Elisabetta Barbera, vincitrice del Primo Premio Poesia della XVII edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden | INTERVISTA di Andrea Giostra.
Come nasce la tua passione
per scrittura, per la poesia e per i libri?
La mia passione per la scrittura è nata dalla lettura fin da ragazzina, era come vivere contemporaneamente due vite, ero così immersa da dimenticare il tempo e lo spazio per poi destarmi all’improvviso e accorgermi che erano passate ore ed era già sera. Come molte adolescenti avevo un diario segreto in cui scrivevo le mie emozioni e su cui ricamavo storie, spesso d’amore. Ma chi ha influito maggiormente è stato mio fratello più grande (il primo di tre) con cui passavo moltissimo tempo nella biblioteca di famiglia. Lui accanito lettore e futuro scrittore mi raccontava le trame dei libri rappresentandole come se fossimo a teatro, momenti indimenticabili che ricordo sempre con il sorriso e che mi spronavano a leggere sempre di più. Le mie prime letture, indimenticabili, che ricordo ancora come se fosse ieri sono, per prime, le opere di Shakespeare che ho amato alla follia ed in particolare modo Amleto, Giulietta e Romeo e i sonetti e poi Charles Dickens, David Copperfield mi ha fatto fare un viaggio straordinario e Jane Austen che amo alla follia e Emily Bronte. Il primo ha influito molto sulla mia scrittura e rimane sempre la mia musa.
Quando hai capito che
saresti diventata una poetessa? Che età avevi, se ti ricordi?
In realtà non l’ho mai pensato fino a pochi anni fa, ho sempre scritto iniziando con il diario segreto in cui ricamavo storie d’amore e d’amicizia come tutte le ragazzine e brevi racconti o prese che non facevo leggere a nessuno. Tutto è iniziato quasi tre anni fa con L’approccio sui social quali Instagram e Facebook che mi hanno casualmente introdotta in salotti letterari virtuali da cui ho cominciato a tradurre i miei scritti in poesia trovando un riscontro che non immaginavo. Questo mi ha spronata a continuare in un crescendo che mi ha donato una meravigliosa gratificazione.
Chi sono stati i tuoi
maestri e quali gli autori che da questo punto di vista ti hanno segnato e
insegnato ad amare le poesie?
Sono molti e negli anni se ne aggiungono sempre dei nuovi, talenti che man mano emergono, per fortuna, dall’oscurità da cui spesso è difficile uscire e in cui vengono relegati poiché il talento non sempre viene premiato. Quelli a cui sono più legata sono Shakespeare, Cesare Pavese , Alda Merini, Rosario Castellanos, Patrizia Cavalli, Mariangela Gualtieri.
Come si fa, secondo te, a
riconoscere una bella poesia, una poesia che funziona e che sa emozionare e
generare riflessione nel lettore?
Una poesia deve nascere
dalla propria interiorità, attingere dalle emozioni di tutti i giorni e farle
proprie, tutto ciò che ci circonda può essere d’ispirazione, dalla natura
all’umanità, ascoltare e guardare sono ciò che fa nascere una poesia. Penso sia
essenziale essere veri, sinceri senza costruzioni di pensieri belli ricchi di
paroloni, altisonanti che non arrivano all’anima, la semplicità è essenziale
per arrivare a tutti, scavando nella profondità della propria anima. Essere
come un diffusore d’essenze che attraverso i sensi e arriva dritto alle
emozioni.
La poesia deve essere sentita e non capita questo ciò che la fa arrivare all’anima.
«Non mi preoccupo di cosa sia
o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due:
o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia,
questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e
questo è quanto. Io la penso così.» (Charles Bukowski, 1975). Seguendo la scia di Bukowski, secondo te,
perché una poesia funzioni come deve essere
scritta e cosa deve contenere?
Concordo pienamente con Bukowski, buttare giù le proprie emozioni in pensieri è l’unico modo di fare sentire la propria voce, il proprio sentire e scuotere gli animi delle persone, la scrittura d’impulso è più suggestiva, accattivante e spesso vincente. D’altra parte è molto importante sia il messaggio che si vuole inviare e, nel caso delle poesie, la musicalità dei versi che trasporta il lettore in un vortice senza sosta e di evasione di cui ha bisogno. Sono tante le componenti ma la più importante è la forza della parola che riesce a fare vivere la storia ai lettori. Non credo che ci sia un modo giusto o sbagliato di scrivere una poesia, ognuno ha il proprio stile e non deve essere snaturato copiando troppo quello degli altri. In realtà può contenere qualsiasi argomento, personale o sociale ma comunque deve scoperchiare le proprie emozioni ed offrirle così, pure, senza troppe costruzioni lessicali, io amo molto usare la simbologia e le metafore che rendono in modo vivo l’idea che si tramuta in emozione.
Come definiresti il
tuo stile poetico e la tua poetica?
Il mio stile poetico è sicuramente lirico, con un linguaggio semplice percorre passo per passo la vita della gente, le emozioni, le domande e le risposte che si fanno ogni giorno, attinge all’umanità in senso ampio e al suo “semplicemente vivere“. La mia è una poesia senza schemi per lasciare ondeggiare le emozioni oltre i confini tratteggiati, aperta al sentire di ogni cuore attraverso fotogrammi immediati con una carezza di speranza finale sempre. Oso dire una poesia per tutti, per chi ama già la poesia e la cerca e per chi vuole accostarsi ad essa per la prima volta senza trovarsi davanti a un muro impenetrabile. Amo l’uso delle figure retoriche scavando nel profondo, creando suggestioni e domande donando sempre una speranza finale.
C’è qualche poeta del
passato o del presente al quale ti ispiri?
Mi ispiro più alla
quotidianità, a ciò che sento, vedo e che produce in me emozioni, mi ispiro
alle persone e la loro normalità nello straordinario come è la vita.
Se penso ad un poeta
la mia mente va sempre a Alda Merini che nella sua semplicità è sempre riuscita
ad arrivare al cuore della gente che la ricorda anche solo per una frase, un
pensiero in cui ci si rivede, la si vive come propria e questa è la carta vincente
della sua poesia.
Può però anche capitare che leggo una qualsiasi poesia anche non nota e mi dia l’ispirazione per scrivere, perché tutte possono avere un qualcosa che accende la fiammella dell’ispirazione.
Ci parli del tuo libro, “Tutti i fiori del mondo”, pubblicato da 4punteedizioni? Come nasce, qual è l’ispirazione che l’ha generato, quale il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale le storie che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?
“Tutti i fiori del mondo” non è nato da un progetto, l’intento di scrivere un libro, è l’insieme di tante poesie scritte nel tempo e poi raccolte grazie alla proposta del mio editore che mi ha sollecitata fino a convincermi. Ogni mia poesia nasce d’impulso da una parola che mi gira per la mente, un’immagine che ho negli occhi, un fatto vissuto o visto vivere negli altri, dopo una giornata piena di emozione, come accade a tutti, la mia mente ha la necessità di scoperchiarsi e buttarle fuori in parole con una simbologia che nasce dal desiderio di ardire, di non fermarsi di fronte alle incognite della vita. La silloge allude alla speranza che, di fronte ai travagli del mondo contemporaneo, sia possibile una nuova vita. La natura è sempre elemento fondamentale delle mie liriche, come lo svolgersi della storia di ognuno di noi. Natura e uomo, due mondi in uno, in lotta per sopravvivere.
Questa raccolta di poesie nello
scorso mese di giugno ha vinto il Primo Premio della
XVII edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden, sezione
poesia edita. Cosa hai provato quando ti è stato comunicato questo importante
riconoscimento? Quali le emozioni, i sentimenti, i flashback dell’impegno e
della dedizione che hai messo in tutti questi anni per coltivare la tua
passione per la poesia?
È stata un’emozione molto
forte, da batticuore, non mi aspettavo assolutamente di raggiungere un
traguardo simile e per questo è stato ancora più intenso. C’è stato anche un
momento divertente in cui mi sono domandata se veramente fossi fra i cinque
finalisti poiché il presentatore continuava a chiamare secondo la classifica
dal basso verso l’alto e il mio nome non compariva, l’ho detto a mio marito che
mi ha guardata stupito, quando è stato chiamato il secondo classificato ho
avuto il dubbio di non essere più chiamata, d’essermi sbagliata.
Sentire il mio nome e andare sul palco per la premiazione è stato quasi surreale, non ricordo nemmeno come ho risposto alle domande, ero in preda ad un’emozione che mi guidava come un automa. Poi quando ho realizzato l’accaduto ho quasi pianto per la grande gratificazione ricevuta dalle mie poesie, finalmente apprezzate anche da persone qualificate e ho pensato che il mondo fosse giusto, che ci fosse una possibilità per tutti anche senza raccomandazioni o spinte. È stata un’emozione indescrivibile, unica e indimenticabile. Il tempo usato non era servito solo a me ma anche agli altri che hanno apprezzato e spero goduto delle mie poesie.
Se una ragazza appassionata
di poesia ti chiedesse un consiglio su come diventare veri poeti, cosa le
diresti?
Non credo nell’affermazione
“vero poeta”, cosa significa? Esiste un vero e falso poeta? La vita stessa è
poesia, c’è poesia anche nelle canzoni, la poesia è ovunque e non amo le
classificazioni.
Il poeta è colui che sa esprime a parole le proprie emozioni e per questo suggerirei ad una ragazza che vuole diventare poetessa di non pensarci e aprirsi solo alle proprie emozioni e cercare di metterle in parole. La chiave è tutta lì senza pensare a ciò che diventerà o meno. Il tempo farà il resto.
Cosa vuoi dire liberamente ai
nostri lettori? Chiudi con una conclusione libera…
Voglio ringraziare il mio
editore, un uomo di straordinaria umanità, ad avere creduto in me e nella mia
poesia fin dall’inizio spronandomi sempre in tutto, la mia famiglia che mi ha
supportata e sopportata mentre scrivevo rubando tempo a loro e dandomi la forza
anche nei momenti difficili e il tempo per scrivere.
Ringrazio anche tutti voi
che mi leggete per il tempo che mi avete dedicato.
Un abbraccio a tutti.
Elisabetta Barbera
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Il libro vincitore :
Elisabetta Barbera, “Tutti i fiori del mondo”, 4Punte edizioni, 2023
Andrea
Giostra
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