Proscenio, Alessio Ingravalle a Fattitaliani: in "Due segreti" ci sono tanti pezzi di me stesso. L'intervista



Al Teatro Lo Spazio, dal 5 al 7 maggio,
nell’ambito della Rassegna Mindie, andrà in scena Due segreti, spettacolo di Alessio Ingravalle, diretto da Gabriele Colferai. L'autore, ospite della nostra rubrica Proscenio, ci parla del testo, il primo che ha scritto, del suo rapporto con il teatro e la scrittura. L'intervista di Fattitaliani. In che cosa "Due segreti" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?

Prima di tutto, "Due segreti" è stato il primo testo che ho scritto, e per questo di sicuro gli sarò sempre tanto affezionato. Di sicuro, per il momento, è il più personale, ci sono tanti pezzi di me stesso nei due personaggi che vediamo sulla scena.
Quale linea di continuità, invece, porta avanti?
Non saprei, quella autoriale è una "zona" nuova e recente del mio lavoro. Sicuramente, spero di mantenere nei prossimi testi la quotidianità, la spontaneità e l'istinto che portano avanti i dialoghi.
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...
Ho avuto la fortuna di crescere con due genitori che mi hanno portato a teatro frequentemente, da bambino, e ricordo di aver sempre sentito una fortissima attrazione. L'innamoramento mi è stato chiaro nella prima adolescenza, vedendo un saggio-spettacolo della scuola d'arte più importante della mia città di nascita.. sul palco c'erano amici, e allora non mi è più sembrato un luogo inarrivabile. Lì ho iniziato a studiare canto, poi recitazione, e qualche anno dopo ho deciso di farne un mestiere.
Quando si scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi? 
In questo caso, per il suo personaggio ha pensato subito a sé stesso?
Per il momento, è stato così per entrambi i testi che ho scritto, sapevo già quale sarebbe stato il cast... mi è stato molto utile poter "vedere" i personaggi sin dall'inizio. Mi è capitato però di scrivere anche il testo per un corto teatrale, di cui non conoscevo il cast, e allora i personaggi hanno assunto volti e fattezze assolutamente immaginari. Per quanto riguarda "Due Segreti", sì, ammetto di averlo scritto su di me, perché non vedevo l'ora di vomitare tutte quelle parole in prima persona.
È successo anche che un incontro casuale abbia messo in moto l'ispirazione e la scrittura?
Mi è successo con le canzoni, ma credo sia perché è un lavoro che faccio da più tempo. Di sicuro, a prescindere dall'immediatezza di un input esterno e casuale, l'incontro con Dogma Theatre Company, l'energia creativa che la collaborazione e lo scambio si portano dietro in termini di "messa in moto", è stato determinante ed è per me di ispirazione continua.
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
E chi lo sa? I miei pochissimi testi all'attivo sono stati diretti tutti da Gabriele Colferai, che ho conosciuto prima come regista, innamorandomi perdutamente del suo lavoro, e poi come persona. Mi piace scrivere per lui e mi piace scrivere sapendo di potergli dare carta bianca, timore proprio non ne ho mai avuto, perché il nostro gusto e la nostra poetica viaggiano in grande sintonia. Credo che il timore per un autore possa essere quello di trovarsi a lavorare con un regista con cui questa sintonia manca.
D'accordo con la seguente affermazione di Pino Caruso “Se la gente non va a teatro non è perché il teatro è in crisi ma perché è in crisi la gente.” ?
Potremmo parlarne per ore. Non del tutto... Personalmente penso che siano in crisi entrambi.
Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...
Mi viene in mente "Dove tutto è finto ma niente è falso", di Gigi nostro.
L'ultimo spettacolo visto a teatro ? un giudizio (se vuole)
Non dare un giudizio equivarrebbe a dare un giudizio negativo, allora scelgo non l'ultimo spettacolo ma uno visto qualche mese fa, "Immacolata concezione" di Joele Anastasi. Eccezionale, come sempre... sono un grandissimo fan di Vuccirìa Teatro!
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo? 
Onestamente nessuno. Credo fermamente che un attore sia inserito nel proprio tempo, sia in termini tecnici strettamente legati alla performance, ma anche in termini umani, fisici: i nostri corpi sono il nostro strumento, e sono profondamente impregnati dell'epoca in cui viviamo... allora mi tengo stretti gli attori del presente! I grandi del passato hanno fatto grande il passato e ci hanno portati fin qui.
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Non ne ho la più pallida idea! Sarebbe come scegliere tra Lucio Dalla, Ivano Fossati, Tom Waits, Joni Mitchell...
La migliore critica che vorrebbe ricevere?
Di aver parlato a tutti, di riuscire a lasciar qualcosa ad un pubblico trasversale.
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
No no, fatevi sotto, menate duro, ché devo imparare.
Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?
La sensazione di esser stato capito. E che quella cosa lì che ti è successa magari un secolo fa, anche se è finita e non esiste più, ha ancora valore, perché è un pezzo della strada che hai fatto.
C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé l'essenza e il significato di "Due segreti"?
Assolutamente sì, penso che sia nell'ultimo scambio tra i due personaggi. Giovanni Zambito.

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top