Intervista allo Chef Alessandro Fiacco, il Re dei primi piatti



di Laura Gorini

La cosa più importante per uno chef è sempre essere calmi e trasmetterla agli altri, perché essere ansiosi o non sicuri di te stesso porta sempre a sbagliare.

Ha meno di 40 anni, è ciociaro e ama la cucina fin da piccino. Oggi è un apprezzato chef Alessandro Fiacco, con alle spalle, nonostante la sua giovane età, tanta esperienza. Di come sia nato il suo amore per i fornelli, dei suoi studi e del piatto che gli riesce meglio, ci ha raccontato lo chef con ingente professionalità e un pizzico di sana emozione.

Alessandro, com'è nato il tuo amore per la cucina?

Il mio amore per la cucina è nata da mia nonna, quando ero piccolo mi faceva sempre cucinare, è da lì è nato il mio amore per la cucina, da mia nonna! 

Un conto è possedere una passione, per quanto forte, un altro farla diventare la propria professione. Tu quando hai compreso che era questa la strada da percorrere?

Inizialmente ho cominciato a lavorare in cucina quando avevo 14 anni per passione, ma poi ho capito veramente che mi piaceva e quindi ho frequentato la scuola alberghiera e poi… eccomi qua.

La tua famiglia come ha preso tale decisione?

La mia famiglia mi ha sempre appoggiato positivamente nella mia decisione anche se è un lavoro molto difficile per stare con la famiglia.


Quali sono stati gli ostacoli o i momenti più difficili che hai dovuto affrontare durante il tuo percorso?

Non li chiamerei ostacoli. In ogni caso i momenti più difficili sono stati più che altro stare lontani da famiglia e amici, sul lavoro non ho mai avuto ostacoli.

Gli studi quanto sono stati importanti per diventare lo chef che sei oggi?

Gli studi sono sempre all’ordine del giorno, quindi mi aggiorno costantemente con corsi, libri e internet.

Si sostiene che in cucina ci sia un clima trafelato e non sempre disteso. Tu come riesci a mantenere la calma e a gestire al meglio il lavoro in cucina coi tuoi collaboratori?

La cosa più importante per uno chef è sempre essere calmi e trasmetterla agli altri, perché essere ansiosi o non sicuri di te stesso porta sempre a sbagliare.

Quando ti accingi a cucinare un piatto nuovo, ami farlo da solo nella tua cucina prima di sperimentarlo in quella del ristorante dove lavori?

Quando penso ad un piatto nuovo mi piace sperimentarlo con la mia squadra in cucina, così da sapere anche il loro pare e  conoscere i loro consigli.

Attualmente quali sono i tuoi piatti forti?

I miei piatti forti sono sempre stati i primi piatti. Lo sono ancora oggi.

Se dovessi sceglierne uno in linea generale che rappresenti l'Alessandro di ieri e quello di oggi, quale sceglieresti e perché?

Il mio piatto preferito è la pasta cacio e pepe. Mi sono impegnato molto per far sì che mi riuscisse alla perfezione perché pur sembrando un piatto semplice da fare, non lo è assolutamente. Poi ho fatto delle varianti di cacio e pepe con il pesce o con il tartufo e devo dire che vanno alla grande.

Fattitaliani

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