Intervista di Angela Caputo ad Andrea Giostra, scrittore, criminologo, psicologo, autore record da 8 ristampe delle “Novelle brevi di Sicilia” con 8 diverse Case Editrici.
Oggi incontriamo Andrea Giostra (foto Mapi Rizzo), autore di origini siciliane, criminologo e psicologo, con numeri da record nella sua produzione scritta: la sua opera “Novelle breve di Sicilia” ha raggiunto ben otto ristampe con otto Case Editrici diverse. L’ultima di questa è una vera e propria opera d'arte nella copertina: per la dimensione del libro sembra di tenere tra le mani una maiolica tipica delle ceramiche siciliane. Inoltre di recente Andrea ha ideato e curato il Saggio “Femminicidio e Narcisismo patologico: quale correlazione e come prevenire le relazioni pericolose”, che vede 20 co-autori che trattano questo fenomeno da punti di vista diversi: psicodinamico, psico-relazionale, giuridico, di protezione delle Donne nelle Case Segrete, e poi 12 storie di violenza e abuso raccontate da 12 donne che sono state le protagoniste, dirette o indirete, di queste terribile storie dalle quali sono riuscite a fuggire in tempo, prima della catastrofe, salvando le loro vite.
Quando
hai scoperto l’amore per la scrittura?
Credo che
tutto sia nato con mia nonna paterna Vita. Ricordo che da bambino, quando
andavo alle elementari, la mia famiglia abitava nella stessa palazzina dei miei
nonni paterni, nel centro storico del mio paese, Montelepre. Mia nonna
abitava il piano terra e i primi due piani, noi il terzo e il quarto. In quel
periodo di bambino ricordo che d’inverno, la sera, dopo cena, scendevo da mia
nonna Vita, mi mettevo accanto a lei che stava seduta vicino alla bracera
(la brace in rame siciliana, piena di carbone ardente preso dal forno a legna)
e le chiedevo: cuntami un cuntu nonna! Oppure aspettavo che mi venisse
l’influenza o la febbre perché sapevo che mia nonna, appena avesse saputo che
stavo a letto ammalato, avrebbe salito le scale, sarebbe venuta a farmi
compagnia e avrebbe iniziato a raccontarmi i suoi cunti inventati al
momento di sana pianta. Le sue storie erano incredibili, semplicemente
fantastiche, ne rimanevo incantato, e quando terminava di raccontarle io
continuavo nella mia testa la sua narrazione che diventava la mia. Quella era
magia pura! Lì è nata la mia passione per le storie ascoltate, poi per quelle
lette e infine per quelle scritte da me.
Quindi, in realtà, ho sempre immaginato e scritto, sin dalle elementari, poi alle medie. Da bambino scrivevo quello che mi passava per la mente: piccole storie, poesie sgangherate di ragazzino, fumetti orrendi che disegnavo e creavo da solo, perché ero e sono tutt’ora un grande appassionato di questo genere cosiddetto comics. Insomma, cose di fanciulli curiosi e appassionati di questo genere, come tanti! Poi da adolescente e infine da adulto, i miei racconti e le mie novelle sono diventati uno strumento col quale ho cercato di fissare la memoria, per un mio bisogno. I personaggi sono personaggi reali, qualche volta hanno la struttura propria della “condensazione onirica”, come si direbbe in psicoanalisi, ovvero, parti di alcuni personaggi che si uniscono a quelle di altri facendone un unico personaggio della narrazione. Il mio modo di scrivere è il linguaggio del quotidiano, è la parlata di strada dei siciliani, delle nostre case, delle piazze, dei bar, dei clienti di un salone da barba, per esempio, che aspettano il loro turno e parlano delle loro cose. La struttura della frase che utilizzo è quella della lingua siciliana all’interno della quale inseriscono parole in italiano e qualche volta in siciliano. Questo modo di scrivere, assolutamente fuori dagli schemi ortodossi della lingua italiana, ha una spontaneità culturale che mi appartiene, che, ripeto, non è pianificata ingegneristicamente. È la spontaneità che vivo quotidianamente nella mia città, Palermo, nel mio paese di origine, Montelepre, nella mia regione, la Sicilia, quando parlo con i miei amici, con i miei familiari, con i miei compaesani, con i miei colleghi di lavoro, e con tutti coloro che nella vita di tutti i giorni utilizzano il siciliano insieme all’italiano.
La tua professione di criminologo e psicologo ha contribuito nella tua passione per la scrittura?
Non
so se si può porre in questi termini. So che ho letto migliaia di libri, per
gli studi che ho fatto, dalle scuole elementari al diploma di laurea, e poi i
master e le specializzazioni post universitarie. L’amore per la lettura e per i
grandi scrittori ce l’ho sempre avuto. Quindi penso che leggere tantissimo, ma
soprattutto leggere i grandi scrittori dell’Ottocento e del Novecento, debba
essere un must, la base per capire come si scrive bene e quale tipo di
scrittura sa creare pathos nel lettore.
Io,
per esempio, da adolescente liceale ho iniziato a leggere Luigi Pirandello, del quale ho letto praticamente
tutto e ho preparato, per gli esami di maturità, una sorta di tesina sulla
poetica di questo grandissimo e rivoluzionario scrittore siciliano. Poi ho
iniziato a leggere Dostoevskij, il più grande indagatore del
profondo dell’animo umano e degli abissi più terribile che si nascondono dentro
ogni essere umano. All’università ho dovuto studiare Sigmund Freud che
mi ha letteralmente catturato, dopo la prima fase di necessaria incomprensione
dei suoi modelli interpretativi e delle sue teorie psicodinamiche. Freud non è
un romanziere, non è un novellista, e secondo me, alla luce dei miei studi, non
è un autore che si può leggere come si legge un romanzo o un saggio qualsiasi.
Non è un autore per tutti. Il passaggio da Pirandello
e Dostoevskij a Freud, per esempio, è notevole, novellisti e
romanzieri i primi due, un teorico-clinico della psiche il secondo. Le letture
dei romanzi e dei racconti di Pirandello e Dostoevskij, e lo studio
approfondito della psicoanalisi freudiana che ho fatto con l’aiuto del mio
preparatissimo professore di psicologia clinica di allora, lo psicoanalista
prof. Lucio Sarno, mi hanno fornito gli strumenti clinici e interpretativi per
comprendere e leggere meglio l’animo umano, l’intimità delle persone, capire
cosa succede dentro ognuno di noi quando c’è un agito di un certo tipo, un
comportamento apparentemente incomprensibile ai più, cose di questo tipo
insomma.
Pirandello,
Dostoevskij e Freud hanno in comune soltanto l’oggetto dei loro scritti, il
profondo dell’animo umano, l’inconscio se vogliamo dirla in psicoanalisi, con
tutto quello che genera nella vita relazionale, sociale e quotidiana. Ma mentre
i primi due lo descrivono nei loro romanzi, il secondo cerca di comprenderne la
struttura e le dinamiche per poi intervenire clinicamente per modificare lo
stato psichico delle persone in cura perché stiano meglio, perché guariscano
dai loro traumi, perché risolvano i loro conflitti interiori. Sono due approcci
di studio e di osservazione completamente diversi, ma certamente complementari.
Fatta questa lunga premessa, non credo che queste letture e questi miei studi abbiamo a che fare con il mio modo di scrivere. Almeno questo è quello che io penso.
Le “Novelle brevi di Sicilia” sono un caso letterario in tutti i sensi. Ti aspettavi tanto successo?
No!
Risposta secca e precisa!
Questa
piccola raccolta di racconti è diventata un vero e proprio caso letterario,
come lo ha definito Rai Radio Uno quando nel maggio scorso mi ha
intervistato proprio perché hanno colto il successo di questo libricino. Quando
Eliana Escheri, giornalista e regista della Rai, mi ha chiamato
per chiedermi l’intervista, non ci ho creduto subito! Come al solito in questi
casi uno pensa allo scherzo di qualche amico o conoscente. Poi ho capito che
era vero. Il mio nome era stato segnalato, la Rai aveva fatto le sue verifiche
e poi mi hanno chiamato al telefono per fissare l’appuntamento in studio a
Palermo, nella sede Rai, per l’intervista che i tuoi lettori, se vorranno,
potranno ascoltare dal link ufficiale di Rai Play. Questo a seguire:
Rai Radio 1: «Il caso letterario delle “Novelle
brevi di Sicilia”» | Eliana Escheri intervista Andrea Giostra | Mercoledì
31 maggio 2023
E poi, a maggio scorso, il riconoscimento nazionale
per “L’alto merito alla letteratura italiana” del quale mi ha
onorato l’Accademia Italiana di Arte e Letteratura presieduta dalla
Dottoressa Francesca Romana Fragale, attribuzione di merito condiviso da
tutto il Consiglio dell’Accademia, che hanno preso questa determinazione con
una motivazione davvero lusinghiera e sorprendente che riporto per i tuoi
lettori: «Le Novelle Brevi di Sicilia di Andrea
Giostra sono un fulgido emblema di quanto l’Accademia intenda valorizzare:
il Dott. Andrea Giostra è un eccellente e geniale scrittore che coniuga nel
medesimo spartito le note del cuore, quelle dell’analisi psicologica degli
indelebili personaggi che delinea in modo mirabile e delle sue curate
ambientazioni. Ineccepibile la tecnica di composizione, talvolta sapientemente
travalicata da estrose licenze poetiche. Il retrogusto amaro e una sottile
sagace ironia satirica rendono le Novelle Brevi di Sicilia un importante
spaccato dell’animo umano, del bello e del brutto universalmente intesi. La Sicilia
viene narrata con trasporto e come una cartina di Tornasole delle
contraddizioni del nostro amato Paese.».
Questo per ribadire ancora il mio no, non potevo mai aspettarmi questo successo nazionale così incredibile!
In
una parte delle tue novelle scrivi testuali parole “Una parte teme il
fallimento, un’altra vuole il successo. Ci sono sempre state queste due
componenti dentro di me che hanno lottato tra loro ferocemente. Spesso vince
l’una, qualche volta vince l’altra.” Facendo un'analisi di te stesso, quale
delle due prevale in Andrea?
Ti
rispondo con quello che ho scritto in questa brevissima Novelle perché i
tuoi lettori la leggano insieme a noi (possono ascoltarla anche dalle
interpretazioni degli attori che l’hanno recitata i cui link troveranno alla
fine di questa intervista) e, al contempo, leggano la mia risposta alla tua
domanda:
Innamorato
È come se
commettere delle gaffe mi mettesse in una situazione di sudditanza, di difetto,
di colpa, di errore da riparare, insomma… una situazione nella quale, per
l’errore commesso, non si può più meritare quello che si vorrebbe ardentemente.
Quello per
cui si anela voracemente.
È come se
dicessi a me stesso: «Vedi? Hai commesso una bella minchiata! Adesso come
farai? È impossibile che tu ottenga quello che vuoi, quello che vorresti,
quindi rinunciaci. Mettiti il cuore in pace. Non sei cosa.»
È questo
quello che forse una parte di me vuole dire all'altra parte di sé.
Una parte che
teme il fallimento all'altra parte che vuole il successo.
Ci sono
sempre state queste due componenti dentro di me che hanno lottato tra loro
ferocemente.
Spesso vince
una, qualche volta vince l’altra.
Ma sempre in
competizione.
E dipende
dall'umore, dai successi ottenuti, dalle soddisfazioni maturate.
Più sono i
fallimenti, più la parte che teme il fallimento domina per la rinuncia.
Più sono i
successi, più la parte ambiziosa prende il sopravvento e domina sull'altra.
È un continuo
lottare dentro di me, e questa lotta la sento sempre.
Ogni momento.
Ecco, con lei
mi succede questo.
Mi succede
che la parte che vuole il successo non riesce a dominare e l’altra parte fa a
questa degli sgambetti imprevedibili che la portano al ridicolo, alla
goffaggine.
E tutto ciò
ha delle ripercussioni devastanti.
Ma è così.
Non si può
fare nulla se non sperare che il successo prevalga sull'insuccesso e la parte
migliore di me prenda il sopravvento.
Ecco!
È questo quello che penso mio caro amico.
Progetti
per il futuro?
Cercherò di promuovere e far
conoscer il più possibile, insieme ai 20 colleghi, amici e co-autori di questo
lavoro, il Saggio sul “Femminicidio e Narcisismo Patologico…”, perché questo
manuale possano leggerlo più Donne possibili. Alla fine di questa intervista ti
posto i link perché i tuoi lettori possano leggerlo in digitale o scaricarlo
in pdf gratuitamente. Spero che questo lavoro serva ad aiutare qualcuna di
queste donne che vivono queste relazioni pericolose, che il Saggio serva loro
per riconoscere il loro partner per quello che realmente è nella sua vera natura
e ad andarsene a gambe levate prima che non vengano schiavizzate o mortificate
nelle loro passioni, nel loro entusiasmo e nella gioia di vivere. È davvero
terribile per queste Donne lasciarsi catturare come degli agnellini da questi individui
senza scrupoli e assolutamente privi di empatia. Quindi auguro a queste donne
di avere la forza di amare se stesse più che questi indegni individui.
Poi ho due libri inediti
terminati da tempo, un romanzo e una raccolta i racconti, anche questi
ambientati in Sicilia e con personaggi siciliani, pronti per essere pubblicati.
Spero di farlo, con una Casa Editrice che ho in mente, ma che non posso dire
per scaramanzia, entro la fine del 2024. Non anticipo nulla sulle storie, ma
vedremo cosa andrà!
Grazie Angela per la tua intervista e per il prezioso tempo che mi hai dedicato, e grazie ai tuoi lettori che sono arrivati a leggere fino all’ultima riga di questa intervista. Grazie a tutti voi!
Angela Caputo:
https://www.facebook.com/angela.caputo.56
https://www.fattitaliani.it/2023/12/angela-caputo-presenta-il-romanzo.html
LINK DI GOOGLE BLOGSPOT DAL QUALE
LEGGERE GRATUITAMENTE IN DIGITALE IL SAGGIO:
https://andreagiostrafilm.blogspot.com/2023/12/FemminicidioeNarcisismoPatologico.html
“INNAMORATO” TRATTO DA “NOVELLE BREVI DI SICILIA”, LE RECITE DELLE ATTRICI E DEGLI ATTORI:
“Innamorato” | Recita Vincenzo
Bocciarelli | Attore e regista:
“Innamorato” | Recita Giuseppe
Mincuzzi | E Poeta Metropolitano, Attore e regista:
“Innamorato” | Recita Vincenzo
Bocciarelli | Attore e regista:
“Innamorato” | Recita Valerio
Toninelli | Narratore e artista:
“Innamorato” | Recita
Milena Bianca Gori | Attrice:
“Innamorato”
| Legge Maria Addamiano | Scrittrice, poetessa e lettrice:
“Innamorato”
| Legge Anna Maria Esposito | Musiche originali di Roberto Carlotto già dei Dik
Dik:
“Innamorato”
| Legge Daniela Trevisan | Attrice, Doppiatrice:
Andrea Giostra
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