Piermaria Cecchini, esordio alla regia cinematografica con il film "Ma tu, mi vuoi bene?". L'intervista di Fattitaliani

Fattitaliani



Sarà presentato giovedì 26 gennaio al Cinema Jolly di Roma, alla presenza del cast,  il lungometraggio d'esordio dell'attore Piermaria Cecchini "Ma tu, mi vuoi bene?", interpretato da Paolo Bernardini, Roberta Barbiero, Tommaso Arnaldi, Luciano Giugliano, Erica Zambelli, Gaetano Gennai, Dafne Barbieri e dallo stesso regista. Prodotto e distribuito da Graziella Terrei, una produzione Magic Effect Productionil film si avvale della sceneggiatura di Marco Tregioli e Graziella Terrei - liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Marco Tregioli - delle musiche di Claudio Luongo, della canzone 'Me lo merito' firmata da Matteo Cazzato, mentre Maurizio Sala firma sia la direzione della fotografia che il montaggio. L'intervista di Fattitaliani al regista Piermaria Cecchini.
Quali pensieri, emozioni e preoccupazioni hanno accompagnato il primo giorno delle riprese?
C’è sempre un po' di emozione quando si comincia un nuovo progetto. Nonostante avessimo curato a lungo la preparazione, scelto con attenzione il cast, definite le location, organizzato ogni dettaglio delle riprese, esiste sempre quella naturale tensione che si avverte all’inizio di un lungo viaggio. Avevamo però anche grande consapevolezza e fiducia nelle nostre capacità che è l’ingrediente fondamentale quando si comincia un progetto di questo genere.
Indolore il passaggio da attore a regista?
Dopo anni da attore, stare dietro la telecamera ha fatto sicuramente effetto. Certo l’aver lavorato in passato con tanti registi d’eccezione ha facilitato il mio compito e reso il passaggio quasi naturale e indolore.



Quanto di inizialmente concepito e organizzato a livello di regia per "Ma tu, mi vuoi bene?" è cambiato durante la lavorazione? 
Ovviamente sono partito da un’idea chiara iniziale che ho dovuto, insieme alla produzione, via via adattare innanzitutto perché le riprese del film, iniziate nei mesi precedenti a marzo 2020, hanno dovuto subire una brusca interruzione a causa della terribile pandemia. Riprendere non è stato facile, ma grazie alla grande tenacia della produttrice Graziella Terrei e di tutto il cast siamo poi riusciti a portare a termine il prodotto.
C'è nel film una scena, un dialogo, una battuta che potrebbe racchiuderne e sintetizzarne il senso?
Il film è un bellissimo viaggio introspettivo del protagonista Lorenzo Moretti che si interroga sulla sua capacità di provare sentimenti e di dimostrarli agli altri. Sicuramente la scena finale è un momento in cui il protagonista, attraverso le proprie riflessioni, sembra dare un senso al proprio percorso e quindi al film. 
All'esordio dietro la telecamera, quali consigli ha tenuto particolarmente presente?
Ho avuto, come detto, grandi maestri e con umiltà ho cercato di rubare ad ognuno di loro qualcosa che mi potesse essere utile: una frase, un accorgimento, un silenzio. Poi ho cercato di essere me stesso, con le mie idee e l’esperienza accumulata nei numerosi anni di set.
Se dovesse pensare al suo percorso e fissarne un momento particolare come in una dettagliata inquadratura, quale momento della sua carriera sceglierebbe?
Penso che nel nostro settore sia importante guardare indietro per capire gli errori e migliorarsi, ma la dettagliata inquadratura che mi chiede mi piace immaginarla direzionata verso il futuro, verso il  prossimo lavoro, verso la prossima soddisfazione.
Quale critica sul film Le piacerebbe ricevere?
Il film è una storia bellissima ambientata in cornici speciali. Noi tutti, produzione e  cast, abbiamo  messo cuore, passione e tanta professionalità. Mi piacerebbe che ogni persona che guarderà questo film, percepisca, tra i chiari scuri delle scene, tutti questi ingredienti.
Quale critica sul film non Le piacerebbe ricevere?
Le critiche severe, se oneste, sono sempre costruttive. L’arte e quindi un film, come un quadro o una canzone, è un’emozione che può essere declinata in mille modi diversi e, proprio per questo, non sempre può essere percepita allo stesso modo. Giovanni Zambito.





IL FILM

Lorenzo, giovane manager di successo, inizia un viaggio introspettivo, cercando di dare risposta ai mille dubbi su sé stesso, sulla sua capacità di amare e di dimostrarlo agli altri.  Dopo l’improvvisa perdita della madre, inizia a scavare nei ricordi e nel suo passato, cerca una via, una strada per comprendere ciò che fino a quel momento non lo aveva mai scalfito e scosso nell'intimità il suo animo fiero. Passando per una sapiente, ed  inusuale per un quarantenne arrivato, analisi della psicologia e del comportamento dell’animo femminile, Lorenzo proverà a capire il suo presente, e sarà un viaggio nel suo paese di origine a divenire la cornice di un incontro atteso e tanto desiderato, l’ultimo tassello di quel faticoso cammino alla scoperta di sé stesso, l’elemento che darà completezza a quel travaglio interiore che lo condurrà per mano alla scoperta di un IO che non aveva fino allora conosciuto.
 “Il film - sottolinea il regista Piermaria Cecchini - nasce con il chiaro intento di raccontare il rapporto tra il protagonista e il complicato mondo dei sentimenti. La storia è un fantastico percorso introspettivo, un silenzioso mirarsi allo specchio senza filtri, remore o finte sovrastrutture che cerca di porre in risalto come un sentimento, nelle sue molteplici declinazioni, possa essere un’esperienza vissuta secondo criteri e dialettiche così personali da renderla assolutamente unica”.
Durata: 100'
Fattitaliani

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