«Verrà, comunque, forse un giorno in cui saremo tanto avanzati, così illuminati, da poter osservare con indifferenza lo spettacolo brutale, cinico, crudele, che ci propone l'esistenza. Allora avremo disinnescato gli strumenti inferiori ed inattendibili di pensiero detti sentimenti, divenuti superflui e nocivi per la maturazione dello strumento di giudizio.»
August Strindberg – Prefazione
“Quando
lo spazio è troppo piccolo fai l'amore con chi c'è, con l'ultimo uomo sulla
terra, lo contendi con l'altra donna, cerchi di sedurlo sapendo già che tra
pochi attimi lo odierai. Quando lo spazio è troppo piccolo se qualcuno sale
sopra le nostre teste ci sembra che quello sia il Dio, un Conte gigantesco
pronto a calpestare noi microbi con i suoi stivali fatti di fango, in un sadico
tip-tap.
Lo
spazio pulito si sporca del nostro corpo.
L’angolo
di una stanza di una casa di una provincia, soffocante, un micro mondo dove
nessuno sceglie niente e si entra nel corpo dell’altro per occupare meno spazio
possibile.” Continuo la mia ricerca sui confini autoimposti dalla mia
generazione, dopo Spettri, Zoo di Vetro, Casa di Bernarda Alba, La Città
Morta, Fedra consapevole che il concetto di lockdown ora interroga
lo spettatore quotidianamente sui limiti fisici e mentali della nostra
esistenza.
La
Signorina Giulia è
considerato il capostipite del movimento europeo detto “naturalismo” e August
Strindberg, spigoloso e violento, in Italia spesso subisce la semplificazione
della verità. Se è vero che l’opera di Strindberg fa parte della nuova formula
di Zola “rendere vero, rendere grande e rendere semplice” non bisogna scordare
le grandi incoerenze, l’incapacità del normale, e la enorme statura teatrale
dell’immorale drammaturgo svedese. Tre orfani vivono uno spazio dove è
impossibile non curvarsi al tempo, dove la vita è più faticosa del lavoro, in
una casa ostile da dove tutti noi vorremmo fuggire. Nell’arco di una notte
capiamo come gestire questa attesa, prima della fine, cercando di ballare,
cantare e perdersi nell’oblio per non sentire il rumore del silenzio; se nella
macabra attesa del Finale di Partita o nell’aspettare Godot sono i morti
e i vagabondi a dover gestire il nulla, in Strindberg sono i figli a dover
subire l’impossibilità del futuro. Nello spavento del domani l’unica stupida
soluzione è quella del gioco al massacro, il cannibalismo intellettuale.
L’inganno. Il Teatro. Julie: Ottimo Jean! Dovresti fare l’attore.”. Leonardo Lidi
Informazioni
:
Biglietteria
spettacolo: intero € 25, ridotto over 65, under 26 e nostri convenzionati € 18,
ridotto studenti €15
Acquista
i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/Ticket/la-signorina-giulia/182425
info e prenotazioni 065898031 065881021 promozioneteatrovascello@gmail.com - promozione@teatrovascello.it
Teatro
Vascello via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
La Signorina Giulia
di August Strindberg
adattamento e regia Leonardo Lidi
con Giuliana Vigogna, Christian La Rosa, Ilaria Falini
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono G.U.P. Alcaro
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
durata spettacolo 1 ora e 20’
Foto di Lorenzo Porrazzini