Giuseppe Cederna, volto molto amato dal pubblico di teatro e cinema sarà Zio Vanja, Caterina Misasi sarà Elena e con loro, sulla scena vedremo Alberto Mancioppi (il professore), Mimosa Campironi (Sonja), Elisabetta Piccolomini (Marjia), Pietro Bontempo (Astrov) e Massimo Grigò (Telegin).
Dramma russo che Čechov considerava però una commedia, quasi un vaudeville, che vide il debutto ufficiale il 26 ottobre 1899, al Teatro d'arte di Mosca, con la regia di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko e Konstantin Sergeevič Stanislavskij, Zio Vanja è la rappresentazione delle grandi illusioni, di percorsi che iniziano per poi tornare al punto di partenza, della noia, che non è spazio per la creatività ma al contrario anticamera della depressione, maschera della paura che paralizza impedendo di realizzare i proprio progetti e che Roberto Valerio ha deciso di restituire però con una messa in scena a contrasto, energica, movimentata.
Uno spazio vuoto. In primo piano una vecchia credenza
ed un tavolo, elementi che rimandano alla quotidianità della vita in campagna.
Sullo sfondo appaiono e scompaiono elementi onirici o iperrealistici:
un’altalena che scende dal cielo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura
notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia, un albero di beckettiana
memoria. È la scena che Valerio ha scelto per raccontare la vita che Vanja, sua
nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in
una casa rurale all’arrivo del proprietario, l’illustre professor Serebrjakov e
dalla sua bellissima seconda moglie Elena. I personaggi che si muovono davanti
al pubblico non sono eroi e eroine, sono persone comuni, immerse nel flusso
della vita, con i quali è facile immedesimarsi, che chi guarda può sentire
immediatamente vicino. Sono anime smarrite con passioni, slanci, delusioni, le
stesse emozioni che accompagnano la vita di tanti. Ogni personaggio insegue i
propri pensieri, le proprie aspirazioni, sogni, sofferenze senza davvero
comunicarli agli altri, sordo a quelli dell’altro. Tutti desiderano il
riscatto, tutti sono incapaci di agire per ottenerlo, vogliono amare e essere
amati ma il desiderio non si tramuta mai in realizzazione. Nella commedia si
bevono molta vodka e molto vino, per diciassette volte Čechov invita a bere i
personaggi: si evade la realtà, si cerca l’illusione che apre varchi di finta
soddisfazione “Quando non c’è vita vera, si vive di miraggi”, dice, ad un certo
punto zio Vanja.
Roberto Valerio dice: “È un’opera delle occasioni mancate, della rinuncia, basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. Così come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Čechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore. Ma non manca l’ironia, che anzi pervade tutto il testo”. L’opera presenta continui spunti burleschi e tragicomici: il ridicolo tentativo di Vanja di uccidere il Professore Serebrjakov con un colpo di pistola, il penoso tentativo di suicidio dello stesso Vanja con una bustina di morfina, il goffo corteggiamento alla bella e ambigua Elena da parte sempre di Vanja, le ubriacature notturne, le tante piccole stranezze che coltivano tutti i personaggi e che li rendono degli amabili stravaganti bislacchi, sono solo alcuni esempi. “Tu sei il re dei buffoni”, dice il dottor Astrov a Vanja. Una messinscena che oscilla tra realismo e onirico, tra dramma e commedia, tra risate e pianti, tra malinconie cecoviane ed energia pura. Uno spettacolo dove le immagini, i suoni e la recitazione si compenetrano per rappresentare la tragicommedia della vita.
Lo spettacolo è presentato ancora una volta da ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale che, negli anni, ha prodotto molti spettacoli di successo firmati da Roberto Valerio, tra i quali Tartufo, Il Vantone, di Pasolini, L’Impresario delle Smirne, di Goldoni, Casa di Bambola, di Ibsen.
Prossime repliche dello spettacolo: al Teatro degli Animosi di Carrara il 14 e 15 febbraio, al Teatro Curci di Barletta, dal 17 al 19 febbraio. A marzo “Zio Vanja” sarà al Teatro Remondini di Bassano del Grappa il 2, al Teatro Marconi di Abano Terme il 3, al Teatro Pacini di Pescia il 4, al Teatro Francesco Ramarini di Monterotondo il 5, al Teatro Verdi di Pisa il 25 e 26.
PERSONAGGI
E INTERPRETI
ALEKSANDR
VLADIMIROVIÈ SEREBRJAKOV, professore in pensione
Alberto Mancioppi
ELENA
ANDREEVNA, sua moglie
Caterina
Misasi
SOF'JA
ALEKSANDROVNA (SONJA), sua figlia di primo letto
Mimosa
Campironi
MARIJA
VASIL'EVNA VOJNICKAJA, vedova, madre della prima moglie del professore
Elisabetta
Piccolomini
IVAN
PETROVIÈ VOJNICKIJ (VANJA), suo figlio
Giuseppe
Cederna
MICHAIL
L'VOVIÈ ASTROV, medico
Pietro
Bontempo
IL'JA
IL'IÈ TELEGIN, proprietario terriero in miseria
Massimo
Grigò
Orari Repliche
Mer |
08-02-23 |
21.00 |
Gio |
09-02-23 |
21.00 |
Ven |
10-02-23 |
21.00 |
Sab |
11-02-23 |
21.00 |
Dom |
12-02-23 |
17.00 |
BIGLIETTERIA
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ORARIO DI APERTURA
Dal 17 ottobre, dal martedì al venerdì 10.00–13.30/14.30–19.00. Sabato e
domenica 12.00–19.00. Lunedì chiuso.
La
biglietteria dopo le 19.00 resterà aperta fino ad inizio spettacolo solo per le
operazioni riguardanti lo stesso.
Foto di G. Acerboni