Segnalibro, Daniela Gambino a Fattitaliani: in "due fuori luogo" c'è tutto di me. L'intervista



La scrittrice siciliana Daniela Gambino ha frequentato spesso le pagine di Fattitaliani: come giornalista, autrice, organizzatrice di eventi letterari. Oggi è ospite della rubrica Segnalibro per parlare del romanzo "Due fuori luogo" (Jack Edizioni) che ovunque sta mietendo consensi e successo. L'intervista.

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?

Sono tre, un saggio sul cinema Perdersi è meraviglioso di David Lynch,  Una cosa divertente che non faró mai più di David Foster Wallace e Greenlights. L'arte di correre in discesa di Matthew McConaughey.

L'ultimo "grande" libro che ha letto? 

Nemici. Una storia d'amore di Isaac Bashevis Singer. 

Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro?

Mi piace girare per librerie e leggo spesso le recensioni, ma il metodo più efficace per appassionarmi resta il racconto di una persona fidata. 

Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?

I racconti di Cechov e quelli di Tolstoj, in particolare Alëša Bricco (Alioscia bricco), di una intensità pazzesca. 

Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? 

I podcast, li adoro. Un podcast ben scritto riesce a creare atmosfera e stimolare la fantasia solo con le parole. È un modo straordinario di ristabilire la potenza della buona scrittura 

Poi ci sono i Fumetti. Mi viene in mente Zerocalcare. Riesce a spiegare meglio di un trattato di psicologa le ansie di una intera generazione 

Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente? 

Un certo tipo di saggistica pop. On writing di Stephen King, oppure 'Tieni presente che' di Chuck Palahniuk 

L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere/ridere?

Un anno terribile di John Fante. Pieno di vita, ormoni e piccoli guai. 

L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere/piangere?

Amatissima di Toni Morrison. Perché sopravvivere alla perdita, all'ingiustizia e all'amore è la più grande delle imprese umane. 

L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare? 

Spillover, Nel senso che mi ha fatto riflettere, gli uomini sanno davvero essere irrispettosi nei confronti della natura, degli animali, dell'ambiente, e di se stessi. 

Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?

Ho amato l'Insostenibile leggerezza dell'essere, si distacca completamente dal romanzo, ma funziona. O Fight Club, abbastanza aderente. Mentre il film tratto da La macchia umana di Philip Roth mi ha delusa. Il romanzo invece è pazzesco. 

Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?

Non so perché, ma tutti i miei libri sorprendono. Green lights, per dire, secondo molti non è da me. 

Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista?

Arturo Bandini, alter ego di Fante e come antagonista cito Dean Moriarty di On the road, regala uno dei finali più belli di sempre. 

Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?

Sicuramente Toni Morrison, Charles Bukowski e John Fante. Perché senza di loro non avrei mai pensato di fare la scrittrice, gli autori nordamericani, con la loro narrazione dinamica, colloquiale, autentica è come se mi avessero detto 'scrivi, puoi farcela' 

Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire? 

Sono tanti. Cito un saggio monumentale su Salinger.

Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?

Se si potesse vorrei Hanya Yanagihara, l'autrice di Una vita come tante. Coniuga rigore ed emotività. 

Che cosa c'è Daniela Gambino in "Due fuori luogo"?

Tutto. L'ho scritto io. 

In "Due fuori luogo" c'è un passaggio, una parte che lo potrebbe riassumere nella sua essenza?

Sì. Il protagonista è un catanese che vive a Milano, sua madre sta per morire e lui aspetta all'aeroporto un aereo che lo porti giù per 'poterla guardare negli occhi'. Lo seguiamo quando dichiara all'hostess 'io non mi muovo da qui'. Mentre attende apre il suo laptop e comincia a lavorare, intanto il suo cellulare non smette di bippare. 

In questo frangente, in cui il personaggio resta ferocemente e poeticamente performante, credo si riassuma lo spirito del romanzo. 

Quale reazione o commento al libro l'ha più colpita?

Pochi giorni fa, durante una presentazione pubblica, la relatrice ha letto un breve passaggio ed è scoppiata a piangere. Lo stesso la libraia. Io, di conseguenza. 

Abbiamo pianto e ci siamo commosse. È stato liberatorio. Potevamo farlo, il romanzo lo consente, è un vero privilegio. 

Non avrei mai pensato di poter scrivere qualcosa di simile. Qualcosa di profondamente emotivo che non riguarda solo me. 

Che cosa Le piacerebbe che i lettori provassero dopo averlo finito?

Sollievo. Vorrei che tutti i meridionali trasferiti in qualsiasi angolo del mondo ci si ritrovassero un po'. Gli studenti fuorisede, i professionisti, gli operai. 

Vorrei che chiunque si sia sentito fuori luogo, fuori posto, potesse dire tra sé e sé 'ecco, qualcuno ha scritto quello che provo e questo significa che non sono solo'. Giovanni Zambito.


IL LIBRO

La «vita agra» di due ragazzi siciliani a Milano.

Una creativa e un mago della finanza digitale si incontrano in chat, lei è palermitana, lui catanese. Gente che lavora e vive a Milano da più di vent'anni e l'ha immaginata, desiderata, come il paradiso delle opportunità. Due tizi ormai fuori posto al Sud, ma sempre alle prese con malinconie, voli low cost e accenti con vocali aperte al Nord. Si incontrano, si perdono, si inseguono, si consolano con il mare della riviera ligure, lavorano un sacco, si impasticcano e dopano (assai) per reggere fatiche e competizioni, provano ad amarsi, si tradiscono, si fanno sgamare su Tinder, hanno gatti al posto dei figli, e se hanno figli preferiscono i gatti, hanno pochi amici veri e infinite sequele di call e di social aperti. Sono quelli che vedono i genitori in videochiamata, che hanno sempre affari da concludere, proposte da valutare e contratti da firmare. Sono quelli che hanno aspettato il pacco da giù, che sognano le vacanze al Sud, sono quelli che gesticolano, che litigano e piangono in maniera teatrale, sono quelli che hanno insegnato ai milanesi cos’è la nostalgia del mare.

Proposto da Fulvio Abbate al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:

«Il romanzo di Daniela Gambino, Due fuori luogo, pubblicato da Jack Edizioni, racconta e prova a restituire la «vita agra» di due ragazzi siciliani a Milano. Lui e Lei. Lei palermitana, Lui catanese. Fuori sede e insieme, appunto, fuori luogo, forse anche caratterialmente e antropologicamente agli antipodi, lì a coabitare. Il luogo, la «casa», lo smarrimento, la passione, il sesso, le emoticon, il «pacco» che i genitori inviano da «giù», e ancora il senso di calda estraneità, perfino «la lotta con l’accento e le vocali aperte» per non avere percezione d’essere «stranieri». La commozione e il divertimento. Il microcosmo nascosto di una relazione sentimentale tra «emigranti» a loro modo intellettuali iperconnessi, digitalizzati, con i genitori che appaiono in videochiamata o in chat come santi evocati in un ex-voto contemporaneo, post era dei baby boomer. L’epopea struggente dei siciliani a Milano, appunto, al tempo di Instagram e di TikTok. La nostalgia del mare di Mondello e di Sant’Agata Li Battiati in un oceano di email. Ma anche il racconto di Milano, la città «agra», nei giorni del lockdown, un romanzo intimo e, a suo modo, perfino politico, dove si riflette anche su un contesto sub-culturale ed economico lontano, «alieno» e tuttavia che strega lo sguardo di chi lo narra. Non il «Pirellone» da far esplodere come immaginava il toscano Bianciardi, semmai la città da rendere intima nello sguardo quotidiano. Per queste ragioni, ritengo che il libro meriti di partecipare all’edizione del Premio Strega 2023.»

Fattitaliani

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