Fino al 3 settembre prosegue all’insegna della contaminazione tra generi il Festival di Todi giunto alla sua XXXVII edizione: stasera alle ore 18 presso la Sala Vetrata dei Portici Comunali, il Fondatore e Presidente Internazionale di Slow Food Carlo Petrini, parlerà del suo ultimo libro: Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità. A seguire alle ore 21 sul palco del Teatro Comunale lo spettacolo di danza contemporanea WHAT’S YOUR nAIM? in anteprima nazionale. L’autore, Edoardo Guarducci, porta in scena un interrogativo provocatorio che fonde in un unico termine, nAIM, l’espressione name (nome) e AIM (goal, obbiettivo): un originale gioco di parole e un invito a riflettere sull’invadente dinamica sociale che induce a circoscrivere e limitare la propria identità a un mero scopo, spesso frutto di pressioni, ambizioni e pretese di origine genitoriale o comunque esterne. Edoardo Guarducci, direttore del Festival di Todi, parla con Fattitaliani: l'intervista.
A cosa è dovuto il successo del Festival?
Al suo fondatore che 37 anni fa ha avuto l’intuizione di innestare un processo culturale che è abbastanza vivace nella nostra regione. Un Festival dedicato principalmente al Teatro ma non solo… Ha saputo sempre dare una direzione di innovazione, di sperimentazione e la sua linea artistica. Otto anni fa noi abbiamo avuto l’onere e l'onore di assumere la Direzione artistica subentrando al lavoro di Silvano Spada e abbiamo continuato nella stessa direzione aggiungendo nuovi fattori che abbiamo definito una gustosa insalata di fine stagione, aperta all’assaggio di tanti target: amanti dell’arte, del teatro, della musica e di tant’altro. Quest’anno accoglie musicisti non vedenti ed ipovedenti, Il tema dell’inclusività all’interno di un Festival. Ci sembrava interessante dargli spazio e l’abbiamo fatta con Blind international Orchestra. I musicisti hanno tra i 12 e i 65 anni e sono diretti dal Maestro Alfredo Santoloci che è docente di sassofono al Conservatorio di Santa Cecilia e che ha avuto l’intuizione di guidarli attraverso degli appositi auricolari. Sarà bello veder cimentare questi talenti all’interno del Teatro comunale di Todi in un’esibizione che è una prima assoluta a livello nazionale ed internazionale.
Che rapporto c’è tra i musicisti che hanno età diverse?
Noi non conosciamo esattamente le biografie di ognuno di loro. Sappiamo comunque che è un lavoro che stanno portando avanti da diversi mesi, C’è un grande fervore ed un grande entusiasmo nel gestire questa loro performance. Li incontreremo anche noi per la prima volta a Todi, la settimana prossima, quando sarà il loro turno. Le attese sono tante. Sappiamo anche che sono circondati ovviamente dall’affetto dei loro familiari. Avvertono tutti l’importanza di questa novità. Le ultime edizioni del Festival hanno avuto un grande successo.
Che pubblico ha il Festival?
Un pubblico che ha un palato molto raffinato perché è abituato ad ascoltare della buona musica ed a partecipare a performance teatrali importanti e significative. Sicuramente tutti quelli che sono stati i principali protagonisti del Teatro italiano che all’inizio sono passati come giovani promesse e poi si sono affermati nel corso degli anni come i grandi maestri dell’arte che sanno interpretare e che colgono l’occasione per venire a vedere l’Umbria e i suoi tratti distintivi, il paesaggio, il buon cibo e anche la cultura materiale e approfittano anche di vedere il Todi Festival. E’ anche un prodotto che fa leva sul marketing territoriale e sulla cultura.
Perché la natura vince sempre sull’architettura? Questo è il segnale che attraverso l’opera del Maestro Ugo La Pietra ha voluto dedicare il manifesto ufficiale di questa edizione.
L’albero è anche un avvertimento che domina un tratto che rappresenta la casa e vuole testimoniare un tema molto attuale: l’importanza di come la natura viene preservata e che l’urbanistica sia contenuta. Non esagerare ad abbattere quelli che sono gli spazi edificatori nelle nostra città e nelle nostre periferie. Invece di costruire di nuovo, bisogna cercare di recuperare gli spazi che sono rimasti vuoti e sono da rifunzionalizzare.
E’ un avvertimento per cercare di recuperare gli spazi che spesso sono rimasti vuoti.