Siculiana, stasera la rievocazione del matrimonio anni ‘50



Continuano gli appuntamenti dell'Estate Mediterranea 2023 di Siculiana: stasera la piazza Umberto I si trasformerà in un palcoscenico per accogliere la rievocazione del matrimonio anni ‘50. Un evento realizzato con il contributo dell'Assessorato regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana.

Per la rassegna Trame e cortili, prende vita alle ore 21 e alle ore 22 “La notte dei confetti: rievocazione del matrimonio anni ‘50” con la direzione artistica di Aurelia Lalicata.
La cultura e le tradizioni passate sono certamente le basi che creano le attuali società.

In Sicilia erano molto diffuse alcune usanze prima della celebrazione delle nozze, che ancora oggi vengono mantenute in alcuni paesi, in segno di rispetto verso la lunga tradizione. Per non perderle, e portarle avanti nel tempo, se non nei fatti, almeno nel ricordo, si rivedranno le più salienti.

Vengono proposti i seguenti quadri di mimo e teatro danza:

 GUARDO ME STESSO

LA TALIATURA

LA SERENATA

LU CORREDU 

LA CUNZATA DI Lu Lettu

LA FESTA

Declamano Valentina Indelicato e Baldo D'Avilla 

Danzano i ballerini dell'associazione L.A. Danza di Sciacca


CORTILI E TRAME
Nella Città degli Sposi 
Siculiana Città degli Sposi, una denominazione che deriva dal matrimonio storico, celebrato nel 1311, tra Costanza Chiaramonte e Brancaleone Doria, oggi rappresentato da un percorso storico-turistico, che racconta, tra storia e leggenda, gli SPOSALIZI BENEDETTI DELLA ROCCA DI SICULIANA. 
Il progetto CORTILI E TRAME, intende riscoprire una tradizione, quella del ricamo, un tempo molto radicata: la “dote della sposa”. 
Come la trama di una storia lo sfilato siciliano racconta di un tempo passato, quando le nostre nonne ancora fanciulle praticavano l’arte del ricamo. In ogni casa si trovavano aghi, fili e telai, in ogni famiglia le donne si tramandavano la cultura del ricamo; così alla sera quando l’aria diventava più fresca ci si riuniva in cortile o davanti la porta di casa per sfilare e tessere in compagnia di altre donne, delle vicine, forse piuttosto per chiacchierare del più e del meno, di quello o di quell’altra, di notizie che non si trovavano nei quotidiani, ma nella bocca della gente. Tra una parola e l’altra si decoravano tende, copriletti e servizi da tavola per la propria casa, ma soprattutto per la dote della figlia che prima o poi avrebbe dovuto maritarsi.
Da ogni telaio veniva fuori una rete d’intrecci che, giorno per giorno, si definivano sempre di più, fino a mostrarne il disegno nella sua completezza: puttini, vasi fiorati e ornamenti barocchi. Oggi quest’arte non è più diffusa come un tempo, sono poche le donne che ancora la praticano, forse perché la nostra società va verso un mondo che tende alla globalizzazione, forse perché il cortile non è più un luogo di chiacchera; ma basta vedere una di queste opere per percepirne il valore artistico e storico, basta uno sguardo per cogliere la pregiata armonia del disegno e la minuziosità del lavoro.
Bisogna allora recuperare questa pratica per far conoscere il patrimonio di una storia che è parte della Sicilia di oggi, parte dell’artigianato che vive nei vicoli di paese e nelle borgate cittadine, in cui possiamo ancora ritrovare il particolare, elemento essenziale della storia del mondo. 


Di fronte ad una testimonianza vivente, ad un racconto, ad un baule che si apre o un cassetto della nonna che tira fuori un coordinato da regalare o da ammirare, si apre un mondo apparentemente distante dalla società di oggi. Ma quel cassetto porta con sé storie, tradizioni, valori che appartengono alla nostra storia. 
Un patrimonio creato con le mani, filo con filo, fra trama e ordito, che racconta i pomeriggi estivi di un tempo, nei cortili. Che racconta l’emozione delle giovani donne, in età di marito, intente a realizzare il proprio corredo.  Un’arte che scandiva il tempo di uomini e donne: nella fresca sottana ricamata che ha visto nascere la vita, nella veste da battesimo di un bimbo che entrava nella comunità cristiana, nelle tavole imbandite a festa, nei riti di seduzione con il regalo di un fazzoletto. 
Il progetto mira, da un lato, a far riscoprire questo patrimonio, per farlo conoscere e, soprattutto, per riproporlo in chiave moderna, come prodotto dell’artigiano femminile, ancora oggi, in grado di rappresentare un elemento attrattivo artistico ed economico; dall’altro, come filo conduttore di un racconto della storia del nostro territorio e per far conoscere, e rivivere, scorci e vicoli del centro storico di Siculiana. (a cura del Sindaco Peppe Zambito).
Fattitaliani

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