A Siculiana, nella Torre dell'Orologio, fino al 30 agosto è visitabile la mostra "Gioia" una collettiva con il contributo di trenta artisti. Fra questi Giuseppe Sinaguglia, intervistato da Fattitaliani.
Qual è stato il suo primo approccio personale all'arte?
Al principio c’erano ingenuità, inconsapevolezza e sorpresa, che a dire il vero ancora mi accompagnano. Come avviene e cosa succede è un mistero e non è tanto importante l’inizio ma il perseguire nel tempo questo rapporto passionale e a volte masochistico.
Quando l'arte ha cominciato a far parte "seriamente" della sua vita e del suo tempo?
Forse ho cominciato a crederci tra il 2010 e il 2011 anche se è dal ‘96 che la mi dedico alla produzione con una certa volontà artistica o sarebbe meglio dire velleità. ‘Seriamente’? Ho imparato che bisogna non prendersi mai troppo sul serio.
Che opere ha portato nella collettiva "Gioia"? Ce ne accenna un po' il motivo ispiratore, il soggetto, la tecnica?
Alla collettiva partecipo con due opere con lo stesso formato 65x90 cm, entrambe su tela e realizzate con la stessa tecnica mista fatta di colori acrilici e pastelli ad olio. Una si intitola “promesse da marinaio”, l’altra “ il mio cuore fa bonbon” e fanno parte di una serie intitolata “che hai in testa?!?”.
La gioia può essere effimera se innescata da certe illusorie promesse, proverbiali lo sono quelle del marinaio; mentre è sempre e comunque una sequenza di dolci palpiti, un imprevedibile sapore, un batticuore che scaturisce da una scatola di cioccolatini.
Personalmente che concezione ha dell'arte? Come la vive?
Il mio concetto d’arte è per l’appunto gioioso, divertente, irriverente, ironico. È una terapia capace di mantenere vivo il mio curioso interesse verso il perché di questa esistenza qui ed oggi. Giovanni Zambito.