IL DISCO - OUTSTREAM
https://open.spotify.com/album/37wisjV3TuW1VHIisAFjQx?si=8mODwRaWRGWIZH1Qx8e1Qg
Dopo lo scioglimento dei SOS per certi versi teatrale, Danilo e Corrado fondano i Giove. Il progetto è chiaro da subito : mettersi nelle condizioni di suonare dal vivo nel più breve tempo possibile. In 5 mesi allestiscono uno show visuale innovativo, che ruota attorno ad un repertorio di canzoni tutte nuove. Si dedicano con passione allo studio di tecniche di registrazione, anche analogiche, producendo i loro stessi brani. Il covid li ferma come tutti nel 2020 e nel 2021, periodo utilizzato per aprire un canale Twitch, teatro di esibizioni live con cadenza bisettimanale, per oltre un anno. Nel 2022 sono ripartiti con i live estivi, ed a Febbraio del 2023 vedrà la luce OUTSTREAM, il loro primo album, anticipato da due singoli.
L’INTERVISTA
Ho visto dal comunicato che venite tutti da esperienze piuttosto lunghe in ambito musicale. Questo credo che si traduca in una capacità di suonare pezzi molto convincenti, che funzionano molto bene. Quanto pensi sia importante la padronanza degli strumenti?
Gli strumenti musicali sono pura magia, personalmente (Corrado il chitarrista) ho un rapporto di venerazione verso i miei strumenti. La prima volta che ho sentito un chorus Fender, mi sono commosso. È successo 20 anni fa e succede ancora. Se fossi primo in tutte le classifiche del mondo, ma non sapessi suonare nessuno strumento, mi sentirei la persona più inutile del pianeta. A quanto pare però in molti non si preoccupano.
Per me (Danilo il batterista) la padronanza è ovviamente importante, ma ciò che mi ha sempre affascinato degli strumenti musicali è il loro essere un tramite fra il tangibile e l'intangibile, entrambi frutti di ingegno, artigianalità e creatività umana.
La struttura dei brani non fa mai pensare al solito canovaccio verse chorus verse ma piuttosto a un flusso di coscienza sonoro in divenire… atmo direi che è la summa
Si la nostra ricerca nel decostruire le classiche strutture l’abbiamo intrapresa ormai da tempo. OUTSTREAM è solo l’inizio… ciò che faremo dopo per molti sarà scioccante.
Quali sono i gruppi che secondo te vengono in mente durante l’ascolto e i gruppi che in qualche modo vi influenzano e piacciono al momento?
Al momento, la musica suonata vive un momento piuttosto buio, ed i gruppi (ce ne sono di ottimi) non hanno nessuno che investa su di loro, per cui, senza mezzi adeguati, fanno quello che possono. All’ascolto, speriamo di richiamare tutti i grandi del rock, ma di non sembrare nessuno….
Come vedi il 2023 che ci aspetta?
Purtroppo credo un 2023 violento. In giro c’è troppa alienazione, le persone sono stanche di essere connesse, ma così profondamente isolate. Non si canta più per strada. Abbiamo sacrificato le cose più belle per quelle più vuote. Se non invertiamo la rotta, le nubi che si addensano all’orizzonte scateneranno la loro furia. E bisogna avere cura del rock, ci ha salvato da tempi bui in passato, potrebbe farlo ancora.
Un pubblico poco ricettivo come quello italiano come pensi accolga un disco che parla un linguaggio internazionale e molto di nicchia?
Il pubblico italiano non è poco ricettivo, è la proposta che è squallida. Mi spiace ma la nuova generazione di artisti è inadeguata, poco talento e pochissima voglia di esplorare. Date all’Italia un nuovo Vasco e vedrete che gli stadi si riempiranno di nuovo di gente vogliosa di buona musica.
Pensate di fare date?
Il live è l’unica cosa importante, a noi non frega dei soldi, la fama e la gloria, se poi non si suona. Un musicista ha bisogno di suonare, è il suo modo di condividere. Il musicista vive per i fan, non per i followers.
.jpg)
