ERO LA SUA OMBRA… UN’OMBRA CHE DAVA LUCE

 


L'altro ieri sera al Teatro Quirino era in scena “L’ombra di Totò” di Emilia Costantini.

Con Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e Vera Dragone.
Siamo a Napoli, è il 17 aprile 1967, Totò è morto e una folla di persone è al suo funerale. All’improvviso qualcuno grida “Oddio ma quello è proprio lui" e punta il dito verso un uomo molto somigliante al Principe De Curtis. Persino la compagna dell'attore Franca Faldini e la figlia Liliana di seguire il carro funebre.
Nel corteo funebre una donna grida e punta il dito verso un uomo. Guardate là, Totò non è morto. Il personaggio che viene indicato è  Dino Valdi, alias la controfigura di Totò che spesso aveva sostituito  quando era diventato completamente cieco.
A Valdi si avvicina Rosa Spatafora una giornalista del quotidiano “Il Mattino” di Napoli chiedendogli di rilasciare un’intervista per raccontare la vita del Principe della risata.
L’intervista è immaginaria ma la giornalista vuole farne una biografia non autorizzata L’ombra di Totò.
Dino Valdi ha il suo riscatto, diventare protagonista di una storia che non è la sua. Emergono storie e fatti del Principe De Curtis.  Dino Valdi è un artista sotto i riflettori e non più l’ombra di Totò.
Tanti sono gli aneddoti!: Totò era generoso con chiunque perché prima di raggiungere il successo  aveva vissuto la povertà. La sua storia era  la storia di ogni essere umano. Non ha mai nascosto le sue sofferenze ma le ha rese pubbliche. Faceva beneficenza, aveva adottato 200 cani dai canili. Era un grande benefattore! 

Lo spettacolo è gradevole! Yari Gugliucci è straordinario, ognuno di noi in platea sente il suo dolore! La Favetti è tesa ma poi si scioglie ed entra nel ruolo che facile non è! Un connubio meraviglioso che porta il pubblico ad applaudire a scena aperta!

                                                                                                                      Elisabetta Ruffolo  


Fattitaliani

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