Cantautore, autore e fotografo, attivo nel campo del giornalismo, Davide Buzzi è l’autore di “L’ESTATE DI ACHILLE” (Morellini Editore), uno fra i libri proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023.
Davide, ci racconti
per sommi capi la storia?
Siamo nel marzo del 1993, quando sotto il cavalcavia del Corvetto a Milano, improvvisamente compare un barbone che mai prima si era visto in quel posto. L’uomo è seminascosto in un giaccone tipo eskimo e accanto a sé tiene un carrello per la spesa pieno di roba. Sta seduto su una cassetta della birra e suona una vecchia chitarra in modo talentuoso. Da sotto il cappuccio del suo giaccone compare appena un pezzo di sigaretta e qualche nuvola di fumo. Dopo alcune esitazioni Davide decide di avvicinarlo, ma l’uomo si rivela assai poco comunicativo, cosa che però cambia quando, grazie a uno stratagemma, riesce a convincerlo a parlare. L’uomo dice di chiamarsi Seth e inizia a raccontare di quella che è stata una vita tribolata e senza padre, di sua madre che nulla poteva contro il suo carattere ribelle e della sua fuga da casa nel 1968. Racconta anche della droga che negli anni Settanta ogni giorno mieteva giovani vittime, della sua dipendenza dall’alcol, delle serate passate a suonare nei locali, di festival musicali e della strana sparizione, nel 1974, di un cantante quasi famoso. Pian piano un sorprendente segreto inizia a venire a galla...
Il titolo chi l’ha
scelto? E cosa ci preannuncia?
Il titolo del romanzo è anche il titolo di una canzone che Seth spesso intona con la sua chitarra e che racconta esattamente il pensiero anarchico del personaggio. Si tratta di un brano geniale che egli aveva scritto nella prima metà degli anni 70 e che forse avrebbe potuto anche diventare un clamoroso successo. Ma poi gli eventi si sono sviluppati diversamente e il brano è rimasto sconosciuto.
Sei sempre molto profondo nei tuoi libri e nei messaggi che dai attraverso le
pagine che scrivi. Qui troviamo una sorta di denuncia sociale che ti premeva fare?
Bisogna
partire dal fatto che Seth è diventato un senzatetto perche questo è quello che
lui ha deciso di essere. Quel mondo fatto di ordine, di lavoro e di costanza in
cui improvvisamente si era ritrovato a vivere era qualcosa di troppo grande per
il suo carattere ribelle. Il fatto che tutti si aspettassero da lui cose che
non per forza erano sue ha fatto sì che a un certo punto il suo animo si
spezzasse portandolo a una scelta senza ritorno. Ciò non toglie che Seth è
anche un uomo visibilmente in difficoltà che però non intende accettare l’aiuto
di nessuno, perché la verità è che non si fida del sistema. Nemmeno quando
viene rapinato e malmenato nottetempo nel buco dove normalmente si rifugia a
dormire egli cercherà aiuto, anzi fa di tutto per tenere nascosto l’accaduto.
Non è possibile aiutare chi non vuol essere aiutato.
Seth è stato un protagonista di quel grande periodo storico che furono gli anni
70, quando malgrado tutto si era convinti che nel futuro il mondo sarebbe stato
migliore e che tutti avrebbero avuto da mangiare e un tetto sotto il quale
dormire. Tutti saremmo dovuti essere migliori, e invece no; e Seth questo lo ha
ben compreso!
Insomma, in chiusura, ti aspettavi di arrivare con il tuo libro tra le proposte di un Premio così prestigioso?
Io
ho scritto questa storia perché più la immaginavo e più mi sembrava bella da
raccontare. Ma da qui a pensare di arrivare a essere segnalato a un premio
tanto importante, ce ne passa. Sono davvero felice che “L’estate di Achille”
sia riuscito a colpire la sensibilità di Marcello Ciccaglioni, tanto da proporlo al premio
Strega e lo ringrazio davvero con tutto il cuore. È una gioia immensa e una
grande ricompensa per i tanti anni di grande impegno che ho dedicato all’arte
dello scrivere.
Foto 1 di Vincenzo Nicolello