Palermo. Sarà il rapporto fra Rachmaninov e il suo mentore Čajkovskij al centro del prossimo concerto del Turno pomeridiano degli Amici della Musica: lunedì 4 dicembre alle 17.15 al Politeama Garibaldi, ad interpretare il Trio per pianoforte in La minore di Čajkovskij e il Trio élégiaque n. 1 in Sol minore di Rachmaninov – le due pagine che meglio evidenziano questo legame – sarà il Trio Eidos formato dal violino di Francesco Mardegan, dal violoncello di Stefano Bruno e dal pianoforte di Giulia Loperfido.
Il Trio Eidos è stato fondato nel 2020 e da subito ha ricevuto il supporto dei maggiori enti di perfezionamento e di sostegno per giovani artisti, come il Comitato AMUR, attraverso il quale inizia la presenza nelle principali stagioni di musica come l’Accademia Filarmonica Romana, l’Associazione Amici della Musica di Firenze, il Festival “Classiche Forme” a Lecce, il Viotti Festival a Vercelli, la Fondazione Musica Insieme Bologna, l’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli. Dal 2021 è ammesso al Corso di Perfezionamento di Musica da Camera presso l’Accademia Chigiana a Siena nella classe d Bruno Giuranna con il quale proseguono gli studi anche alla prestigiosa Accademia “Walter Stauffer” di Cremona.
Sergej Rachmaninov aveva diciannove anni nel 1892 e si era trasferito a Mosca dopo aver trascorso un’adolescenza complessa che lo portò a trasferirsi dal conservatorio di San Pietroburgo a quello della capitale dove venne ospitato dal rigorosissimo maestro di pianoforte Nikolai Zverev. In quella casa conobbe i principali musicisti russi dell’epoca, fra cui Čajkovskij, figura che ebbe una grandissima influenza su di lui. Il rapporto fra i due compositori è testimoniato dai due Trii che segnano un ideale passaggio di consegne da allievo a maestro. Čajkovskij aveva dedicato la sua composizione del 1882 con la frase «A la mémoire d’un grand artiste» all’amico e collega Nikolai Rubinstein – scomparso quello stesso anno – per commemorare colui che lo aveva spinto alla carriera di compositore e che era stato il primo interprete di tante sue pagine celebri. A questo Trio si ispira Rachmaninov per il suo Trio élégiaque n. 1 in cui sono contenuti elementi dell’opera di Čajkovskij come il tema elegiaco, le sue variazioni e la marcia funebre nel finale. Subito dopo la composizione di questo brano, Čajkovskij morì nel 1893 e Rachmaninov pochi giorni dopo compose il Trio élégiaque n. 2 dedicandolo “alla memoria di un grande artista”.
A far da ponte fra questi due brani è l’esecuzione della trascrizione per trio che Camille Saint-Saëns realizzò per il quarto dei dodici poemi sinfonici composti da Franz Liszt e dedicato al mito di Orfeo: scritto come sinfonia di apertura per la messinscena dell’Orfeo ed Euridice di Gluck al Teatro di Corte di Weimar nel 1854 – città dove il musicista aveva il ruolo di Kappellmeister – il brano è stato ispirato da un’immagine riportata su un vaso etrusco esposto al Louvre e raffigurante il citaradeo che addolcisce gli animali con la sua musica. Liszt accompagna la partitura con un breve testo in cui riflette sull’importanza dell’arte e sulla sua funzione sociale redentrice.
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