GUTERRES: “Siamo davanti a una divisione drammatica geopolitica, i più grandi poteri di questo mondo sono gli uni contro gli altri”



NOVE, IL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE ANTONIO GUTERRES A CHE TEMPO CHE FA

“Siamo di fronte a una divisione drammatica geopolitica e i più grandi poteri di questo mondo sono gli uni contro gli altri. Quando ho iniziato la mia attività politica c’era un mondo bipolarizzato: c’era il blocco sovietico e quello occidentale. Certo, c’erano delle discussioni e dei conflitti tramite terzi, ma c’erano delle luci. Le cose erano prevedibili, c’erano modi in cui le due superpotenze comunicavano e quindi erano in grado di ridurre gli armamenti e cercare di controllarli. Sapevamo che in un mondo pur diviso c’erano delle regole che venivano rispettate. Poi c’è stata, quando ero Primo Ministro, la supremazia degli americani e la crisi del Timor Est: la cosa importante era convincere il Presidente degli Stati Uniti che un intervento fosse necessario per evitare un massacro. Quando si convinse il Presidente degli Stati Uniti d’America, tutti erano d’accordo e il Consiglio di Sicurezza ha votato, l’Indonesia ha accettato l’intervento e il problema di Timor Est fu risolto. Se oggi succedesse la stessa identica cosa sono assolutamente certo che non accadrebbe nulla di simile. Quello a cui ci troviamo di fronte è che ci siamo spostati sempre più da questo mondo unipolare a un mondo ancora non multipolare, anche se ci sono naturalmente delle potenze che emergono. È essenzialmente un mondo caotico perché non c’è rispetto, c’è un’impunità completa perché le superpotenze non si parlano in modo efficace e non riescono a pervenire ad un accordo sulle problematiche chiave. Ogni Paese, ogni luogo del mondo, sembra poter fare quello che vuole con l’impunità totale. È quello che succede con il conflitto ucraino, o nel Medioriente, o quello che è accaduto in Africa e in Myanmar: c’è sempre questa sensazione di impunità e la cosa drammatica è che noi dobbiamo tenere in considerazione i valori della nostra Carta delle Nazioni Unite, il diritto nazionale, il diritto territoriale e internazionale, e questi valori sono stati messi sotto accusa.” Così António Guterres, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa sul NOVE. 

 
Sulla riforma dell’ONU: “Abbiamo in preparazione per il prossimo summit delle proposte importantissime per la riforma del sistema delle Nazioni Unite e dei sistemi multilaterali più in generale. Guardiamo il Consiglio di Sicurezza: non c’è un singolo stato africano come membro permanente del Consiglio, la composizione deve essere ripensata. Il potere di veto sarà impossibile da toccare visti i problemi davanti a cui ci troviamo: non ho assolutamente illusioni da questo punto di vista, sarà probabilmente impossibile togliere il diritto di veto ma una composizione più ampia potrebbe essere più rappresentativa del mondo odierno. La stessa cosa per il sistema finanziario, la Banca Mondiale, I’IMF, dovrebbero essere più rappresentativi. I Paesi in via di sviluppo devono avere una voce più forte, i Paesi africani non sono rappresentati in queste istituzioni. D’altro canto, abbiamo bisogno di adattare il nostro modo di operare alle nuove tecnologie: adesso c’è l’intelligenza artificiale, è qui e provoca ancora dei cambiamenti nell’ambito delle relazioni internazionali, dobbiamo adattare le nostre istituzioni per essere in grado di affrontare la disinformazione per non perdere la nostra umanità. Siamo di fronte al rischio degli armamenti autonomi: bisogna conservare una serie di valori e non possiamo armare lo spazio. Ci sono tutta una serie di rischi che hanno bisogno che le istituzioni internazionali come le Nazioni Unite -ma anche tutte le altre multilaterali- possano formarsi, modernizzarsi e diventare più corresponsabili e in linea con i desiderata di oggi. Gli Stati Membri devono capire che è vitale per tutti accettare questo bisogno di cambiamento.” 
 
Sulle crisi climatica e la difficoltà degli accordi: “Il cambiamento climatico è davvero il problema del nostro tempo. Probabilmente è l’aspetto più importante del mio lavoro e di quello che cerco di fare: noi [l’ONU] siamo attivisti da questo punto di vista. Si dice che le Nazioni Unite non hanno potere e non hanno denaro ma abbiamo una voce che si alza molto e molto chiaramente per mobilitare il sistema perché i nostri Stati Membri capiscano che devono assolutamente pervenire a un compromesso serio. È stato fatto un po’ di progresso a Dubai ma siamo chiari su questo, non c’è assolutamente modo di ridurre le emissioni alla velocità necessaria per mantenere questo limite di +1,5°C se non accettiamo che è essenziale smettere di usare i combustibili fossili.  Una riduzione progressiva, che deve essere fatta regolarmente: dobbiamo adattare i nostri sistemi produttivi a una decarbonizzazione seria. Bisogna fare in modo che ci siano pressioni anche fiscali sull’inquinamento, riorientare il sistema finanziario internazionale per sostenere i Paesi in via di sviluppo per decarbonizzare le loro economie. Paradossalmente i più grossi emettitori non sono semplicemente i Paesi sviluppati ma sono proprio le grandi economie emergenti che però non hanno risorse per la decarbonizzazione. Abbiamo bisogno di solidarietà internazionale seria per poter mettere insieme le risorse e le capacità di tutti, è un problema di vita o di morte per noi e per il Pianeta. Si può stare certi che le Nazioni Unite saranno in prima linea in questa battaglia, faremo tutto il possibile per convincere questi Stati Membri sui cambiamenti che devono essere operati e per far adottare tutte le misure e le regolamentazioni in modo da obbligare il settore privato a trasformare i propri sistemi produttivi perché ci siano delle possibilità di essere concorrenziali sulle emissioni di CO2 e per far fronte al +1,5°C”
 
Sul tema dei rifugiati e delle limitazioni ai flussi migratori“La storia del mondo è stata una storia di mobilità e siamo il prodotto di questa mobilità. 100mila, 200mila anni fa le popolazioni dei luoghi dove viviamo oggi erano completamente diverse, ci sono stati movimenti che hanno creato il mondo attuale: la mobilità è parte di questa equazione che forma il nostro mondo. Credo sia importante una distinzione: da una parte ci sono i profughi che vanno via dalle persecuzioni e dai conflitti, perché c’è un diritto internazionale, ci sono delle convenzioni e i Paesi hanno l’obbligo di offrire protezione e di aprire i confini, dall’altra abbiamo i migranti che non hanno questo tipo di beneficio da questa convenzione, ma ci sono i diritti umani e i diritti umani devono essere rispettati. Credo che sia necessario combinare una serie di azioni diverse: per prima cosa l’Africa è così com’è perché i Paesi africani hanno una situazione economica drammatica, stanno annegando nei debiti e tutti i sistemi finanziari ed economici mondiali non sono organizzati per dar loro la possibilità di uscire da questa situazione quindi bisogna fare in modo di trasformare le istituzioni finanziarie internazionali e le regole del gioco per dare all’Africa la possibilità di sviluppo e per sostenere questo sviluppo africano in modo che gli africani abbiano la possibilità di costruirsi un futuro in Africa. La migrazione deve essere una scelta, non un obbligo. Secondo aspetto che credo necessario è quello di avere delle forme organizzate di migrazione tra i Paesi d’origine e i Paesi di destinazione, in molti settori abbiamo bisogno di migranti nelle nostre società. Mia madre, per esempio, aveva una malattia molto complicata e il Portogallo a quell’epoca non era ricco, e forse ancora oggi è uno dei Paesi più poveri dell’Unione Europea, ma quando andavo da mia madre in ospedale c’era sempre una persona che la curava. Non ho mai trovato però un portoghese che si occupasse di lei, erano sempre stranieri. Quindi abbiamo bisogno dei migranti nel mio Paese, li abbiamo bisogno altrove, ma ci dobbiamo organizzare: investiamo in Africa, organizziamo le migrazioni in quei settori in cui c’è veramente motivo e senso. Allo stesso tempo combattiamo i trafficanti e quei criminali che si arricchiscono con persone disperate, che violano i diritti umani di base e che creano enormi problemi alle persone, agli Stati, a tutti noi: dobbiamo combattere l’impunità totale perché accumulano un tesoro e una ricchezza incredibile.” 
Fattitaliani

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