Da martedì 5 a domenica 17 dicembre al teatro Cometa Off di Roma sarà in scena lo spettacolo Spose • le nozze del secolo con Marianella Bargilli e Silvia Siravo. Scritto da Fabio Bussotti e diretto da Matteo Tarasco, Spose racconta la vera storia d’amore tra Elisa e Marcela che l’8 giugno del 1901 alle ore 7,30 si sposarono nella chiesa di San Jorge a La Coruña. Il loro è stato il primo matrimonio legale tra due persone dello stesso sesso mai annullato né dalla Chiesa, né dal registro civile. Fabio Bussotti è ospite di Fattitaliani per la rubrica Proscenio. L'intervista.
In che cosa "Spose" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?
Credo che "Spose" sia un testo che raccolga molti aspetti del mio modo di scrivere: frequenti salti spazio-temporali, dramma e umorismo insieme e una certa avversione alle lungaggini. Questa volta però il finale contiene una sorpresa a cui tengo molto.
Quale linea di continuità, invece, porta avanti?
La costante dei miei testi è la curiosità per le debolezze degli uomini. Ogni volta cerco di vedere le cose da angolazioni diverse, ma non sempre si riesce a a mettere a fuoco il mistero.
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro?
Ho debuttato come attore 40 anni fa con Vittorio Gassman.
Quando si scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi? E in questo caso?
In questo caso pensavo a Silvia e a Marianna: la loro bravura si addiceva alla complessità del testo.
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
No, è molto più interessante vedere come il regista interpreta quello che hai scritto.
D'accordo con la seguente affermazione di Julian Beck "Faccio teatro perché questa è la bellezza che offro in risposta alla distruzione del mondo"?
Mi sembra esagerato. Il teatro ha a che vedere con la bellezza, ma non è poi così importante. Però, quando scocca una scintilla di poesia, siamo felici.
Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...
"Tutti gli uomini recitano, tranne alcuni attori".
L'ultimo spettacolo visto a teatro ?Il Misantropo di Molière al teatro Franco Parenti.
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?
Salvo Randone: mi piacerebbe risentire la sua voce potente.
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Aspettando Godot.
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
Mi è sembrato uno spettacolo lungo e noioso.
La migliore critica che vorrebbe ricevere?
Sono trascorse due ore e mi son sembrate 5 minuti.
Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?
Vorrei che il pubblico si portasse a casa quel desiderio di libertà che è l'elemento più importante delle due donne.
C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé l'essenza e il significato di "Spose"?
Il sonetto di Francisco de Quevedo sull'amore già racconta tutto. Giovanni Zambito.

LO SPETTACOLO
Marianella Bargilli e Silvia Siravo portano sul palcoscenico una storia avventurosa e picaresca, tragica e ironica al contempo, la storia di un amore che, a dispetto della legge e dell’opinione pubblica, seppe trovare un coronamento.
“Lo spettacolo racconta una storia d’amore, vero, parla di libertà e coraggio di due donne che nei primi anni del Novecento hanno fatto scelte tanto coraggiose che sfido chiunque in quell’epoca a poterle anche solo immaginare. - Dichiara Marianella Bargilli -Silvia ed io mettiamo in scena la loro storia d’amore, ma anche le travagliate vicende che hanno dovuto attraversare per poterla vivere, per poter anche solo stare insieme, un segno nella storia in tempi non sospetti. Con Silvia Siravo con la quale ho già lavorato in altri allestimenti continuiamo il nostro percorso di condivisione del palcoscenico. Con Matteo Tarasco -conclude- ho fatto “La signora delle camelie” e sono molto felice di tornarci a lavorare, così come sono contenta di lavorare con questa nuova produzione”.
“Quello che porteremo in scena è un racconto appassionato, dolente e sincero, ma anche ironico e provocatorio. - aggiunge Silvia Siravo - Il racconto della storia vera di Elisa e Marcela, e del mondo miope e conformista che ha ostacolato la loro tenace e coraggiosa ricerca di libertà.
Quando ho scoperto questa storia, accaduta realmente in Spagna nel 1901, ho immediatamente pensato fosse importante trovare il modo di portarla a teatro. I tanti diritti acquisiti nella nostra epoca sono frutto anche delle battaglie di donne come Elisa e Marcela. Tenerne viva la memoria è necessario. “Spose” è per me il concretizzarsi di un sogno e sono grata a tutte le persone che ne stanno permettendo la realizzazione”.