di Francesca Ghezzani
Terminato l’impegno artistico che l’ha vista in Commissione
alla finale della VI Edizione del “Concorso Internazionale di Canto Lirico G.B.
Rubini”, il Mezzosoprano Elena Bresciani si conferma uno dei migliori
preparatori vocali sul panorama nazionale.
Esperta di voci femminili che segue in tutta Italia, oltre alla fama come cantante lirica che l’ha portata a cantare in ogni parte del mondo, dal Vaticano alla Carnegie Hall di New York, Elena Bresciani è plurilaureata in Lettere all’Università Statale di Milano, in Canto Artistico al Conservatorio Donizetti di Bergamo, in Voice Performance al Trinity College of Music di Londra e si è inoltre specializzata in Educazione alla Teatralità all’Università Cattolica di Milano e in Teologia Spirituale alla Facoltà Teologica di Milano.
Elena, provieni da 33
anni di studi della tecnica del canto e 23 anni di insegnamento con oltre 400
casi di studio nella lirica, nel jazz, nel pop e nel musical. Trovi che il
panorama canoro italiano abbia valide promesse?
Certamente, ci sono tante giovani
voci talentuose. Il problema è che, spesso, sono mal consigliate o tecnicamente
non gestite nel modo migliore. È necessario che i giovani arrivino alle
opportunità professionali preparati e con una identità vocale riconoscibile, un
genere di riferimento, un mood e un look coerenti.
Quando sei in commissione, che
aspetti guardi nei candidati come parametro di giudizio?
Settimana scorsa, il mio studio di
canto è stato sede nazionale del Wave TV Music Awards Sanremo, una delle più
importanti kermesse che si svolgerà nel corso della settimana del Festival di
Sanremo per valorizzare i giovani emergenti. Sono stata in giuria di selezione
insieme all’ideatore dell’evento, Guido Faro, produttore discografico della Emy
Records, che ha organizzato concerti per i New Trolls, Anna Tatangelo, Stadio,
Matia Bazar, Ivana Spagna, Gigi D’Alessio e molti altri. Ci siamo confrontati e
trovati in linea sull’empatia che il lavoro con i giovani richiede ed i
parametri che si cercano sono essenzialmente: un timbro riconoscibile (e questo
si può costruire anche grazie al giusto vocal coach), una personalità
carismatica e molta preparazione musicale e tecnica, spirito di ricerca e
carattere mite adatto a lavorare in staff, nonché lucidità mentale per reggere
i “tour de force” sotto stress. Giuseppe Verdi diceva che non si canta solo con
la voce ed è vero, ci vogliono molti requisiti professionali ed umani per
diventare un professionista della voce.
Ho presentato 12 cantanti emergenti
per questa kermesse e sono stati selezionati tutti e dodici, a riprova che il
mio lavoro è in linea con quello che cerca il mercato discografico, questi
confronti con i produttori sono fondamentali anche per me, affinché il mio
lavoro di preparatore vocale sia sempre più funzionale al mercato.
Non vedo l’ora di arrivare a
Sanremo la settimana del Festival e di mettermi al servizio di tutte quelle
voci che chiederanno il mio aiuto. Terrò delle Masterclasses di tecnica vocale
e sarò in giuria alla finalissima del Wave TV Music Awards Sanremo 2023,
inoltre lavorerò dietro le quinte con i cantanti solisti.
È una settimana di grande stress
emotivo per tutti gli addetti ai lavori e credo che la mia pacatezza umana ed
il bagaglio di preparazione con il quale arrivo a questa esperienza
professionale possano essere molto utili in giornate così vorticose. La
lucidità è il primo requisito del cantante, ma anche del mentore vocale che è
un po’ psicologo, curatore di voci e di anime. Ci vuole tenerezza, forza e
passione per fare il mio lavoro. Dire la parola giusta al momento giusto, saper
coccolare e dare valore, sicurezza ed autostima agli artisti con i quali si
lavora è fondamentale. Esser cantante a mia volta mi avvantaggia in questo.
“Il Canto è una via
Alchemica di trasformazione per sé stessi e per gli altri”. Ci spieghi meglio
il significato profondo di questa frase?
L’alchimia, in parole semplici, è una antica conoscenza metafisica che comporta una trasformazione interiore attraverso vari passaggi ed è un cammino di crescita personale e consapevolezza. Il cammino della voce, come quello dell’anima deve andare verso la purezza, l’espansione, la semplificazione. Il Canto è disciplina elevata che parla su più piani e aiuta a espandere la coscienza. Lavorando sé stessi, la Voce progressivamente cambia e la Luce la pervade, questo rende progressivamente l’Artista migliore e la Persona migliore. Il cambiamento interiore genera un cambiamento esteriore nella voce. Se sono puro il mio messaggio artistico dice una verità universale che serve anche alla vita delle altre persone, per questo innesco una battaglia contro l’ego. I pensieri dicono l’ego, mentre, silenziando la mente, scopriamo chi siamo davvero. Quando cantiamo non devono cantare i nostri pensieri, ma la nostra parte spirituale. Il silenzio è un grande maestro interiore, silenziando noi stessi, facciamo parlare lo Spirito che pervade tutte le cose e ci facciamo “strumento”, la voce è uno strumento non solo sul piano materiale, ma anche su quello metafisico. Sono pervenuta a questa definizione del canto dopo anni di studi spirituali ed introspezione tecnica. Se dovessi citare le letture e le lezioni spirituali che mi hanno trasformata e hanno cambiato la mia visione del canto e della vita direi: Tiziano Terzano, Pablo D’Ors, Antonella Lumini, Daniel Lumera, Eckhart Tolle, Igor Silbaldi, Salvatore Brizzi, Teresa d’Avila, Papa Roncalli, Madre Teresa, preziosi testi di alchimia egizia che ho trovato in libreria al Museo Egizio di Torino, la lezione spirituale di San Francesco. La meditazione è una pratica che aiuta l’artista e per chi crede, anche la preghiera lo è, perché nell’atto del meditare e del pregare sono nel presente e la mente tace. La mente è la parte più auto sabotante di noi ed è anche la componente più egoica, quella che genera dolore, frustrazione, ci impedisce di essere chi siamo veramente e di portare ciò che siamo al mondo. Quando canto non parlo e la voce va verso l’esterno. Ne consegue che la voce non è mia e deve “andare verso”, devo togliere e dare, ma cosa posso dare se sono pieno di me stesso? Solo la mia individualità e la mia boria, c’è chi canta così e fa carriera così, ma l’arte del canto non è questo. L’arte del canto è mettersi al servizio. Se il pubblico ascolta un cantante che ha fatto un lavoro su sé stesso di questo tipo, l’esperienza di fruizione è diversa, è un dialogo fra anime trasformativo ed uno scambio, non è solo “ascoltare una voce”. La consapevolezza di sé stessi è capire qual è il proprio compito nel mondo e darsi pienamente per quel compito. L’arte deve elevare, altrimenti non è arte. La nostra società è molto confusa su questo concetto, perché attraverso i media viene presentata/venduta come arte qualcosa che invece non lo è. È molto importante che le future generazioni imparino questo e sappiano distinguere. Questa non è una professione che si fa per avere successo o per guadagnare soldi, questo può accadere come conseguenza, ma non è il fine del cantante. Il cantante è una persona che si denuda senza paura di giudizio davanti al mondo per dire attraverso la voce una verità universale di bellezza, armonia e pace.
Grazie al tuo prestigioso curriculum e al costante impegno come leading voice mentor, sei un’artista la cui presenza viene ricercata dai maggiori eventi nazionali e oltre confine. So di un’importante collaborazione con Arianna Moretto e la Baroque Orchestra per il 2023 …
Sono molto felice di parlarne.
Arianna Moretto è una violinista eccezionale ed una lodevole didatta. Da una
sua idea nasce la Baroque Orchestra/Baroque Academy patrocinata dalla sua
associazione culturale Didattica.Mente Musica, una opportunità di studio ed
approfondimento del repertorio barocco per giovani musicisti: strumentisti ad
arco e cantanti lirici. La nostra partnership prevede che io mi occupi della
preparazione vocale delle cantanti in vista di concerti che avverranno nel 2023
in Lombardia, in particolare, nel territorio bergamasco che è la nostra terra
d’origine: il 14 maggio 2023 a Ghisalba ed il 20 maggio nella storica Chiesa di
Sant’Andrea in Città Alta a Bergamo. In queste occasioni, canterò anch’io
un’aria dall’Orfeo di Gluck e un duetto dall’Incoronazione di Poppea di
Monteverdi.
Infine, cosa pensi
della musica oggi nei diversi generi che la caratterizzano?
Adoro i generi vocali di ieri e di
oggi, purché siano ben scritti vocalmente ed armonicamente ed abbiano una
struttura musicale coerente. Sostengo la musica di qualità.