Quali sono i tuoi insegnamenti all’interno dell’ufficio?

Ho sempre adottato il criterio della gerarchia. Non voglio che ci siano relazioni interpersonali tra capo e collaboratori.  Mi chiamano spesso per fare dei corsi motivazionali su come impronto il mio lavoro. Per esempio, adesso c'è una quota maschile importante, ma per me la donna è molto più brava dell'uomo.


Predilige un team tutto al femminile?

Metterei una donna a capo di qualsiasi ente. Per me la donna ha una marcia in più. Ora ho un team in piena armonia, che si vogliono bene, si confrontano, si aiutano. Questo è fondamentale.

Quali sono le difficoltà principali del tuo lavoro?

È sempre stata, sia dai tempi pre-internet, di riuscire spesso a far capire ai clienti le dinamiche e i meccanismi dei media. Oppure viceversa, far capire ai giornalisti i meccanismi, le dinamiche del cliente, artista o manager. Questa è la difficoltà maggiore perché non sempre le esigenze dei due - giornalisti, i media da una parte e artisti, manager, dall'altra si incontrano". Non sempre c'è una comprensione al 100% l'uno dell'altro. Quindi ci si scontra spesso sui titoli che il cliente vede come un titolo sbagliato, bisogna far vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. L'ufficio stampa è veramente un lavoro complicato.


Ma com'è lavorare con artisti come Baglioni, Zucchero, Ligabue, De Gregori?

Ognuno ha un suo carattere. A volte l'artista è una gioia santa, come si suol dire, è chi intorno all'artista invece ti fa penare, per usare un eufemismo. Poi dipende da cliente a cliente. Nel campo musicale noi abbiamo anche rapporti diretti con l'artista, è ovviamente da etica professionale con manager e con tutte le figure intorno, perché tutti devono essere informati. Claudio Baglioni è una persona straordinaria, nel senso che è dotato di una grande ironia e di auto ironia e di grande intelligenza. Luciano Ligabue è uno un po' introverso, timido, però è sincero fino all'osso del collo, da lui non avrai mai un tradimento, perché ha dei grandissimi valori dati dal suo territorio. De Gregori sembra burbero, ma non lo è, una persona di grande intelligenza e credibilità. Ti incute timore, ma io ho un grande ascendente su di lui. Con lui qualsiasi cosa si dice si impara, perché è un maestro. Zucchero è un vulcano, quello con cui posso fare le battute più 'al limite', perché è un giocherellone. È estroverso. Io li adoro tutti e quattro, ognuno con le sue sfaccettature, ma con ciascuno di loro sto bene.

Quali rapporti ci sono con la stampa?

Lo so che per i giornalisti dei grandi quotidiani e le grandi testate la conferenza stampa è irritante, però poi è importante esserci per tutti. Questa è sempre stata un'altra delle mie filosofie. Lavoriamo con le testate grandi e quelle minori. Io per principio non ho mai disdegnato nessuno, ho sempre dato credito a tutti e mi piace l'idea che dove posso favorisco le piccole testate facendoli partecipare alle conferenze stampa.  Dopodiché, certo, faccio un'esclusiva un'intervista, con un taglio diverso, magari dicendo delle cose che non ho detto in conferenza stampa, ma tutti devono sapere. Perché c'è il solito discorso che tutti pensano che tutti comprano chissà quanti quotidiani, ma tante persone non sanno neanche cos'è un cartaceo.

Un consiglio per i giovani che vorrebbero intraprendere questo mestiere?

Darei gli stessi consigli che avrei dato all'epoca ai giovani, anche se i tempi sono cambiati. Allora io dicevo sempre ai giovani che devono avere grande spirito di sacrificio e devono cercare di affinare tutte le loro capacità, deduttive, creative, relazionali. Devono essere determinati, ambiziosi, ma con lealtà, seguendo una certa etica.


Qual è il tuo mantra?

Ai miei collaboratori, ogni giorno, dico di avere gli occhi di tigre, con tanta voglia di fare, sempre con molta onestà e lealtà, non facendo sotterfugi o cercando escamotage per arrivare prima a sapere o fare. Penso che oggi ci si scontra con la voglia di avere tutto e subito e soprattutto successi e soldi. Non si può. La gavetta deve esserci sempre. È che oggi la società, chiamiamola così, dell'immagine, soprattutto legata ai social, ti suggerisce che non ci sono limiti per guadagnare.

È un po’ come la musica di oggi?

Esatto, pochi artisti hanno una progettualità. Per molti è tutto e subito. Oggi, tutti i giovani artisti, con un solo singolo pensano già di riempire uno stadio. Ci sono artisti che prima di fare lo stadio, hanno fatto dischi e dischi, partendo dai club per salire di location in location diventando sempre più grande e poi arrivare ad esibirsi in uno stadio. Invece oggi fai un singolo di successo, due? Basta, devi fare San Siro. Ma dove sta scritto? Ma perché poi è chiaro che finisci, senza fare nomi, a pensare di essere chissà chi e poi cadi, dalle stelle alle stalle.

Molti artisti hanno messo un freno perché pressati dalle major.

Bisogna essere anche strutturati come artisti, avere competenze, sennò subisci le pressioni e magari non sei capace di subirle e cedi. Questi poveri ragazzi escono da un talent, c'è una pressione non solo delle major, ma anche del pubblico, per cui sei già un idolo. Sei catapultato, ti trovi pieno di soldi e cedi. Non prepariamo più gli artisti a resistere alle pressioni, il mondo musicale li macina subito dentro il frullatore, perché pure per le major tutto e subito oggi è il mantra, perché devono riempire di contenuti le piattaforme. Quindi più contenuti si creano, meglio è. Il problema è che tu così, non avendo una progettualità, non lavorando a lungo periodo con lungimiranza, rischi veramente di bruciare le persone. E lo stesso succede con i giovani, pensano a fare con Onlyfans soldi per due, tre, cinque anni, senza pensare al dopo. Non c'è più lungimiranza, si parla di veline, influencer e Onlyfans, ma sono lavori illusori. 

Dal 1° marzo, all’interno di Parole & Dintorni, è nata una nuova aerea dedicata alla promozione radio e tv diretta da Stefano Seresini.

È una nuova sfida, perché finora non lavoravamo sulla promozione televisiva e sul passaggio dei brani, ma principalmente sulle interviste agli organizzatori nel caso di eventi piuttosto che tg o altri particolari casi. Questa novità rappresenta un passo importante nella nostra crescita nell’ottica di adattarsi alle esigenze sempre mutevoli del settore della comunicazione. Sono felice che il responsabile della nuova Area Promozione Radio e TV sia Stefano Seresini, un professionista che con la sua esperienza e la sua competenza contribuirà a consolidare ulteriormente il prestigio di Parole & Dintorni srl nel mondo della comunicazione, non solo musicale e dello spettacolo.

 


Il fantastico team di Parole & Dintorni è composto da: Marta Falcon (Vicedirettore Generale e Responsabile Area Comunicazione e Ufficio Stampa), Stefano Seresini (Responsabile Area Promozione Radio e TV), Francesco Maria Gallo (Responsabile Area Public Affairs), Francesco Di Mento, Giulia Orsi, Sara Testori, Lorenza Nervitto, Silvia Eccher, Marco Latini, Michela Roncaglione, Federica Capra, Maria Sofia Cancelli, Aurora Pirola, Emanuele Sciascia, Fiammetta Costantini (Assistente di Direzione), Elena Moretti (consulente).

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