Luoghi Letterari Sardegna. Michela Tanfoglio si racconta

Luoghi Letterari Sardegna a cura di Giulio Pisano ed edita dalla casa editrice Arkadia Editore è una serie di racconti immersi nel vivere quotidiano di alcuni piccoli centri della Sardegna.  Un interesse nuovo per i piccoli borghi, fuori dagli itinerari turistici tradizionali, attraverso gli occhi di sette grandi scrittori capaci di ammaliare con le loro opere milioni di lettori. Ognuno, con lo stile che lo contraddistingue, racconta il paese in cui ha soggiornato, per dare al lettore la sua interpretazione del vissuto attraverso l’arte della scrittura. Nel solco tracciato dalla grande letteratura di viaggio, uno spaccato della Sardegna da un punto di vista totalmente nuovo che farà viaggiare con la mente in luoghi misteriosi e poco conosciuti. In questo volume Carlo A. Martigli, Valeria Gargiullo, Giulia Ciarapica, Michela Tanfoglio, Paolo Roversi, Bea Buozzi e Diego Galdino raccontano Villacidro, Desulo, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Ovodda e Dolianova.

Abbiamo intervistato Michele Tanfoglio, autrice di “Toso, hai visto Diana” racconto ispirato dalla sua permanenza a Sant’Anna Arresi.


Grazie per aver accettato di rispondere ad alcune domande per i nostri lettori. Chi è Michela Tanfoglio editor e scrittrice?

Grazie a voi per avermi concesso questo spazio. Sono una persona molto fortunata: ho fatto della mia passione il mio lavoro. Ho realizzato tutti i miei sogni, ragiono per obiettivi e lascio che le cose scorrano. Non posso giudicarmi come editor e nemmeno come autrice, ma posso fare del mio meglio per soddisfare le esigenze di chi si affida alla mia agenzia e rendere merito agli editori che mi hanno “scelta”.

Cosa ti ha spinto ad aderire al progetto Luoghi Letterari Sardegna?

È stata una decisione sofferta, lo ammetto. Sono una solitaria, non esco la sera, non vado al cinema, frequento pochissime persone, ma alla fine, in una sera di luglio, qualcuno di molto importante mi ha detto di accettare questa opportunità. Sapevo che sarebbe stato un viaggio senza ritorno e alla fine ho inviato una mail con scritto: “Ci sarò” e bla, bla, bla. E così è andata. Sapere che ad attendermi ci sarebbe stato il collega e amico cagliaritano Giulio Pisano con la moglie Francesca Trois e Patrizio Zurru di Arkadia Editore mi ha resa più tranquilla. Ecco, credo sia importante dire questo: potevo scegliere di tornare indietro e continuare sui miei passi, oppure saltare il burrone di fronte a me. Ho preso la rincorsa con gli occhi ben aperti e… sono rotolata dall’altra parte.

Come nasce il racconto “Toso, hai visto Diana”?

Dal concetto di dolore e di addio. La vita a volte sa accanirsi, morde rabbiosa, e la mente fa quel che può per salvarsi. Il dolore fa ammalare, e se non si accusano dolori fisici, si possono slatentizzare patologie psichiatriche, incappare in disturbi di personalità o dell’umore. Quando vediamo una persona stanca, incapace di provvedere a se stessa, sotto l’effetto di stupefacenti o ancora preda dell’alcol chiediamoci sempre: dov’è il suo dolore? Tutto ha una genesi e Dario, il protagonista del mio racconto, ha trovato un supporto per sopravvivere.

Qual è il messaggio del tuo racconto?

Ma sai, ho sempre creduto che chiunque scriva per divulgare un “proprio messaggio” si senta un po’ il Signore sceso in terra (dipende anche dal genere letterario scelto e da chi lo scrive, ovviamente). Se all’interno del mio racconto vi è un messaggio, saranno i lettori a trovarlo. Mi sono limitata a scrivere una storia frutto della mia creatività: non ho nulla da insegnare o da “consigliare” a nessuno.

Da Torino a Sant’Anna Arresi. Sei riuscita ad ambientarti subito nel piccolo borgo sardo?

Sì, ma solo grazie agli abitanti del luogo: una persona introversa e molto timida si trova a disagio in casa propria, figuriamoci in un posto che non conosce! Sono stata accolta come si accoglie una figlia che torna a casa dopo decenni di latitanza. Gli arresini meriterebbero di essere premiati per il loro amore fraterno e la loro infinita generosità.

Come potresti descrivere la tua esperienza grazie al progetto Luoghi Letterari. Sardegna?

Mi ha cambiato la vita. Il giorno che ho accettato di partire ho avuto la mesta sensazione che presto la mia vita sarebbe cambiata: da tempo scacciavo con tutta la mia forza oscuri presagi. Insomma, ho messo la firma per una nuova vita, che mi è costata tutta quella precedente. Là, in quella terra carica di misticismo e tradizioni millenarie, ho respirato a pieni polmoni e mi sono preparata a buttarmi sott’acqua e rimanere in apnea. A oggi posso dire che è stata la decisione giusta, anche se amara come il fiele.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo il tuo racconto? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Non ho la presunzione di essere una divulgatrice di “messaggi”: non sono nessuno per farlo, mi vergognerei al solo pensiero di possedere un ego così gigante. Ho scritto un racconto che è frutto del mio animo, sarà il lettore a decidere se c’è o non c’è un “messaggio” che faccia al caso suo.

Stai lavorando ad un nuovo progetto letterario?

Se dicessi Pablo Picasso? Sì, e sono molto orgogliosa di questo. Picasso – La mala arte uscirà l’8 aprile per la prestigiosa casa editrice La Corte Editore. L’opera narra la vita di Picasso a 360°. Voglio ringraziare il mio editore Gianni La Corte per aver creduto in me e voglio ringraziare anche altre persone: il giallista Carlo F. De Filippis, gli editor Athena Barbera, Giovanna Burzio, Giulio Pisano e Federico Ghirardi, l’avv. Sandra Moretti, il prof. J. Tomassini, la scrittrice Adriana Angoletta, Barbara Scardilli, Valeria Zanoni, Francesca Tamanini e Babi, che è parte di me: ogni riga che scrivo è sua.

 

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