“Sciarada” (Morellini) è il nuovo romanzo scritto a quattro mani dall’affermato medico e psichiatra Orlando Del Don e da Annalina Molteni, già autrice di romanzi ispirati al Risorgimento e alla Mitteleuropa di fine Ottocento, disponibile in libreria e negli store digitali. Il libro è un viaggio fisico, e soprattutto psicologico, pieno di suspence, in un turbine di colpi di scena e misteri che non lascia mai prendere fiato al lettore.
Per l’occasione abbiamo intervistato gli autori.
Come è nato il vostro sodalizio editoriale e letterario?
Il nostro sodalizio editoriale e letterario nasce dalla lunga collaborazione con la Flamingo Edizioni di Bellinzona (Svizzera) in qualità di collaboratori, consulenti, autori, nonché di docenti della Scuola di Scrittura Creativa e Vita Creativa "LETTERALmente", unitamente ai nostri comuni interessi per i labirinti della mente, la musica e l'Irlanda.
Da quale idea nasce la copertina del libro?
Il principio ispiratore è il Panopticon usato in alcuni manicomi di un tempo, ma in questo caso rivisto, trasformato e invertito. Infatti è il manicomio ad essere qui osservato attraverso la toppa della serratura/chiave che apre al mistero, al non conosciuto e all'Altrove.
Come è nato il personaggio di Oliver McQueen?
Il personaggio Oliver McQueen nasce originariamente da una storia vera recuperata negli archivi di un vecchio e polveroso archivio di quello che un tempo era stato un manicomio di Stato. Una storia affascinante e inquietante e che poi è stata trasformata in romanzo attraverso gli spunti e gli appunti di un memoriale/diario del 1986, che avevo iniziato a scrivere quando abitavo ad Ouchy, Losanna, ed ero attivo in qualità di ricercatore. Memoriale che non è mai stato pubblicato e che, per oscuri disegni del destino, avevo intitolato "Giorni tranquilli a Ouchy" (con chiaro riferimento alla Clichy del romanzo pubblicato nel 1956 da Henri Miller) ma che furono tutt'altro che tranquilli per l'autore che è poi diventato, nella trasfigurazione letteraria, il personaggio di Oliver McQueen.
Quali sono le caratteristiche principali del protagonista?
Oliver è un uomo inquieto ma, soprattutto, inquietante; un uomo totalmente
dedito alla ricerca e all'insegnamento universitario, inconsapevole di essere
guidato da un inconscio inesorabile e dalle vicende drammatiche che hanno
funestato la sua infanzia. Una intelligenza straordinaria che nasconde un
bambino impaurito, bisognoso di verità, di conoscenza e soprattutto d'amore,
quell'amore materno che non ha mai conosciuto se non attraverso il surrogato
della donna da servire, venerare e fantasmare, una donna fatale, sublimata,
irraggiungibile.
Un uomo scisso alla ricerca di una integrazione mentale che solo un destino e una realtà Altra, misteriosa, inesorabile e senza ritorno potrà salvare. Un destino e un futuro spazio-temporale che si paleseranno nel suo presente in modo intrusivo, anticipato, subdolo e che lo inghiottiranno nel loro universo di sensi, di senso e di significato.
Ci raccontate il percorso emotivo e di ricerca che vi ha portato alla
stesura del romanzo?
Il nostro percorso emotivo e di ricerca è stato guidato e improntato a curiosità e stupore per gli straordinari poteri della mente, per il fascino derivante dai risultati della ricerca più avanzata in ambito neuroscientifico e psicanalitico. Come pure dall'emozione e dal coinvolgimento affettivo e intellettuale per le drammatiche storie sepolte nei polverosi archivi della psichiatria manicomiale e per l'eccitante ed irresistibile avventura della Vita che trascende i limiti e le gabbie cognitive dei nostri sensi, dei nostri pregiudizi, della paura di noi stessi, del nostro inconscio, delle nostre potenzialità, della libertà e della conoscenza.
Avete altri progetti letterari in lavorazione?
Sì, molti. Fra questi sono fiero di anticiparvi che è in cantiere un nuovo
romanzo con McQueen protagonista, come pure e finalmente - dopo tanti anni - il
completamento in forma di romanzo del diario/memoriale "Giorni tranquilli
a Ouchy" iniziato nel lontano 1986 e (forse, ma forse anche no) lasciato
per anni incompiuto, come sospeso, in attesa di un destino che si doveva o che
si dovrà compiere. "Affaire à suivre".