IL FUTURO NON FINISCE MAI DI INIZIARE, installazione site specific di Marcello Maloberti




In concomitanza dell’inaugurazione della mostra I Preferiti di Marino. Capitolo I, è stata svelata al pubblico la nuova opera site specific dell’artista visivo Marcello Maloberti, pensata appositamente per gli spazi dell’Opificio Golinelli.

Si tratta di una monumentale installazione al neon, di 3 x 2 metri dal titolo IL FUTURO NON FINISCE MAI DI INIZIARE.

La frase ricalca la grafia dello stesso Maloberti e proietta lo sguardo di chi la osserva verso il concetto di un futuro perenne, contrassegnato da un susseguirsi di inizi, e mai da una fine: è un futuro ancora inimmaginabile, in via di evoluzione, carico di potenziale.

Riflettendo la relazione tra arte e scienza – binomio inscindibile tanto caro a Marino Golinelli – sempre aperta a nuovi scenari possibili di sperimentazione e azione, l’opera si caratterizza per il bianco del neon, elemento neutro che racchiude in sé tutti i colori e costruisce un istante, un momento di incontro con il pubblico. La parola si fa luce. L’installazione diventa così un atto poetico, schiacciato sul piano visivo della parola. Le aste retrostanti che sostengono il lavoro si pongono come le righe di un quaderno sul quale prende forma la poesia. Il lavoro di Marcello Maloberti va ad arricchire in modo permanente il patrimonio artistico della Fondazione.

Marcello Maloberti

Nato a Codogno nel 1966, vive e lavora a Milano, dove insegna Arti Visive alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti. La sua ricerca trae ispirazione da aspetti propri delle realtà urbane più marginali, con particolare attenzione all’informità e alla precarietà del vissuto. La sua osservazione va oltre l’immediatezza della dimensione quotidiana, con uno sguardo neorealista straniante e onirico, combinato a un approccio archeologico alla storia dell’arte. Realizza performance e grandi installazioni sonore e luminose sia in spazi privati che pubblici, prediligendo sempre l’interazione con il pubblico. Questi interventi funzionano come narrazioni contratte, sono atmosfere da vivere ed esperire. Negli ultimi anni Maloberti ha approfondito il binomio arte/vita utilizzando una coralità di linguaggi – fotografia, video, performance, installazione, oggetti e collage – dalla forte performatività. Ha esposto in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Per citarne alcune: Fondazione Memmo, MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo e MACRO, Museo d’Arte Contemporanea, Roma; Triennale Milano, Rotonda della Besana, Spazio Oberdan, PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea e Galleria Raffaella Cortese, Milano; Gemäldegalerie der Akademie der bildenden Künste, Vienna; BAB Bangkok Art Biennale, Bangkok; Kestner Gesellschaft, Hannover; Stazione dell’arte, Ulassai; Haus Wittgenstein – Bulgarisches Kulturinstitut, Vienna; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Manifesta12, Palermo; MOCAK – Museum of contemporary art in Krakov; Biennale di Pune, India; MuCem – Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo, Marsiglia; Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea, Torino; Padiglione Italia, 55a Biennale di Venezia; MAC VAL Museum, Vitry-sur-Seine, Francia; Frankfurter Kunstverein, Francoforte; The 29th Biennial of Graphic Arts, Ljubljana; Royal Academy of Arts, London; PERFORMA 09, New York; PAN - Palazzo delle Arti Napoli; MUSEION – Museo d’arte contemporanea di Bolzano; Palazzo Strozzi, Firenze; Premio FURLA e Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; SESC Pompeia, San Paolo, Brasile.

Foto di Giovanni Bortolani 

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