Il singolo di Effenberg "Incredibile", pubblicato con Sound To Be, ha adesso anche un videoclip da ieri disponibile, direzione creativa di Lisa Mazzei e Leonardo Fiori (Lyzard). “Un video di analogie visive che fanno dialogare l’uomo e la natura attraverso le forme e le loro texture. Piccoli quadri emergono da un fondo nero e si alternano come un mosaico di immagini che ricordano pellicole analogiche mostrandoci brevi scorci di mondi naturali.” Fattitaliani ha intervistato il cantautore lucchese (all'anagrafe Stefano Pomponi), rivolgendogli delle domande con frasi estrapolate dalla canzone.
Come il mare anche la musica "avvolge tutto e fa sparire le cose"?
Sì, direi di sì, però per quanto mi riguarda c’è bisogno di uno sforzo maggiore. Se suono devo abbandonare la paura di sbagliare, l’idea del giudizio degli altri ed entrare in simbiosi con la musica. Quando succede questo l’effetto è proprio quello. La musica riempie lo spazio, fa sparire i pensieri e avvolge tutto. Però bisogna mettersi in una condizione dove la razionalità è al minimo.
"Guardare al largo" offre vantaggi o rappresenta un ostacolo?
Secondo me un po’ tutti e due. Offre il vantaggio di avere una visione più ampia, slegata dalla moda e dal periodo storico in cui ti trovi. Ti porta all’essenza vera delle cose. Lo svantaggio è che ti rende poco pragmatico e poco concentrato sul presente, che comunque fa schifo, quindi ripensandoci è un vantaggio anche quello.
Nel mondo discografico qual è "uno scoglio che appare" molto spesso?
I numeri. Il mondo discografico odierno è penoso. Non c’è ricerca, non c’è voglia di sperimentare, di cercare di fare un discorso che non si esaurisca nei tre minuti e trenta di un singolo. È un mercato appunto. Vendono musica ma potrebbero vendere materassi o piastrelle. Non c’è differenza. C’è un pezzo (“Per Tutti”) di un grande artista italiano (R. Sinigallia) che secondo me descrive bene la situazione discografica attuale: “La musica tagliata e poi spacciata e abbandonata col sorriso dietro ai vostri specchi bianchi...” Poi c’è tutto questo tema dell’immagine che è per definizione una cosa frivola. Menomale che alcune realtà discografiche e alcuni artisti continuano a fare cose libere.
Mi piace tanto la frase "troppo belle le differenze per lasciarle andare". Quale percorso ti ha portato ad essere aperto mentalmente?
È il periodo storico che stiamo vivendo che mi porta a farmi delle domande. In questa società le differenze e i diritti sono ben accetti solo se sono mercificabili e innocui. Vengono sbandierate le differenze, ma solo quelle che non cambiano realmente i rapporti economici già esistenti.
Di cosa hanno bisogno "i flussi dei pensieri" e i sentimenti per farsi "canzone"?
Di libertà. È importante lasciarli andare. Bisogna scrivere senza pensare troppo a quello che stiamo facendo. Non sempre ci riesco. A volte penso alla canzone, alla parola giusta allo schema classico intro - strofa - ritornello etc. Ecco; tutti questi pensieri non fluiscono e di solito portano la scrittura in un terreno arido.
Quando hai finito di concepire un brano è l'autentico "momento in cui incontri te stesso"?
Non proprio. È più facile che incontri me stesso durante la stesura. Per finire un pezzo c’è bisogno di una certa dose di artigianalità. Quella fase li è interessante ma non è ispirante. È molto più catartico il momento della creazione, quando l’opera è ancora poco più di una bozza. Giovanni Zambito.
Effenberg, uscito video di “Incredibile” singolo del cantautore lucchese