Scuola, la lettera di un alunno bocciato



Sarà, ma sembra tutto strano.

Una lettera di uno studente che conquista le prime pagine dei giornali: uno studente che si sente rifiutato dalla scuola, che preferisce rimanere anonimo...
Né un riferimento di indirizzo scolastico, né un accenno al tipo di percorso intrapreso e interrotto, né un minimo segnale di riconoscimento su quale possa essere la reale ragione dello smarrimento dell'adolescente, né del rifiuto della scuola "indifferente" ai suoi bisogni.
Tutto vago, tutto scritto bene, tra l'altro. Un linguaggio non aulico ma certamente corretto, bilanciato nel contenuto e nella forma. Perché mai sarà stato bocciato?
La lettera ha certamente sortito l'effetto sperato: un invito all'istituzione scolastica nei suoi diversi rappresentanti a fare attenzione alla persona prima che allo scolaro. E su questo siamo perfettamente d'accordo.
Però è una lettera pure intrisa di retorica suggellata dalla frase finale/slogan "Io sono l'emblema del TUO fallimento".
Ci sono frasi stucchevoli come "dovevi essere il mio faro nel buio", "hai semplicemente deciso di lasciarmi indietro", "macigno che mi è piombato sul cuore": resta tutto superficiale, dice tutto e niente, lancia accuse ma su quale fondamento? su quale esperienza in particolare?
Lo studente ce l'ha con degli insegnanti, con la segreteria, con la dirigenza, con il Ministero?
Mi spiace dirlo, ma questo genere di lettere -a parte il polverone iniziale- non contribuisce a vedere bene i problemi della scuola.
Un messaggio "universale", certo ma che perde di potenza proprio perché distaccato da una realtà, da un episodio e non c'entra niente la scelta dell'anonimato.


 

Fattitaliani

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