ROMA - La Galleria 291 EST presenta
Ma oggi il fragile idealismo comune alimenta anche altre forme di censura, perfettamente inscritte nell’idiosincrasia di presupposte democrazie occidentali quanto nella compulsiva fagocitazione dei mass media e dei social network, in forme, linguaggi e proporzioni che ne hanno ampliato le zone oscure, rendendone ancora più subdolo il confine. Un presente indicativo, che, nella deriva del libero pensiero e della sua costruzione critica, ci ricorda come possibili restrizioni, se non vere e proprie proibizioni, dichiarate o meno, percepite o meno, siano in agguato.
Nasce così
Ed è proprio nella matrice di tutte queste opere che lo spettatore-attore potrà rintracciare una denuncia alla cancel culture, alla retorica woke, alla società polarizzata, al pensiero unico uniformato, al patriarcato e alla sua visione sociale, all’idea dell’essere binario, al falso pudore, al body-shaming, ala mercificazione del corpo, all’auto-censura, alla brandizzazione del sistema culturale e dell’arte, alla censura del linguaggio, alla deriva del processo di inclusività, al radicato fenomeno dell’analfabetismo funzionale, alla banalizzazione dei contenuti a mezzo social, all’esposizione mediatica, allo sharenting, ad un (volutamente) fallimentare sistema educativo.