CINZIA TANI: DALLA MIA ADOLESCENZA ORRIBILE UN LIBRO SUI RAGAZZI PRODIGIOSI



Giornalista, conduttrice televisiva e narratrice, stavolta Cinzia Tani racconta gli splendori di ragazzi prodigiosi, laddove il prodigio è individuabile nelle infinite possibilità della mente e della costruzione di sé quando ancora è possibile edificarsi, evolvere, modularsi al meglio. Ovverosia, gli anni duri e meravigliosi dell’adolescenza. Ne è nato il tomo per Vallecchi Firenze Il mondo in pugno, in cui Tani ripercorre i primi anni, quelli della dura formazione, di Jesse Owens, Charlie Chaplin, Pablo Picasso, Charles Darwin, Marie Curie, Mary Shelley e molti altri.  

Un libro sull'adolescenza può indurre delle riflessioni nel giorno in cui tutti piangiamo l'uccisione di Giulia Cecchettin?

Certamente, perché l’adolescenza è il periodo più delicato, difficile e problematico della vita. Per quanto riguarda la tragedia di Giulia Cecchettin dobbiamo sollecitare le istituzioni a introdurre nelle scuole corsi di educazione sentimentale. Questo vale anche per le famiglie, ma poiché non si può imporre a madri e padri il giusto comportamento da adottare con i figli, possiamo agire solo nelle scuole, a partire dalle elementari.

Perché secondo lei hanno voluto istituire una giornata dell'adolescenza?

Il 20 novembre ricorda il giorno, nel 1989, in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questi primi anni della vita sono fondamentali per formare il futuro adulto ed è giusto porsi delle domande, non solo oggi ma tutti i giorni. Come sono educati i bambini e gli adolescenti? Cosa ha cambiato in loro l’uso continuo dei social? Come fare per educarli al rispetto e all’empatia verso l’altro? Come evitare l’aumento di sostanze nocive? Come stimolarli a intraprendere percorsi costruttivi, che li portino a realizzarsi?  Domande a cui bisogna rispondere in un mondo che sta cambiano velocemente soprattutto per i ragazzi.

E' più difficile oggi attraversare l'adolescenza?

È sempre stato difficile ma oggi i disagi adolescenziali cominciano prima. I sedici anni  sono i venti di tempo fa. I numeri parlano chiaro: i crimini commessi dai giovanissimi sono aumentati, aumentato il consumo di alcol e droghe, aumentati gli stupri commessi da minorenni, aumentati furti, maltrattamenti e delitti effettuati dalle baby gang, femminili e maschili.  Le droghe servono come strumento di ribellione, ricerca del piacere e anestetizzante verso disagio e dolore. Aumentato anche l’uso di ansiolitici, questo dimostra l’incapacità dei giovani di superare momenti difficili.

Davvero nell'adolescenza si ha "il mondo in pugno? E si ha la sensazione di averlo?

Le mie storie dimostrano che ipoteticamente i ragazzi hanno il mondo in pugno. Bisogna poi vedere come si muovono per realizzare i propri sogni. Quello che accomuna questi giovani dell’otto e novecento, ma sono personaggi immortali, è la passione. Per il desiderio di soddisfare la loro passione erano disposti a rinunciare ad alcune cose, a sacrificarsi, a fare scelte difficili, a impegnarsi con grande volontà. Tutto ciò che manca a gran parte dei giovani di oggi.


Lei come ha scelto gli adolescenti prodigiosi di cui racconta i primi anni di vita?

Ho scelto uomini e donne, di diversi paesi, che hanno realizzato cose importanti nell’adolescenza e prima giovinezza: Marconi, Chaplin, Picasso, Welles, Jesse Owens e tanti altri. Ci tengo a sottolineare che non si è trattato solo di talento, che è un dono che riceviamo senza aver fatto nulla, e comunque varrebbe solo per Paganini e la Schumann, e neppure della famiglia in cui sono nati. Erano quasi tutti poverissimi, alcuni con padri alcolisti, altri con madri morte giovani. Alcuni hanno avuto un genitore a credere in loro o un allenatore sportivo, altri non hanno avuto alcun supporto. E’ stata la passione, l’intuizione, la volontà, anche l’ambizione, il desiderio, a permettere a questi personaggi di raggiungere il successo.

Lei che ricordo ha della sua adolescenza?

Orribile. Ho pianto in bagno per anni. I miei genitori erano severissimi e non potevo mai uscire. Così sono diventata ribelle e scappavo di casa;  quando pensavo di soffrire troppo bevevo un bicchierino dei liquori che trovavo sul loro vassoio-bar, che mi facevano schifo. Però ero bravissima a scuola, mi piaceva studiare, leggere e scrivere e l’ho fatto per il resto della vita. I libri hanno salvato la mia adolescenza.

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