Innesti 2023, Federica Zianni: fare arte è l'unica cosa che so fare. L'intervista di Fattitaliani


La mostra dal titolo “INNESTI 23”, curata da Luigi Codemo, allestita all’interno del percorso museale nelle sale di Villa Clerici a Milano, presenta fino al 15 ottobre 2023 opere di 4 artisti tra cui Federica Zianni, intervistata da Fattitaliani.
Qual è stato il suo primo approccio personale all’arte?
Ho sempre saputo che avrei fatto l’artista, non ho mai detto di voler fare altro lavoro da grande. Ho prodotto manufatti fin a da piccolissima e non ho mai avuto dubbi sul mio futuro. Non ricordo il mio primo contatto con l’arte ma non ricordo un istante senza.
Quando l’arte ha cominciato a far parte seriamente della sua vita e del suo tempo?
Questa mia consapevolezza è maturata durante l’adolescenza per cui ho scelto sempre un indirizzo di studi idoneo al mio campo. Frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera ha di certo rifinito professionalmente questa mia ambizione.


Quali opere ha portato nella collettiva Innesti? Ce ne accenna un po’ il motivo ispiratore, il soggetto e la tecnica?
Ho portato due installazioni e un’opera singola. Innesti inaugura in un contesto per me oggetto di ammirazione, per la sua sede e per la sua collezione ricca di artisti moderni, scultori e maestri del bronzo. Per questo ho portato le opere più autorevoli che avessi, in modo da avvicinarmi ai maestri presenti. La prima installazione si intitola Silent Cocoon ed è formata da tre elementi in bronzo, tre bozzoli che si dischiudono in progressione. La seconda installazione è composta da due femori fuori misura, uno in bronzo e l’altro in gesso, il cui titolo è Free Use e infine l’opera appesa è un bozzolo in bronzo, realizza grazie alla vincita del 16° edizione del Premio Arte Laguna per la sezione Residenze artistiche.

Perché ha portato queste opere a rappresentare il suo lavoro?
Trovo che le mie opere siano mute, in un certo senso lasciano delle suggestioni senza aprirsi totalmente o rivelando l’impossibilità di una comprensione soddisfacente. Le opere che ho proposto hanno molti livelli di lettura in cui convivono materiali preesistenti e intuizioni sul futuro. Le ho portate perché penso che abbiano attinenza con il dramma umano, la sua limitatezza e il suo sentimento religioso.
Personalmente che concezione ha dell’arte? Come la vive?
Fare arte è il mio lavoro. A volte è fonte di soddisfazione, altre di frustrazione, ma è realmente l’unica cosa che so fare.
E con il sacro?
Credo che la necessità che unisca gli esseri umani sia quella di avere un senso, di essere al mondo perché voluti da qualcuno e di lasciare un segno della propria presenza. Il sacro apre ad una dimensione altra, non visibile, non terrena. Una dimensione che ha in sé il senso di questa necessità e nonostante questo non ci è mai comprensibile. Il sacro è per me qualcosa che non si esaurisce. Giovanni Zambito.


Biografia
Federica Zianni si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, in Scultura. Vi torna nel 2022 con l'incarico di docente di Tecniche di Fonderia. Dal 2018 partecipa a Premi di rilievo nazionale come il Premio Combat, il Premio Vittorio Viviani, il Premio Comel, l'Artrooms Award, il Malamegi LAB Art Prize, il Premio di Scultura Gabbioneta, il Premio Mellone, il Premio di Scultura Fregellae e prende parte al GIFA (Fiera Internazionale della Fonderia) a Düsseldorf. Nel 2021 vince il premio espositivo di We Art Open 2021 indetto da No Title Gallery. È tra i finalisti del Premio Cramum e di Exibart Prize, l'opera selezionata è stata pubblicata in un volume edito da Exibart Edizioni. Inoltre è finalista al Mediterranean Contemporary Art Prize, al Premio Fregellae e al Premio Artkeys. È tra gli artisti in residenza di VIR Viafarini-in-residence e partecipa alla residenza artistica In-Edita 2, progetto coordinato dalle gallerie Galerie Alberta Pane, Ikona Venezia e Marina Bastianello Gallery. Nel 2022 espone le sue opere a Milano in una mostra personale alla Manuel Zoia Gallery. È finalista all'Exibart Prize e al Premio Arte a cura di Cairo Editore, la cui mostra ha avuto luogo al Palazzo Reale di Milano. Nello stesso anno inizia la realizzazione della sua prima monografia edita da Vanillaedizioni. Risulta vincitrice dell’Arte Laguna Prize 16 per la sezione Premi Speciali per cui è in residenza artistica alla Fonderia Artistica Versiliese. Infine espone per la prima volta la sua ricerca artistica alla 17a edizione di ArtVerona e alla 2 a edizione di Roma Arte in Nuvola. Nel 2023 torna a Roma con una seconda mostra personale da Galleria Triphè curata da Maria Laura Perilli. Inoltre partecipa a Re-Use, Role of Visual - Sculpture Art Creation in the Context of Sustainable Behaviour, progetto cofinanziato dall'Unione Europea come parte di Creative Europe Programme, che vede il coinvolgimento di parteners come Sculpture line, Area Creativa 42 e Jan Koniarek Gallery. 

La prassi dell’arte come il costituirsi delle religioni e dei miti, è comune a tutti gli esseri umani e presente in ogni cultura fin dagli albori dell’umanità. Attraverso la sua ricerca, Federica Zianni cerca di riflettere come l’arte, intesa come pratica, sia il punto di incontro, la terra franca in cui contrastare le paure suscitate da problematiche attuali come l’identità, il retaggio culturale e la migrazione, in modo diretto e dimostrativo, attraverso istallazioni e performance. L’artista lavora principalmente con la scultura utilizzando materiali artificiali come resine, camere d’aria e lacci emostatici accostandoli spesso a quelli classici come l’ottone e il bronzo, utilizzando la tecnica della fusione a cera persa, a cui è molto legata. Nella sua produzione affronta il tema dell’introspezione del sé creando superfici mosse e lucide che non rimandano ad un ritratto chiaro di chi vi si specchia. La sua ultima serie è connessa alla creazione di forme rigonfie, organiche in apparenza, riflettendo sulla natura culturale dell’essere umano e le sue sfaccettature, attraverso il recupero dei miti classici e reinterpretando immagini archetipiche di nascita, morte, creazione e distruzione. 

Fattitaliani

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