Mario Bresciano già Presidente del Tribunale di Roma, Effettista e Presidente della consulta dell’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura
L’altro giorno ho dedicato gran parte del mio tempo ad Andrea
Giostra e ai suoi scritti. Ho dapprima riletto la lunga e bella intervista
rilasciata a Vincenzo Fiore (su un noto giornale online calabrese, screpmagazine);
poi ho letto le sue Novelle brevi di Sicilia, in ritardo, perché avevo
in corso altre letture. Infine ho letto l’interessantissimo saggio sul “Femminicidio”.
( https://www.fattitaliani.it/2023/12/femminicidio-e-violenza-contro-le-donne.html ). Dall’incipit
dell’intervista emerge subito la personalità poliedrica e affascinante di
Andrea, che fa nascere il desiderio di conoscerlo di persona. Sull’intervista
tornerò dopo.
Dalle Novelle si evince l’occhio di un osservatore
molto attento e acuto, pronto a cogliere e a descrivere anche particolari
inusuali, come decine di nuche multicolori durante una conferenza. Si
percepisce una vena ironica, ma anche sanguigna e caustica. Ogni novella,
nella sua brevità, sembra una fotografia scattata di nascosto, frutto di una
improvvisa ispirazione. Compaiono così varie figure: una sensuale bigliettaia,
un cinico prefetto, un gruppo di operai a lavoro sotto un sole cocente e due
ragazzi arroganti che passano sull’asfalto fresco, con sprezzo del lavoro
altrui. Sembra quasi che l’autore si sia appostato in un luogo appartato per
cogliere scene di vita, come le frotte di turisti che sbarcano dalle navi,
attratte dai mille colori e profumi della Sicilia.
Nell’ultima parte dell’intervista rilasciata a Vincenzo
Fiore, Andrea Giostra sofferma il suo sguardo disincantato sulla
nostra società e, in particolare, sul mondo giovanile. Ci offre una
visione che definirei realistica, piuttosto che pessimistica, dei modelli
educativi e quindi del futuro delle giovani generazioni. In sostanza si evince
che sia i genitori sia i docenti hanno perso l’autorevolezza che avevano in
tempi andati. Molti genitori sono direttamente responsabili della mancanza di
rispetto dei propri figli nei confronti degli educatori e perfino delle
Istituzioni. Un tempo, se un docente rimproverava un alunno o gli davano un
brutto voto bene meritato, i genitori a loro volta rimproveravano il figlio e
lo incitavano a far meglio. Oggi aggrediscono il docente dando per primi un
pessimo esempio ai figli. Condivido quell’amara affermazione secondo cui “le
istituzioni stanno zitte e il processo di decadimento culturale e civico
procede irreversibile”. Indubbiamente oggi al valore della cultura è
stato sostituito il valore del denaro. E ciò comporta un’inevitabile
degenerazione del vivere sociale e un’inarrestabile decadenza dei costumi.
Ho molto apprezzato il ricchissimo e approfondito Saggio
sul Femminicidio (vedi link a piè di pagina). Saggio di nome e di fatto.
Molto interessante il punto di partenza: il Simposio di Platone, con i
discorsi di Pausania e Aristofane, sui concetti di Amore e
non Amore, da cui sembra evincersi che l’Amore è quello che tende al
bene dell’amato, alla sua evoluzione di pari passo con la propria. Poi l’autore
affronta il tema della prevenzione del fenomeno dell’abuso e della violenza
sulle donne da parte del maschio affetto da Narcisismo Patologico,
approfondendone gli aspetti di Prevenzione Primaria, Secondaria e Terziaria. E
ovviamente si diffonde sul concetto di Narcisismo, e in particolare della sua
forma patologica. Non sto qui a ripetere le argomentazioni di Andrea Giostra,
lucidamente esposte nel suo saggio, volte a riconoscere il Narcisista
Patologico e a sottrarsi alle sue tecniche volte a tessere una tela simile a
quella del ragno, per fagocitare la preda. Vorrei ringraziare Andrea per il
suo saggio e coloro che lo hanno arricchito con approfonditi commenti.
Vorrei, invece, soffermarmi brevemente su alcune frasi e
sottostanti concetti che a volte sento esprimere in alcune trasmissioni come: “l’ha
uccisa perché era troppo innamorato”, “era un amore malato” e che mi
fu ripetuta da un tassista a Roma. Parto da lontano. Sono convinto che in
ciascuno di noi esista una latente aggressività, che talvolta si esprime
esclusivamente in forme verbali. Anche tra persone innamorate si creano a volte
delle tensioni che sfociano in qualche battibecco. Ma la persona che ama non
pensa in alcun modo di usare forme di violenza fisica, perché è proprio l’amore
a impedirne, prima ancora che l’azione, di formularne il pensiero. Sicché colui
che ama non potrà mai uccidere la persona amata. Nell’ipotesi più estrema,
qualora sia abbandonato dall’amata, l’aggressività latente non si proietterà
sulla donna amata, ma su se stesso: ossia si suiciderà. Anche questo gesto è
una manifestazione di aggressività indiretta verso l’altro: vuol dire “ora
dovrai portare il rimorso del mio gesto per tutta la vita”, “ti sentirai
responsabile della mia morte e ne soffrirai”. Perciò a chi dice che “l’ha
uccisa per troppo amore”, rispondo: l’ha uccisa perché non l’amava e non
l’aveva mai amata. Amava solo se stesso.
Mario Bresciano
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link relativi alle citazioni dell’articolo:
“a tu per tu con…” Andrea Giostra |
di Vincenzo Fiore
https://screpmagazine.com/a-tu-per-tu-con-andrea-giostra-e/
LINK DI GOOGLE BLOGSPOT DAL QUALE LEGGERE GRATUITAMENTE IN DIGITALE IL
SAGGIO “Femminicidio e Narcisismo Patologico…”:
https://andreagiostrafilm.blogspot.com/2023/12/FemminicidioeNarcisismoPatologico.html