Confini e libertà secondo l'iraniana MASOUMEH JALALIEH e l'israeliano MICHAEL GETMAN: 6 e 7 maggio a Roma per ORBITA



I concetti di confine e di libertà indagati dallo sguardo di due coreografi provenienti da due paesi che, per motivi diversi, stanno vivendo un momento storico particolarmente difficile: l’Iran e Israele.

Il 6 e 7 maggio al Teatro Biblioteca Quarticciolo per Diafanie. Materia e Luce, la stagione danza 2023 realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza ORBITA | Spellbound, arrivano Masoumeh Jalalieh (foto di_Aëla Labbé), performer e artista multidisciplinare iraniana residente in Europa, che presenta in Prima Romana lo spettacolo B-Or Der; e il coreografo israeliano Michael Getman, che torna a Orbita dopo il successo dello scorso anno, con un nuovo lavoro in Prima Nazionale, Songs &Borders.

Un programma doppio per due giorni che esemplificano bene una delle linee guida della stagione, ovvero suggerire al pubblico “una serie di approfondimenti che non siano soltanto di natura tecnico-estetica ma in grado di aprirsi a discorsi sociali e culturali più ampi, dando spazio, ad esempio, a proposte provenienti dal bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente”, come afferma la direttrice Valentina Marini.

“Il canto di un uccello è piacevole all'orecchio umano ma, allo stesso tempo, è segno della prigionia dell'uccello”: da queste parole della celebre scrittrice Maya Angelou, fra le più importanti esponenti della cultura afroamericana e attivista per i diritti civili, nasce B-Or Der, la nuova performance della coreografa, danzatrice e artista nata a Teheran Masoumeh Jalalieh. Uno spettacolo che prova a rispondere a una serie di domande – Cosa sono esattamente i confini? In che modo stanno modellando i nostri corpi e le nostre menti? – per mettere a fuoco un concetto preciso: gran parte dei significati attribuiti ai confini dipende dalla posizione e dal punto di vista di chi li significa.

In Songs &Borders – lavoro frutto di una collaborazione internazionale fra diversi artisti e intellettuali di diversa estrazione culturale e religiosa provenienti da Israele, Siria, Libano, Germania e Norvegia – l’israeliano Michael Getman porta invece in scena sei donne per dare voce alle loro storie di confini religiosi, culturali e storici“Essendo figlio di immigrati, sto ancora cercando di capire cosa significhi essere israeliano. La questione dell'identità è stata al centro del ventesimo secolo. Israele è un piccolo paese. Tuttavia, ci vuole più di una vita per comprenderne la complessa narrativa e le diverse anime che lo abitano. I confini tracciati sulla mappa attorno a una tavola rotonda europea divennero presto confini mentali tra comunità, famiglie e individui. In Songs and Borders, il mio interesse principale sono le persone e la loro specifica identità personale e genealogica” racconta il coreografo di Tel Aviv che durante la sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Ohad Naharin William ForsytheSongs and Borders è uno spazio condiviso denso di storie, rituali, tensioni, ferite e speranze, una creazione interdisciplinare che combina composizione musicale, coreografia, narrazione, documentazione audio-video con la ricerca etnografica ed etno-musicologica per leggere il corpo umano come stratificazione di narrazioni e di identità storiche e politiche.

BIO

Masoumeh Jalalieh è un artista multidisciplinare che si muove tra arti performative, teatro fisico, danza contemporanea e arti visive. Le piace ricercare codici interdisciplinari in immagini, suoni e movimento. “Il corpo è una complicata raccolta di tutti gli elementi della natura, come il tempo, lo spazio, l'ambiente, la velocità, la densità, la temperatura, la transizione, la concentrazione… Osservo, esploro e studio questi elementi attraverso il corpo e il movimento. In questo modo, comunico la mia immaginazione usando il linguaggio più definitivo che gli esseri umani hanno a loro disposizione”. La sua ricerca è indubbiamente intrecciata con la società, la cultura e il tappeto rituale della sua terra natale.

Michael Getman - Songs &Borders

Michael Getman 
è un coreografo e performer nato in Israele da genitori russi: Dora Karolin e Zachariah Getman. Dopo aver completato la sua formazione presso la Bat Dor School of Dance sotto la direzione di Jeannette Ordman, è stato invitato ad entrare nella Batsheva Dance Company sotto la direzione artistica di Ohad Naharin. In seguito, è stato invitato a far parte del Ballet Freiburg Pretty Ugly in Germania, dove ha lavorato al fianco di coreografi come Ohad Naharin, Amanda K. Miller, Marguerite Donlon e William Forsythe. Nella sua ricerca artistica, Getman esamina con curiosità̀ le relazioni tra azioni del corpo, risposte cognitive ed esperienze soggettive, così come la nostra capacità di reagire ai continui stimoli dell’esperienza grazie alle nostre emozioni. Il suo lavoro creativo si muove all’incrocio dei linguaggi tra danza, teatro e arti visive e le sue opere sono state presentati in diversi festival ed eventi in tutto il mondo.


ORBITA/DIAFANIE. MATERIA E LUCE: LA STAGIONE DANZA 2023

Realizzata da ORBITA | Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza, nasce finalmente a Roma la prima stagione organica dedicata alla danza contemporanea: dal 10 gennaio al 17 maggio 2023 al Teatro Palladium e al Teatro Biblioteca Quarticciolo, Orbita presenta le creazioni più significative dei grandi e riconosciuti autori italiani come Virgilio Sieni, Abbondanza Bertoni, Roberto Castello, Michela Lucenti, Michele Di Stefano e Mauro Astolfi al fianco di incursioni alla scoperta dei nuovi protagonisti della danza contemporanea internazionale come Bassam Abou Diab dal LibanoMasoumeh Jalalieh dall’IranMichael Getman da Israele Caroline Shaw con Vanessa Goodman dal Canada, che presentano i loro lavori per la prima volta in Italia e a Roma; ma anche il debutto nazionale del nuovo spettacolo dello spagnolo Marcos Morau e il ritorno a Roma di Un poyo rojo, lo spettacolo “fenomeno” franco-argentino che dal 2008 ha conquistato tutto il mondo.

Venti spettacoli, di cui cinque in prima romana e quattro in prima nazionale, e quattro focus autoriali, fra cui quello su Virgilio Sieni realizzato in collaborazione con Fondazione Musica per Roma nell’ambito del festival Equilibrio, che si aggiunge a quelli su Compagnia Abbondanza Bertoni, Bassam Abou Diab e su Poyo Rojo, il collettivo che ha dato il titolo al celebre spettacolo. A completare il quadro, tre residenze artistiche e un film, oltre a una serie di incontri con gli autori prima e dopo la visione degli spettacoli.

Diafanie. Materia e luce. Questo il titolo, evocativo e puntuale al tempo stesso, della stagione disegnata da Valentina Marini – già direttrice generale di Spellbound Contemporary Ballet e direttrice artistica del festival Fuori Programma – che cura l’intera programmazione di Orbita. Al centro di questa coesistenza di materia e luce, il corpo in scena come materia attraversata da questioni geopolitiche, sociali, pulsioni desideranti e ribelli. Materia da cui traspaiono, dunque, pungoli del nostro presente.

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top