La sindrome di burnout, conosciuta come 'esaurimento da lavoro' "è una condizione psico-fisica che porta ad uno stato di demotivazione e deprivazione con una serie di potenziali sofferenze fisiche che portano a un distacco progressivo dalla propria attività lavorativa- spiega Catena- e sono tre le principali cause rilevate dai medici intervistati come fonte di stress: la carenza di organico, l'iperattività e la mancanza di spazi per la crescita professionale e individuale che, trattandosi di chirurghi- dice il medico- corrisponde al non poter accedere alle sale operatorie in modo continuativo".
La survey Sitop ha inoltre indagato quale fosse la condizione degli ortopedici pediatrici in merito alla fruizione delle ferie. "Oltre il 60% del campione ha dichiarato di avere più di 30 giorni di ferie e qualcuno fino a 150, degli anni passati, da dover ancora godere", ha spiegato ancora Catena.
La pandemia ha aggravato lo stress dei medici? "No, perché era una realtà già presente ma probabilmente- dice ancora Catena- negli intervistati che non si riconoscono nel burnout ha comportato un aumento della condizione di stress connessa, ad esempio, col fatto di non poter garantire ai pazienti l'accesso alle cure non urgenti nei tempi per cui quella determinata patologia ne avesse bisogno. Tutto ciò col timore che questi ritardi potessero portare a ripercussioni in ambito di rivalsa medico-legale".
E se l'esaurimento da lavoro in Italia è un rischio, anche se concreto, in altri paesi è già un problema evidente. "Indagini sul burnout simili alla nostra sono state fatte anche in altri paesi ed è emerso un quadro molto allarmante- conclude Catena- in Cina, ad esempio, su una popolazione molto ampia di intervistati oltre il 73%, con un'età media di 36-37 anni, ha dichiarato di soffrire di burnout importante".