Il Fattore Rurale presenta il disco "Raccolgo la notte": Cantiamo per gli ultimi perché siamo gli ultimi. L'intervista

Fattitaliani



(spotify) Il Fattore Rurale dando alla luce questo album vuole urlare al mondo un messaggio preciso: è inutile scappare dalla propria natura. Solo l'accettazione dei propri peccati potrà rendere le persone libere. Attraverso le canzoni si percepisce il loro modo di vivere e la consapevolezza che l'essere umano è lontano dall'essere perfetto perché consumato dalle cicatrici del proprio vissuto e dalle disillusioni della vita reale. Il Fattore Rurale diseppellisce la verità. Nascondere i mostri sotto al letto non è la soluzione e la sincerità verso se stessi renderà liberi. Chi vive inseguendo l'idea di voler piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto. 
L’INTERVISTA

Nella presentazione del disco scrivete “Il Fattore Rurale diseppellisce la verità”.. E direi che è un bel proposito vista l’epoca in cui viviamo dove tutto è farsa, fake news, verità oscurate (vedi covid, guerra in Ucraina etc)… Che ne dite?

GIANNI (Bassista)

La verità che raccontiamo nelle nostre canzoni si riferisce a qualcosa di più intimo e personale. Tante persone, pur di sentirsi accettate dalla società tendono a nascondere la propria natura, i propri demoni. Alla base di tutto ciò che rovina la convivenza su questo pianeta c'è questa "tortura" che ogni persona si autoinfligge. Crea frustrazione nell'anima e questo malessere in qualche modo viene riversato sul prossimo. Fare pace con sé stessi, accettarsi per ciò che si è...questo è l'unico modo per essere liberi e sentirsi in pace.

Nascono prima i testi o le musiche? Come definireste il vostro stile?

MARCO (Cantante) Non c'è una regola precisa, nascono e punto.

Nascono dalla vita che viviamo, nascono dalle panchine fredde e dalle notti passate svegli a scaldarci con il fuoco che ci brucia dentro, nascono dai nostri peccati e dal dolore che ci attraversa.

L'essere umano vive una vita immersa nel dolore e noi parliamo di questo dolore, senza troppi giri di parole.

Il nostro modo di essere, è quello che siamo tutti i fottuti giorni della nostra vita.

Siamo esseri umani, siamo fragili.. Cantiamo per gli ultimi perché siamo gli ultimi.

"Liberaci dal male".. se non sbaglio c’è un brano dei rivoltanti Liftiba che ha lo stesso titolo… Riesci a farmi un paragone tra i due brani?

 MARCO (Cantante)

Io personalmente ho ascoltato tanto i Litfiba ma non conosco questa canzone, ma vorrei fare rispondere Gianni a questa domanda...

GIANNI (Bassista)

I paragoni non ci piacciono, perché credo che sia riduttivo mettere a confronto le varie espressioni di tipo artistico. Per esempio quando viene scritta una canzone, viene fatto con una certa idea, un messaggio da comunicare, ma la cosa più bella è come ogni persona adatta la canzone alla propria esperienza, ai propri ricordi e quindi si può dire che una canzone ogni volta che viene ascoltata acquisisce singolarità. Come se ogni persona sentisse un sapore diverso pur mangiando la stessa cosa. Non ci dissociamo dai paragoni per evitare il confronto oppure per paura di essere associati a Tizio o Caio, ma semplicemente per dare a qualsiasi forma d'arte espressa la libertà di Essere l'emozione che ti fa vivere. Una volta che la canzone è stata scritta, non è più tua.. è di chiunque l'ascolti.

Ci potreste dire qualcosa in più delle notte del comunicato su due brani, Medellin e Stricnina.. che tra l’altro sono entrambe legate all’immaginario delle droghe…

MARCO (Cantante)

Medellin e Stricnina non sono state concepite pensando alla droga.

Per parlare di droga, se di essa vogliamo parlare, lo facciamo e basta, senza tanti mezzi termini.

Medellin è dedicata a uno degli ultimi rivoluzionari, Pablo Escobar, e a cosa si è disposti a fare per il proprio ideale.

Oltre al sangue e alle macerie cosa rimane?

Rimangono le scelte di un uomo.

L'essere umano dietro la leggenda.

In Medellin non giudichiamo queste scelte, cerchiamo di fare un ritratto di uomo libero e immortale, tanto nel suo splendore quanto nella sua oscurità.

Dietro ad un presunto mostro si può nascondere un essere fragile e molto più simile a noi di quanto abbiamo paura di accettare, come dietro all'alone di luce di un Santo che si erge a nostra guida si può nascondere un mostro.

Mentre Stricnina descrive semplicemente un codardo tentativo di suicidio, parla dell'acquisizione della consapevolezza di non volere sopravvivere a questa vita e del dolore che proviamo nel non riuscire a staccarci da essa.

Nelle nostre canzoni come nella vita cerchiamo di essere il più sinceri possibile, almeno con noi stessi.

L'onestà personale è il vero atto di coraggio che ci libera.

La notte è solo il momento eterno dove non puoi mentire a te stesso.

Senti solo il tuo respiro e i mostri che ringhiano sotto al letto; e se davvero vuoi essere Libero allora è in quel momento che non devi mentire.

Solo così potrà avvenire la Rivoluzione.

Ci tengo a precisare, dopo queste parole, che con la nostra musica non vogliamo insegnare niente a nessuno, vogliamo solo rappresentare chi fino ad oggi non si è sentito raccontato.

C’è un pezzo secondo te in questo disco che potrebbe diventare una sorta di inno, di anthem?

GIANNI (Bassista)

Sinceramente non lo so, quello che le persone vorranno sia il loro inno di Libertà lo sarà.

Come già detto, le emozioni che una canzone permette di provare sono molto soggettive...si può dire che il filo conduttore di questo album sia lo stato d'animo dopo svariati tipi di errori commessi... più che un inno vuole magari essere quella pacca sulla spalla che ti ricorda che sbagliando ci avvicina a noi stessi... un passo alla volta impari cosa non vuoi o cosa realmente sei. Una volta capito questo hai definito il punto di partenza per fare pace con te stesso.

Suonerete presto il disco dal vivo? Da quello che ho sentito credo che potreste avere un bell’impatto nei live…

MARCO (Cantante)

Lo abbiamo già suonato in questo 2023, ma lo abbiamo suonato anche prima di registrarlo, perché  questo disco non è solo nostro, è di tutte le persone che per anni hanno urlato e sofferto insieme a noi. Insieme a tutti loro ha preso vita questo disco.

Queste canzoni vengono dalla rabbia che sentiamo e per fortuna abbiamo trovato dei nostri simili che urlano, bruciano e hanno il cuore a brandelli come noi.

Da quando il progetto Fattore Rurale ha preso vita, siamo diventati un branco senza padrone, unito nel dolore e artefice del proprio destino.

Pronti a soffrire, pronti per la Rivoluzione.


BIOGRAFIA

Il Fattore Rurale dà voce alle debolezze dell'essere umano, all'amore più animalesco e sincero, alle paure ataviche che ci rendono tutti schiavi e carnefici di noi stessi. Sono il punto di incontro tra il country folk americano e la verità distorta delle campagne Piacentine. Fondato nel 2018 da Marco Costa e Riccardo "Trivella" Polledri registrano il loro primo EP "Lividi" nel 2019 e nel 2021 partoriscono il doppio singolo "Morsi". In questi anni hanno partecipato a numerosi live su tutto il territorio Piacentino, in Emilia e in Lombardia, a vari Festival in Piemonte e in Liguria ed un tour estivo in Sicilia. Il Fattore Rurale non lascia spazio alle menzogne e con le loro parole cercano di trovare i propri simili per custodire in eterno le loro urla.

Foto di Nicole Fodritto.

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