(trailer) Da venerdì sera 15 dicembre fino al 20 dicembre a Nancy, l'Opéra National de Lorraine presenta "Don Pasquale" di Donizetti: a dirigere l'Orchestra il Maestro Giulio Cilona, la regia è di Tim Sheader. Nel ruolo del titolo troviamo Lucio Gallo, in quello di Ernesto il tenore Marco Ciaponi: Fattitaliani lo ha intervistato.
Come presenterebbe l'opera "Don Pasquale" a chi non l'ha mai vista?
Don Pasquale è un’opera comica del caro Donizetti. La definirei: una burla a vantaggio di due giovani innamorati (Ernesto e Norina) che, non potendo coronare il loro sogno, sono costretti a prendersi quello che vogliono con l’inganno a discapito del povero Don Pasquale che, sperando di aver trovato la donna finalmente da sposare scopre, alla fine, che ella altro non è che la fidanzata del nipote Ernesto (Norina appunto): un’opera da vedere, ascoltare e un intreccio da godere.
La regia di Nancy la pone in un modo un po’ diverso: Malatesta e Norina sono amanti segreti, a Norina importa poco del povero Ernesto, il quale invece è fermamente innamorato di lei. La burla e l’intreccio sono sempre gli stessi, ma stavolta l’unica ad uscirne vittoriosa è proprio Norina.
I vantaggi? Non saprei! È un ruolo molto impegnativo, mi verrebbe da dire che VOCALMENTE forse il più impegnativo dei quattro in scena. Vantaggi direi di no, sono abbastanza veterano del ruolo, ma ogni volta cerco di coglierne sfumature nuove, ma garantisco che è fa tremare come la prima volta.
La mia impronta è sempre del giovane scanzonato, romanticone che crede fermamente nell’amore, nelle fiabe e nel lieto fine. Non sono così lontano dall’animo di Ernesto, sarà anche per questo che in scena mi sento totalmente calato in lui!
La ‘virtù magica’ nel cantante lirico risiede principalmente nel timbro, per il resto purtroppo la magia c’entra poco, molto poco! Tanto studio, passione, concentrazione, essere sempre sul pezzo e cercare di essere nel posto giusto al momento giusto.
Carina questa domanda! Solitamente no, non mi ‘struggo di impazienza’ sono sempre molto concentrato, cerco di capire com’è la voce nel parlato e se capisco che è tutto ok, mi rilasso e attendo con Pazienza la sera della recita, cercando di caricarmi al massimo e dare il 100% in scena.
Oddio… il ‘foco insolito’ l’ha sentito prima di tutti mia madre che a 11 anni ha cercato di capire se fossi almeno intonato quanto lei. Mi sono appassionato fin da subito all’opera lirica, mangiavamo pane ed opera a casa. Ho iniziato a fare i primi concorsi, vedevo che funzionava, ho vinto i primi premi in concorsi molto prestigiosi Voci Verdiane di Busseto e Operalia tra i tanti. Da lì, ho vinto un debutto in Elisir d’amore con Leo Nucci come regista e Stefano Ranzani come direttore, da lì ho capito che il palcoscenico era la mia strada. D’altronde non mi vedrei a fare nessun altro tipo di lavoro. Giovanni Zambito.