Emanuela Del Zompo: Kaira, supereroina moderna che lotta per i suoi diritti. L'intervista

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GRANDE SUCCESSO IN CALIFORNIA E IN CANADA PER EMANUELA DEL ZOMPO, REGISTA, INTERPRETE E PRODUTTRICE DE LA LEGGENDA DI KAIRA, SHORT MOVIE TRATTO DAL FUMETTO DELLA STESSA AUTRICE, FINALISTA A SAN BERNARDINO AL FEAR FAIRE FILM FESTIVAL. A GIUGNO SI REPLICA A VANCOUVER CANADA. L'Intervista.

Cosa hai raccontato nel tuo cortometraggio presentato a San Bernardino in California e come hai costruito questo progetto?

Il mio film è un fantasy in costume storico che si ispira alle rievocazioni storiche della mia terra Le Marche e soprattutto Acquaviva Picena. Ho voluto raccontare di come vivevano le donne nel medioevo e soprattutto la libertà di scelta di una donna che decide (Kaira, il personaggio del mio film) di opporsi ad un destino già deciso da parte di suo padre. Il libero arbitrio, la SCELTA DI DECIDERE PER LA PROPRIA VISTA SENZA FARSI CONDIZIONARE DAGLI ALTRI. KAIRA RAPPRESENTA ANCHE LA DONNA DI OGGI, E' UNA GUERRIERA CHE LOTTA PER I SUOI DIRITTI. UNA SUPEREROINA MODERNA che lancia un messaggio al mondo: siamo libere e degne di essere rispettate come essere umani uguali agli uomini. Il racconto si intreccia tra  storia e fantasia ricreando un po' il mito fiabesco di celebri racconti come ad esempio Cenerentola ma qui non c'è un principe azzurro (almeno non è colui che la protagonista deve  sposare) e la matrigna è rappresentata da un padre despota, il tutto contornato da magia e sortilegi, spiriti banshee che celano antiche profezie. Certo, per vedere il lieto fine e la vittoria della supereroina bisogna attendere il terzo capitolo o il lungometraggio (che entrambi devono essere prodotti). Perché vedere il mio film? Per fare un tuffo nel passato, per chi ama le leggende e sopratutto per chi si immedesima nella parte dell'erore che può riscattare se stesso e i diritti dell''essere umano soprattutto le donne. Il film è un invito a visitare questo magnifico territorio dove sorge la fortezza del Castello di Acquaviva Picena che per un giorno vi può far tornare indietro nel tempo.

Quanto tempo hai dedicato alla promozione del tuo film?

Molto tempo, ho curato io (essendo giornalista) la comunicazione stampa. In Italia il cortometraggio è stato presentato alla 77° mostra del cinema di Venezia, presso spazio Regione Veneto e distribuito dalla piattaforma Rai play (tv nazionale del cinema); inoltre il cortometraggio è stato selezionato da diversi festival internazionali come Londra e Cipro.

Cosa non è stato efficace per te, nel promuovere il tuo film?

Lavorare da sola, purtroppo accade quando hai un budget limitato e lavori senza una produzione ossia sei indipendente.

Qual è stato il modo più creativo con cui hai promosso il tuo film?

Alla mostra del cinema di Venezia ho promosso il mio film, indossando il costume del personaggio che interpreto sul  red carpet del festival dinanzi alle tv internazionali. Questo è stato molto efficace per attirare l'attenzione del pubblico. Poi sono stata nelle scuole italiane per fare vedere il film agli studenti  e parlare del fumetto a cui si ispira soprattutto per veicolare il messaggio della lotta che la protagonista fa contro la violenza sulle donne.

Con chi hai collaborato tra influencer, fotografi od altre persone promuovere il tuo film? Che tipo di esperienze hai avuto con loro?

Ho collaborato con diversi fotografi ed attori del film che hanno realizzato scatti fotografici con i costumi del film. Abbiamo realizzato anche un calendario con le foto per promuovere questo progetto. E' stato bellissimo e molto divertente. Devo ringraziare la stampa italiana ma anche parte di quella internazionale che mi segue molto (con recensioni e articoli sui media).

Qual è secondo te  l'aspetto migliore della collaborazione con altri artisti creativi?

E' importante fare squadra, scambiarsi idee e focalizzare le energie su un unico obiettivo: portare a casa il risultato. Se hai un idea vincente e se c'è cooperazione si vince insieme. Un film, il set per me è come una famiglia, ci si aiuta e tutti devono avere il proprio spazio. E' un lavoro meritocratico.


Cosa rende difficile collaborare?

Quando le persone si mettono in competizione non è buono, io credo che il rispetto e la valorizzazione di ogni collaboratore sia fondamentale per una buona riuscita.

Come sarebbe la tua collaborazione ideale?

Vorrei collaborare con persone al di fuori del mio Paese, con artisti e creativi (soprattutto produttori) qui in America, dove credo che il genere fantasy ed i fumetti hanno modo di avere più chance (almeno commerciali e di marketing) rispetto al resto del mondo, creare una sinergia di lavoro. La mia terra e i borghi storici in Italia offrono location naturali, soprattutto abbondiamo di castelli e luoghi del passato e non si ha bisogno di ricostruire nulla in studio. E' importante trovare fondi da investire per un progetto di serie o di lungometraggio e la distribuzione. Il mio è un progetto ambizioso;  il suo personaggio punta a divenire la nuova supereroina come hanno fatto già altri supereroi della Marvel  o di celebri fumetti americani.

Qual è il tuo film dell'orrore preferito?

Il mio film preferito è Alien ma anche The Fly (La mosca mi piace molto).

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